Aprire un quotidiano e sbirciarne almeno i titoli è sicuramente una buona abitudine che tutti dovrebbero adottare, ma per uno studente di Scienze Politiche sembra essere un dovere. “Un nostro studente deve possedere innanzitutto curiosità nei confronti del mondo- sostiene il Preside della Facoltà Amedeo Di Maio- Deve interessarsi a quello che succede nella realtà che lo circonda; conoscere le grandi tematiche economiche, politiche, sociali della nostra epoca. Non gli si richiede la conoscenza di un esperto, ma l’interesse che conduce a leggere un quotidiano o a seguire un dibattito”.
E’ insita nel nome stesso dei due Corsi di Laurea triennali -Scienze Politiche e Relazioni Internazionali- l’attitudine internazionalistica della Facoltà. “La struttura dei nostri Corsi di Laurea- spiega il Preside – rientra in quella che è la vocazione dell’intero Ateneo”.
Scegliere di studiare alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Orientale significa avere una formazione rivolta verso le tematiche politiche globali nelle loro articolazioni di territorio.
“Il primo anno dei due Corsi di Laurea – sottolinea Di Maio- è sostanzialmente comune; la differenziazione avviene nel secondo e terzo anno. Relazioni Internazionali ha, come caratteristica principale, gli studi areali extraeuropei e la cooperazione e lo sviluppo come aspetti tematici. Scienze Politiche affronta, invece, studi areali europei e tematiche rivolte essenzialmente verso il diritto”.
Scienze Politiche si articola in tre percorsi di studio tutti improntati sull’ambito europeo: Politiche e Territorio forma giovani in grado di lavorare nelle amministrazioni pubbliche e private; Politiche ed Economia delle Istituzioni prepara laureati il cui sbocco naturale è la specialistica in Politiche ed Economia delle Istituzioni; Identità ed Integrazione dell’Europa si sviluppa su un continuo confronto tra la scala nazionale e quella comunitaria.
Relazioni Internazionali ha un’impronta diversa basata anche in questo caso su tre indirizzi: Sviluppo e Cooperazione Internazionale forma esperti nella tutela dei diritti umani e civili, nel mantenimento della pace e nella soluzione dei conflitti nonché nello sviluppo socio-economico e politico internazionale; Studi sull’Asia e l’Africa improntato sullo studio della cultura, la politica, la storia e le istituzioni delle regioni dell’Asia e dell’Africa; Relazioni Internazionali e Diplomatiche forma funzionari delle pubbliche amministrazioni in ambito internazionale.
“La preparazione offerta dalla nostra Facoltà è molto trasversale- aggiunge il prof. Di Maio- e si basa su alcune discipline cardine: il diritto, l’economia, la storia, la scienza politica nelle sue caratteristiche più generali e la sociologia. Ma sicuramente la tipicità dei nostri studi si esprime nello studio delle lingue. Siamo, infatti, la prima Facoltà di Scienze Politiche in Italia dove si possono studiare lingue arabe e africane”.
Lingua e cultura araba, Lingue e cultura della Cina e dell’Asia sud orientale, Lingue e cultura del Giappone e della Corea, Lingue e Letterature dell’Etiopia, Lingue e letterature Swahili, Lingua russa: sono solo alcuni degli insegnamenti proposti dalla Facoltà.
La possibilità di stage e tirocini all’estero sovvenzionati con borse di studio aggiunge ancora più valore all’offerta didattica. “Molti nostri studenti- evidenzia il Preside- completano i loro studi sia triennali che specialistici con stage e tirocini non solo a Napoli o in Italia, ma anche all’estero. La sede dell’Unione Europea a Bruxelles, la sede Onu di New York, la Scuola Italiana di Pechino: sono alcune mete dei nostri stage”.
Inoltre, grazie all’acquisizione del Palazzo del Mediterraneo tra le sedi della Facoltà non mancano le occasioni di seminari e di incontri: “Con la sede storica di Palazzo Giusso e Palazzo del Mediterraneo abbiamo reso accettabile la nostra condizione strutturale. Situazioni come quelle di Palazzo Sforza o delle lezioni nei cinema appartengono ormai al passato. Oggi i nostri studenti hanno spazi adeguati per seguire le lezioni e svolgere le attività extracurriculari”.
Anche sul fronte degli sbocchi occupazionali sembrano esserci segni di apertura, ma solo per i laureati quinquennali. “La quasi totalità dei laureati triennali sceglie di continuare con una delle nostre specialistiche: Politiche per la Cooperazione allo Sviluppo, Politica ed Economia delle Istituzioni, Politiche e Istituzioni dell’Europa, Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa, Relazioni e Politiche Internazionali. Questo avviene per due motivi: uno negativo ed uno positivo – continua il Preside – Quello positivo è la domanda di formazione più alta. Quello negativo è il fallimento della riforma per cui non esiste collocazione per i laureati triennali, e questo non solo per la nostra Facoltà”.
Un laureato magistrale però, secondo le ultime statistiche nazionali, trova lavoro nel giro di un anno, anche se solo il 50% svolge l’attività per cui ha studiato. “Questo dato, però, non è significativo per Scienze Politiche in quanto per il laureato di questa Facoltà non si può definire uno specifico settore d’impiego. Credo, comunque, che è importante scegliere innanzitutto il tipo di studi che più appassiona, perchè chi è bravo alla fine trova lavoro”.
