Ad Architettura e Ingegneria solo se si ha passione per il disegno e la matematica?

Dopo la Triennale in Ingegneria si può iniziare a lavorare? Verrò assunto in Italia o dovrò andare all’estero? Quali sono le prospettive occupazionali nelle energie rinnovabili in Campania? Esiste l’ingegneria del suono? Sin da piccola volevo fare l’astronauta: un Corso di Ingegneria è la strada giusta per diventarlo? Ho due passioni: l’ingegneria e le ferrovie; a quale Corso di Laurea devo iscrivermi? Sono alcune delle domande poste dagli studenti ai referenti dell’orientamento dei settori disciplinari di Ingegneria e Architettura.
I ragazzi hanno le idee confuse sulle differenze tra le competenze e le applicazioni degli studi di Ingegneria e di Architettura. “Entrambi i percorsi hanno molte derive professionali – chiarisce il prof. Sergio Rinaldi (Architettura, Seconda Università) – L’architetto è orientato prevalentemente al progetto del manufatto. La formazione ha punti in comune soprattutto con quella dell’ingegnere edile ma prevede anche competenze umanistiche”. “L’ingegnere sarà chiamato a progettare. Poco importa di quale oggetto si tratti – aggiunge il prof. Stefano Perna (Ingegneria, Parthenope) – La forma mentis è il punto di forza dell’ingegnere che gli consente di spendersi in vari settori”. Una professione molto diffusa nei sogni dei ragazzi è quella del designer. “È un progettista meno vincolato creativamente dell’architetto ma più legato alle esigenze della produzione”, spiega Rinaldi.
Un’altra domanda frequente riguarda la scelta tra percorsi di studio apparentemente affini: mi iscrivo a Chimica o Ingegneria Chimica? Informatica o Ingegneria Informatica? Ho maggiori possibilità di lavorare con Ingegneria Gestionale o Economia? “La parola ‘Ingegneria’ è sempre un valore aggiunto – asserisce il prof. Giuseppe Del Giudice (Ingegneria, Federico II) – Il mondo dell’ingegneria è diviso in tre macroaree: civile-ambientale, industriale e dell’informazione. Tutti i Corsi sono impegnativi. Soltanto un iscritto su tre alla Federico II riesce a completare la Triennale. 3.800 studenti hanno sostenuto quest’anno da noi il test di autovalutazione. Il 50% di loro sceglierà uno dei Corsi di Ingegneria industriale”. Il numero degli aspiranti ingegneri è in crescita. I Corsi più affollati sono quelli di Ingegneria Edile, Gestionale e Biomedica. Quelli più tosti, Chimica e Aerospaziale. “In quanto a prospettive di lavoro, Ingegneria non è seconda a nessuno”, sostiene il prof. Vito Pascazio (Ingegneria, Parthenope). E il prof. Stefano Aversa (Ingegneria, Parthenope), presente con il suo collega Pierluigi Caramia, aggiunge: “Ci si sacrificherà durante ma si sorriderà dopo, perché non solo non si rimarrà disoccupati ma ci si occuperà esattamente di quello che si sarà studiato”. Del Giudice, però, mette in guardia i ragazzi: “Non scegliete Ingegneria per avere la certezza di lavorare, altrimenti non arriverete alla laurea. L’importante è studiare quello che piace. Fatevi guidare da quella che io chiamo ‘una passione razionale’”.
Una preoccupazione degli studenti: la predisposizione necessaria per affrontare determinate discipline. “Per diventare architetto o designer bisogna saper disegnare?”, chiedono. “Saper tenere una matita in mano può essere utile ma ciò che è importante è saper usare il cervello”, risponde il prof. Antonio Bosco (Architettura, SUN). E la familiarità con la matematica è indispensabile per laurearsi in Ingegneria? “Non c’è da preoccuparsi. Nel primo semestre si ricomincia da zero. Non vi troverete di fronte agli integrali il primo giorno”, rassicura Pascazio. Più che la preparazione pregressa conta la voglia di mettersi in pari. “Per capire quale è il livello di preparazione richiesto all’ingresso basta esercitarsi con i test on line – suggerisce il prof. Luca Comegna di Ingegneria SUN, come il suo collega Aldo Minardo – ma una attitudine particolare l’ingegnere la deve avere: essere curioso. Non fermarsi a contemplare una cosa ma chiedersi perché un ponte sta in piedi, perché un motore ha prestazioni differenti da un altro. Se si ha questo tipo di approccio, si parte già con il piede giusto”.
Presenti agli incontri anche i docenti del Corso di Restauro del Suor Orsola Benincasa Carmine Megna e Ilaria Improta.
- Advertisement -




Articoli Correlati