“Riscaldamenti che non funzionano, bagni chiusi, utilizzati solo dai docenti e il più delle volte rotti, mancanza di attrezzature e di aule studio, Aula Lo Russo con pavimento rovinato, finestre rotte e allagata quando ci sono piogge forti”, queste sono solo alcune delle critiche mosse alle strutture di via Mezzocannone 16 dagli studenti al terzo anno di Scienze Biologiche. “È assurdo essere costretti a seguire la lezione con il cappotto. I termosifoni sono qui per bellezza, non hanno alcun tipo di funzione”, lamenta Anna Ferraioli. Anche i servizi suscitano recriminazioni. “I bagni lasciano molto a desiderare. Innanzitutto ce ne sono otto al terzo piano utilizzati solo da docenti, quando noi siamo costretti, in numero nettamente superiore, a riversarci tutti su quelli del secondo piano, dato che al quarto non ci sono. Un intero edificio con un solo piano munito di bagni è una cosa impensabile!”, continua la collega Diana Marinaro. Senza contare che, il più delle volte, di questi servizi disponibili ce ne sono al massimo due su tre funzionanti, “sia per gli uomini che per le donne, ovviamente senza sapone, carta igienica o rotoloni per asciugare le mani. Noi ragazze siamo costrette ad andare nel bagno dei maschi, visto che le nostre porte non si chiudono bene o ci sono file chilometriche. Una persona addirittura se l’è fatta addosso, perché non ce la faceva ad aspettare”, aggiunge la studentessa. Non è che i ragazzi stiano molto meglio. “Per accedere ai nostri servizi, dobbiamo fare un tratto di strada all’aperto e quando piove e fa freddo come in questo periodo non è il massimo”, afferma Luigi.
L’Aula Lo Russo, utilizzata per studiare, è indubbiamente quella con più criticità. “Ci sono due buche abbastanza profonde nel pavimento, le finestre sono rotte e l’anno scorso si è anche allagata. Basta guardare a terra per rendersi conto che non puliscono da settimane”, suggerisce Diana. Le strutture sono carenti, così come le attrezzature. “Non abbiamo computer, ci sono pochi proiettori che funzionano male, gli ascensori sono sempre rotti e spesso manca l’illuminazione nelle aule. Vorrei sapere le tasse che paghiamo dove vanno a finire, se non ci garantiscono almeno questi servizi basilari”, incalza Luigi. Nella struttura di via Mezzocannone 16 c’è una sola aula studio, “infatti dobbiamo andare nella sede al numero 8 se vogliamo studiare, dove ce ne sono tre sempre occupate, perché dobbiamo dividerle con gli studenti di Geologia”, conclude il ragazzo.
La situazione strutture migliora nella sede di via Mezzocannone 8 dove sorgono però altri problemi relativi alla manutenzione e alla capienza delle aule. “Siamo spesso costretti a seguire a terra perché non ci sono posti sufficienti, anche al terzo anno. Utilizziamo l’aula T3 di Architettura dato che per noi non c’è spazio”, sostiene Anna Dubbioso. I bagni ci sono, ma sporchi. “C’è una cattiva manutenzione dei servizi e delle aule Z1 e M1, e anche per noi non funziona il riscaldamento dove si studia e dove si segue”, aggiunge Francesco Esposito. “È un peccato che la Facoltà perda credibilità per le strutture, quando ci sono docenti molto validi”, sottolinea Andrea Esposito. Un altro problema che affligge gli studenti del centro storico è il parcheggio. “Lasciare la macchina da qualche parte è diventata un’impresa titanica. Se gli studenti di Monte S. Angelo hanno un parcheggio, perché noi non dovremmo averlo?”, domanda Francesca De Marino.