Un altro consiglio che arriva dal Preside: frequentare e vivere l’università ma anche di “seguire l’ordine degli esami consigliato dalla Facoltà anche dove non c’è propedeuticità, perchè la logica sottesa è fissare gli esami di base ai primi anni e dunque quelli specialistici per i quali è necessaria, comunque, una buona preparazione di base”.
Valentina Orellana
E’ insita nel nome stesso dei due Corsi di Laurea triennali -Scienze Politiche e Relazioni Internazionali- l’attitudine internazionalistica della Facoltà. “La struttura dei nostri Corsi di Laurea- spiega il Preside – rientra in quella che è la vocazione dell’intero Ateneo”.
Scegliere di studiare alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Orientale significa avere una formazione rivolta verso le tematiche politiche globali nelle loro articolazioni di territorio.
“Il primo anno dei due Corsi di Laurea – sottolinea Di Maio- è sostanzialmente comune; la differenziazione avviene nel secondo e terzo anno. Relazioni Internazionali ha, come caratteristica principale, gli studi areali extraeuropei e la cooperazione e lo sviluppo come aspetti tematici. Scienze Politiche affronta, invece, studi areali europei e tematiche rivolte essenzialmente verso il diritto”.
Scienze Politiche si articola in tre percorsi di studio tutti improntati sull’ambito europeo: Politiche e Territorio forma giovani in grado di lavorare nelle amministrazioni pubbliche e private; Politiche ed Economia delle Istituzioni prepara laureati il cui sbocco naturale è la specialistica in Politiche ed Economia delle Istituzioni; Identità ed Integrazione dell’Europa si sviluppa su un continuo confronto tra la scala nazionale e quella comunitaria.
Relazioni Internazionali ha un’impronta diversa basata anche in questo caso su tre indirizzi: Sviluppo e Cooperazione Internazionale forma esperti nella tutela dei diritti umani e civili, nel mantenimento della pace e nella soluzione dei conflitti nonché nello sviluppo socio-economico e politico internazionale; Studi sull’Asia e l’Africa improntato sullo studio della cultura, la politica, la storia e le istituzioni delle regioni dell’Asia e dell’Africa; Relazioni Internazionali e Diplomatiche forma funzionari delle pubbliche amministrazioni in ambito internazionale.
“La preparazione offerta dalla nostra Facoltà è molto trasversale- aggiunge il prof. Di Maio- e si basa su alcune discipline cardine: il diritto, l’economia, la storia, la scienza politica nelle sue caratteristiche più generali e la sociologia. Ma sicuramente la tipicità dei nostri studi si esprime nello studio delle lingue. Siamo, infatti, la prima Facoltà di Scienze Politiche in Italia dove si possono studiare lingue arabe e africane”.
Lingua e cultura araba, Lingue e cultura della Cina e dell’Asia sud orientale, Lingue e cultura del Giappone e della Corea, Lingue e Letterature dell’Etiopia, Lingue e letterature Swahili, Lingua russa: sono solo alcuni degli insegnamenti proposti dalla Facoltà.
La possibilità di stage e tirocini all’estero sovvenzionati con borse di studio aggiunge ancora più valore all’offerta didattica. “Molti nostri studenti- evidenzia il Preside- completano i loro studi sia triennali che specialistici con stage e tirocini non solo a Napoli o in Italia, ma anche all’estero. La sede dell’Unione Europea a Bruxelles, la sede Onu di New York, la Scuola Italiana di Pechino: sono alcune mete dei nostri stage”.
Inoltre, grazie all’acquisizione del Palazzo del Mediterraneo tra le sedi della Facoltà non mancano le occasioni di seminari e di incontri: “Con la sede storica di Palazzo Giusso e Palazzo del Mediterraneo abbiamo reso accettabile la nostra condizione strutturale. Situazioni come quelle di Palazzo Sforza o delle lezioni nei cinema appartengono ormai al passato. Oggi i nostri studenti hanno spazi adeguati per seguire le lezioni e svolgere le attività extracurriculari”.
Anche sul fronte degli sbocchi occupazionali sembrano esserci segni di apertura, ma solo per i laureati quinquennali. “La quasi totalità dei laureati triennali sceglie di continuare con una delle nostre specialistiche: Politiche per la Cooperazione allo Sviluppo, Politica ed Economia delle Istituzioni, Politiche e Istituzioni dell’Europa, Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa, Relazioni e Politiche Internazionali. Questo avviene per due motivi: uno negativo ed uno positivo – continua il Preside – Quello positivo è la domanda di formazione più alta. Quello negativo è il fallimento della riforma per cui non esiste collocazione per i laureati triennali, e questo non solo per la nostra Facoltà”.
Un laureato magistrale però, secondo le ultime statistiche nazionali, trova lavoro nel giro di un anno, anche se solo il 50% svolge l’attività per cui ha studiato. “Questo dato, però, non è significativo per Scienze Politiche in quanto per il laureato di questa Facoltà non si può definire uno specifico settore d’impiego. Credo, comunque, che è importante scegliere innanzitutto il tipo di studi che più appassiona, perchè chi è bravo alla fine trova lavoro”.
Un altro consiglio che arriva dal Preside: frequentare e vivere l’università ma anche di “seguire l’ordine degli esami consigliato dalla Facoltà anche dove non c’è propedeuticità, perchè la logica sottesa è fissare gli esami di base ai primi anni e dunque quelli specialistici per i quali è necessaria, comunque, una buona preparazione di base”.
Valentina Orellana