A Lettere Classiche “non è discriminante cominciare il greco da zero”

“È una nuova sfida per me, che si accompagna – guardando proprio agli ultimi risvolti della storia accademica – a una serie di transizioni in atto”, afferma il prof. Giancarlo Abbamonte, neo Coordinatore del Corso di Laurea Triennale in Lettere Classiche. Presso il Dipartimento, in particolare, il cambio di guardia è stato affidato a “una nuova generazione di Coordinatori. È avvenuto un vero e proprio ricambio generazionale ed è ormai scomparsa la barriera legata all’età”. In sede di nomina, nell’ultima settimana di settembre, infatti, “ho notato con piacere di avere colleghi molto giovani. Il dialogo per noi risulta comunque facilitato: tutti ci occupiamo di lingue, linguaggi, filologie e letterature – che siano moderne o antiche – discipline che conservano un approccio dialettico e teso al confronto. Inoltre, ci conosciamo da molto tempo. Sono sicuro, perciò, che si potrà lavorare molto bene”. Come ogni anno, l’appuntamento con i futuri studenti del Corso di Laurea, che si è svolto il 26 settembre, è stato utile “per sondare il terreno individuando ancor prima dell’avvio delle lezioni la provenienza dei diplomati”, afferma il docente di Filologia Classica. In genere, “il 98% dei neo-iscritti proviene dal liceo classico, laddove il 2% su una platea di circa 100 studenti ha conseguito il diploma presso altri istituti”. Purtuttavia, il titolo scolastico – quale che sia – non pregiudica la carriera del triennio: “Abbiamo avuto negli anni esperienza di studenti diplomatisi presso lo Scientifico che hanno raggiunto ottimi risultati laureandosi in tempi record”. In effetti, “non è discriminante – prosegue il docente, riferendosi a questa fetta di studenti – cominciare il greco da zero”. È rarissimo, invece, incontrare studenti che non abbiano mai studiato il latino. Intervistandoli in una fase preliminare “riusciamo a capire in che modo impostare la didattica e se programmare attività di sostegno, quali il tutoraggio, per colmare preventivamente le carenze cumulatesi durante il quinquennio precedente”. Un problema resta evidente: “il livello delle conoscenze pregresse è molto diminuito rispetto a dieci anni fa”. Dunque, lo studente che sceglie indirizzi di tipo umanistico deve sapere di “doversi attrezzare con i giusti mezzi, correre ai ripari in caso di gravi lacune e seguire i nostri consigli”. Rappresenta un’abilità fondamentale la lettura, traduzione e il commento dei testi. “Uno studente di Lettere Classiche deve essere in grado di riconoscere i fenomeni linguistici e letterari posti in evidenza da un testo”. Certamente, “non è la strada che consiglierei, per fare un esempio, a un giovane con scarso interesse verso l’Eneide. Non lo sconsiglierei, invece, a chi, pur interessato, non ha mai avuto occasione di studiare il greco”. Anzi le attività tutoriali di latino e greco zero, alcune tenute da docenti e altre da dottorandi, “hanno avuto ricadute molto positive agli esami”. Del resto, in Italia “esistono soltanto due Corsi di Laurea in Lettere Classiche e uno di questi è a Napoli. Molti studenti vengono da fuori regione. Abbiamo il dovere di tenere in vita questa preziosa tradizione e avvalorarla”. Si tende ad equivocare gli studi classici come ‘cose vecchie’, trascurando che la modernità sia “intrisa di segni che provengono dal mondo antico e riaffiorano con varie funzioni nell’arte, nel discorso politico, nell’architettura”. Per esempio, “se si guarda al frontone dell’edificio storico della Federico II su Corso Umberto, un occhio attento riconoscerà elementi che richiamano un tempio greco. Ecco, in assenza di questa chiave interpretativa, si perde un po’ la percezione della realtà”. 
Sa.Sa.
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