L’Aula Lo Russo, utilizzata per studiare, è indubbiamente quella con più criticità. “Ci sono due buche abbastanza profonde nel pavimento, le finestre sono rotte e l’anno scorso si è anche allagata. Basta guardare a terra per rendersi conto che non puliscono da settimane”, suggerisce Diana. Le strutture sono carenti, così come le attrezzature. “Non abbiamo computer, ci sono pochi proiettori che funzionano male, gli ascensori sono sempre rotti e spesso manca l’illuminazione nelle aule. Vorrei sapere le tasse che paghiamo dove vanno a finire, se non ci garantiscono almeno questi servizi basilari”, incalza Luigi. Nella struttura di via Mezzocannone 16 c’è una sola aula studio, “infatti dobbiamo andare nella sede al numero 8 se vogliamo studiare, dove ce ne sono tre sempre occupate, perché dobbiamo dividerle con gli studenti di Geologia”, conclude il ragazzo.
La situazione strutture migliora nella sede di via Mezzocannone 8 dove sorgono però altri problemi relativi alla manutenzione e alla capienza delle aule. “Siamo spesso costretti a seguire a terra perché non ci sono posti sufficienti, anche al terzo anno. Utilizziamo l’aula T3 di Architettura dato che per noi non c’è spazio”, sostiene Anna Dubbioso. I bagni ci sono, ma sporchi. “C’è una cattiva manutenzione dei servizi e delle aule Z1 e M1, e anche per noi non funziona il riscaldamento dove si studia e dove si segue”, aggiunge Francesco Esposito. “È un peccato che la Facoltà perda credibilità per le strutture, quando ci sono docenti molto validi”, sottolinea Andrea Esposito. Un altro problema che affligge gli studenti del centro storico è il parcheggio. “Lasciare la macchina da qualche parte è diventata un’impresa titanica. Se gli studenti di Monte S. Angelo hanno un parcheggio, perché noi non dovremmo averlo?”, domanda Francesca De Marino.
A Geologia
non va meglio
non va meglio
Critici anche gli studenti del secondo anno della Magistrale in Geologia Applicata, che condividono la struttura di via Mezzocannone 8 con i colleghi di Scienze Biologiche. “L’aula D2 non ha il riscaldamento e la G7 oltre a questo presenta vari problemi relativi all’accesso”, afferma Donatella. La G7 si trova alle spalle del Museo di Mineralogia. “Bisogna farsi sei piani a piedi per raggiungerla, dato che non c’è ascensore. Un’alternativa ci sarebbe: accedervi attraverso il Museo, ma non lo possiamo fare perché il soppalco in legno di collegamento è pericolante”, spiega la ragazza. “Inoltre per chiudere la finestra dobbiamo spostare i banchi, perché l’aula è mal organizzata. Noi studenti di Geologia non siamo molto pretenziosi, ma un minimo lo chiediamo”, aggiunge il collega Giacomo Maiello. La cattiva organizzazione riguarda anche le aule del Complesso di San Marcellino. “Lunedì 4 febbraio un docente doveva tenere gli esami in aula G2, ma non ha potuto perché il custode, che ha la chiave, non l’aveva aperta. Senza chiave non puoi entrare in nessuna delle aule del quarto piano”. La manutenzione dei bagni lascia a desiderare. “Noi ragazzi dobbiamo fare i conti con gli orinatoi, il che non è un’esperienza entusiasmante, visto che il tubo sottostante si stacca continuamente e l’urina cade a terra per forza di cose. Ogni volta che vado in bagno soffro la fobia da tubo”, aggiunge il ragazzo. “Tra l’altro i servizi degli uomini sono proprio di fronte ai distributori di caffè e bevande, lascio immaginare il voltastomaco che può causare la puzza che proviene da lì”, rincara la dose Elisa Savignano. Nei bagni delle donne, invece, mancano sapone, carta igienica “e le porte non si chiudono, quindi devi chiedere ad un’amica di mantenerla, come si faceva a scuola”.
Ultima lamentela riguarda le aule studio, carenti anche a San Marcellino. “Studiamo nei corridoi perché qui non ne abbiamo”, conclude Giacomo.
Allegra Taglialatela
Ultima lamentela riguarda le aule studio, carenti anche a San Marcellino. “Studiamo nei corridoi perché qui non ne abbiamo”, conclude Giacomo.
Allegra Taglialatela