Martedì mattina, ore 10.45, il corridoio dell’aulario di Farmacia si riempie di sedie. I ragazzi le recuperano dove possono in attesa dell’inizio della lezione di Chimica Organica del corso di Controllo di Qualità. Alle 11.00 si aprono le porte dell’aula A8 e gli studenti si riversano dentro con le sedie al seguito. I sedili fissi sono in ottimo stato ma sono insufficienti ad accogliere il numero dei frequentanti. “Quelli del I anno rimangono seduti dalla lezione precedente e quando arriviamo noi troviamo già tutto pieno”, racconta una studentessa del II anno indaffarata a sistemare la propria sedia. L’aula è sovraffollata: file di sedie mobili sono state collocate lungo i corridoi laterali e in quello posteriore. Una decina di studenti ha trovato sistemazione attorno alla cattedra. Molti sono gli iscritti al II anno che hanno deciso di rifrequentare il corso. “Il programma è lo stesso ma vale la pena rinfrescarlo – afferma Federica – Ho dato la precedenza agli esami più leggeri ed ora seguo per aggiornare gli appunti”.
La confusione cresce e i ragazzi cominciano a lamentarsi per il caldo. “Non possiamo aprire le finestre perché vanno in testa a chi vi è seduto davanti – sostiene Andrea – I professori ci vedono sofferenti e sono preoccupati anche per la sicurezza: le sedie aggiunte precludono ogni via di fuga”. “Le lezioni sono molto chiare e se le segui puoi sostenere le prove intercorso – spiega Federica – Sarà un problema farle in quest’aula. Se non ce la cambiano, copieremo tutti”.
La prof.ssa Marialuisa Menna assicura che il problema verrà risolto a breve: “Ci siamo già attivati per chiedere un’aula di maggiori dimensioni. Quest’anno c’è un numero superiore di frequentanti perché ha deciso di seguire anche un gruppetto del II anno”. Chiediamo alla docente come mai un numero consistente di iscritti non sia riuscito a superare l’esame l’anno scorso. “Quelli che si sono presentati non hanno avuto alcun problema – risponde – Alcuni mi hanno riferito di aver posticipato la Chimica Organica per dedicare più tempo a quella Generale”.
La lezione ha inizio. Le porte vengono chiuse per isolare l’ambiente dai rumori provenienti dal corridoio. I ritardatari raggiungono il proprio posto aprendosi un varco dietro la cattedra, tra le spalle della docente e la lavagna. Cinque delle sei vetrate sono coperte per rendere visibili le immagini del proiettore. L’aula ha una capienza di 84 posti. Almeno altri 50 studenti si accomodano su sedie volanti. Il brusio è inevitabile. La professoressa spiega la struttura del ciclopentano e del cicloesano con l’ausilio di un modellino. Qualcuno chiede di aprire uno spiraglio. Dopo un’ora l’ossigeno è diminuito e l’attenzione cala ma la Menna sembra non accusare. Invita i ragazzi a verificare la rotazione dei legami sui propri mini-modellini portati da casa… Si contano sulle dita di una mano gli studenti che tirano fuori la propria bustina piena di pezzetti di plastica colorata. D’altra parte non ci sarebbe neppure lo spazio per montarli. Dopo due ore di lezione tutti si precipitano fuori a prendere una boccata d’aria. Ma prima di andare via tocca rimettere tutte le sedie a posto.
Manuela Pitterà
La confusione cresce e i ragazzi cominciano a lamentarsi per il caldo. “Non possiamo aprire le finestre perché vanno in testa a chi vi è seduto davanti – sostiene Andrea – I professori ci vedono sofferenti e sono preoccupati anche per la sicurezza: le sedie aggiunte precludono ogni via di fuga”. “Le lezioni sono molto chiare e se le segui puoi sostenere le prove intercorso – spiega Federica – Sarà un problema farle in quest’aula. Se non ce la cambiano, copieremo tutti”.
La prof.ssa Marialuisa Menna assicura che il problema verrà risolto a breve: “Ci siamo già attivati per chiedere un’aula di maggiori dimensioni. Quest’anno c’è un numero superiore di frequentanti perché ha deciso di seguire anche un gruppetto del II anno”. Chiediamo alla docente come mai un numero consistente di iscritti non sia riuscito a superare l’esame l’anno scorso. “Quelli che si sono presentati non hanno avuto alcun problema – risponde – Alcuni mi hanno riferito di aver posticipato la Chimica Organica per dedicare più tempo a quella Generale”.
La lezione ha inizio. Le porte vengono chiuse per isolare l’ambiente dai rumori provenienti dal corridoio. I ritardatari raggiungono il proprio posto aprendosi un varco dietro la cattedra, tra le spalle della docente e la lavagna. Cinque delle sei vetrate sono coperte per rendere visibili le immagini del proiettore. L’aula ha una capienza di 84 posti. Almeno altri 50 studenti si accomodano su sedie volanti. Il brusio è inevitabile. La professoressa spiega la struttura del ciclopentano e del cicloesano con l’ausilio di un modellino. Qualcuno chiede di aprire uno spiraglio. Dopo un’ora l’ossigeno è diminuito e l’attenzione cala ma la Menna sembra non accusare. Invita i ragazzi a verificare la rotazione dei legami sui propri mini-modellini portati da casa… Si contano sulle dita di una mano gli studenti che tirano fuori la propria bustina piena di pezzetti di plastica colorata. D’altra parte non ci sarebbe neppure lo spazio per montarli. Dopo due ore di lezione tutti si precipitano fuori a prendere una boccata d’aria. Ma prima di andare via tocca rimettere tutte le sedie a posto.
Manuela Pitterà