A Scienze e Tecniche Psicologiche matricole da 100 e lode

Adriana e Brunella, classe 2001, neodiplomate, rientrano tra le eccellenze che hanno occupato i 400 posti disponibili per il Corso a numero programmato in Scienze e Tecniche Psicologiche. Più di 3000 le richieste giunte, i cui vincitori sono stati selezionati in base al voto di maturità e alla minore età anagrafica, con il risultato dei primi 62 posti in graduatoria occupati da votazioni finali oltre il massimo – 100 e lode – che ha reso la corsa all’accesso una vera sfida. Adriana Russo, dopo il diploma al liceo delle scienze umane, non aveva alcun dubbio sulla scelta dell’università: “voglio aiutare coloro che soffrono di patologie psicologiche che spesso finiscono per isolarli, costretti a vivere in una zona d’ombra. Vorrei dare una voce a tutte queste persone”. Adriana sogna di diventare psicologa sin da bambina e oggi sceglie di seguire questo percorso nonostante molte persone che le sono vicine le abbiano consigliato di rinunciare ad una professione che può dare delle difficoltà all’ingresso nel mondo del lavoro. “Ho provato anche i test per altri Corsi, da Medicina a Infermieristica, ma quando ho dovuto scegliere non ho avuto più dubbi. Ho seguito il cuore, voglio fare quello che desidero”. Adriana, che è nata a New York, dove ancora vive il padre e il lato paterno della sua famiglia, da anni si è trasferita a vivere a Siano, Comune in provincia di Salerno: “avrei voluto in parte continuare in America gli studi, ma dall’altro lato trovo che l’accoglienza e la familiarità che sappiamo trasmettere in Italia non si trovi da nessun’altra parte”. Un esempio di ciò Adriana lo ha sperimentato sul gruppo social delle matricole del suo Corso di Laurea dove, tra dubbi e consigli vari, gli studenti tentano di darsi una mano a risolvere insieme i problemi di ognuno: “sono persone che ancora non conosco, eppure con loro mi sono sentita subito a casa”. I vantaggi di un percorso di studi articolato nel Triennio più i due anni di Magistrale separati, secondo Adriana: “si ha tempo per studiare le materie di base, scoprire quale può essere il proprio ambito di interesse, per quale aspetto del mondo della psicologia si è più orientati e approfondirlo, successivamente, con un Corso Magistrale”. E poi: alleggerisce il carico psicologico di un percorso quinquennale unico: “mi sarei sentita sopraffatta”, confessa. Qualche pecca nell’organizzazione, da imputare certo ad una situazione complessa e non semplice da gestire: “trovo che per noi matricole sia importante frequentare in presenza, aiuta anche a legare tra di noi, a conoscere meglio materie e professori. Eppure, c’è incertezza nella data di inizio delle lezioni e sulla divisione nelle sedi. Forse, data la situazione, avrei preferito seguire tutto da remoto per il momento. Speriamo che la situazione migliori nel prossimo semestre. Non era certo la vita universitaria che mi aspettavo di cominciare!”. Brunella Siani vive a Cava de’ Tirreni, anche lei in provincia di Salerno, e anche lei con un diploma conseguito al liceo delle scienze umane. Un liceo che, grazie all’incontro con professori preparati e motivati, ha alimentato il desiderio di continuare il suo percorso di studi verso la professione di psicologa, che, concorde con Adriana, ritiene sia ancora oggi troppo sottovalutata. “Vorrei diventare psicologa soprattutto per aiutare l’altra persona a stare meglio, crescere e migliorarsi”, dice Brunella, affascinata dal dialogo con l’altro a cui è stata abituata già dai professori delle superiori. Nonostante un avvicinamento a Giurisprudenza, la neomatricola federiciana ha deciso comunque di seguire la passione: “forse sarà più complicato in futuro trovare lavoro, sono in molti a scoraggiarmi, ma almeno studierò quello che mi piace davvero”. Sulle lezioni in presenza è d’accordo con la scelta dell’università, seppur con qualche remora, ma d’altra parte per le matricole si tratta di approcciarsi ad un contesto totalmente nuovo e molto diverso da quello delle superiori, che probabilmente solo le lezioni in aula danno modo di scoprire davvero. “Sul metodo di selezione forse si poteva scegliere meglio. Conosco persone molto valide che si sono diplomate con voti intorno al 90 e non sono state ammesse. Si sarebbe potuto optare per un talk, un colloquio per dimostrare la motivazione alla scelta del Corso di Laurea”. D’altra parte, però, non esiste un manuale di gestione per casi come questo e va riconosciuto che ogni università più che su soluzioni definitive ad oggi sembra puntare sulla migliore opzione possibile.
Agnese Salemi

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