Agli studenti manca la Biblioteca di Via Acton

Attività didattica a pieno regime a Palazzo Pacanowsky. Gli studenti di Economia e Giurisprudenza affollano l’ampio cortile, si spostano tra i vari piani alla ricerca delle aule in cui seguire i corsi, ancora un po’ disorientati nell’ampia struttura che dovrebbe porre fine ai problemi di spazio con cui hanno dovuto convivere per anni. “E’ un’oasi tranquilla, – dice Vincenzo, di S. Sebastiano al Vesuvio, iscritto al primo anno di Giurisprudenza – anche se le aule comunque non riescono a contenere tutti. Dobbiamo sperare che la frequenza ai corsi diminuisca per poter trovare posto”. Sabatino e Luigi, entrambi al primo anno di Giurisprudenza, seguono i corsi “quasi sempre nell’aula 1.1, da 190 posti e, se non ci anticipiamo rispetto all’inizio delle lezioni, rischiamo di rimanere in piedi”. “Bisogna essere fortunati a trovare posto nelle prime file, – continua Sabatino, di S. Anastasia, che, per ora, ha deciso di seguire tutti e tre i corsi del primo semestre (Diritto romano, Storia della Costituzione e Diritto del Medioevo che definisce “il più complicato”) – magari, con il passare dei giorni, i ragazzi rinunceranno a seguire e potremo guadagnare un po’ di spazi”. Ciò che preoccupa maggiormente, però, è lo “sbilanciamento che esiste tra primo e secondo semestre”. “Il primo semestre è abbastanza leggero, il secondo, al contrario, prevede tre esamoni: Diritto pubblico, Diritto privato ed Economia aziendale. Sarà impossibile sostenerli tutti e tre nei tempi accademici”. 
“Abbiamo appena finito la lezione di Matematica con la prof.ssa Stefania Corsaro – dicono Maria ed Alessandra, matricole di Economia aziendale – Volevamo ripetere alcune nozioni relative alle funzioni, nell’aula studio al piano A, ma, come al solito, non abbiamo trovato posti liberi”. In tutto, le postazioni sono un centinaio e i ragazzi rimpiangono la grande biblioteca centrale di via Acton. “Ho provato ad anticiparmi, ad arrivare presto la mattina, ma non ho quasi mai trovato posto in aula studio – afferma Giovanna Perreca, al secondo anno di Economia e Commercio – Spesso sono sulle scale, anche se è impossibile studiare, tra chiasso e distrazioni varie”. Anche Anna Storace, studentessa di S. Antimo, è seduta all’esterno dell’ufficio di Segreteria. “Da quest’anno seguiamo tutti i corsi a Palazzo Pacanowsky, e non so se è la situazione ideale. Almeno in via Acton avevamo una bella biblioteca, dove riuscivo a concentrarmi e a studiare”. Insieme alla sua amica Giovanna, Anna ricorda le difficoltà incontrate per superare l’esame di Matematica, lo scoglio delle matricole, con il prof. Luigi D’Onofrio. “L’ho ripetuto ben tre volte – racconta – La prima ho passato lo scritto con 28 ma poi sono stata bocciata all’orale, la seconda volta non ho passato lo scritto, mentre la terza ho preso 27 che poi è stato abbassato a 18 all’orale”. 
Commerciale
“il mattone”
Giorgio e Danilo, studenti di Management delle imprese internazionali, in Facoltà per seguire il corso di Diritto commerciale, altro “mattone”, con il prof. Renato Santagata, esprimono giudizi positivi sull’organizzazione dei corsi. “Rispetto all’anno scorso, quando le lezioni cominciavano alle 8, va sicuramente meglio – afferma – Vorrei ricordare che, in via Acton, ci sono aule da 15 o 16 posti, e che, per diversi mesi, è stato persino chiuso il bar. Qui gli spazi sono maggiori e, in attesa della mensa, ci sono le macchinette distributrici di bibite e snack vari, al piano A”. E se all’aperto ci si distrae troppo, Stephanie e Valeria, al terzo anno del corso di Economia aziendale (Facoltà di Giurisprudenza), hanno preso posto su una cattedra in corridoio. “Almeno possiamo poggiare i libri”, dicono. Entrambe di Nola, affermano: “È’ vero che a Nola abbiamo sempre avuto problemi di spazio e non abbiamo mai nemmeno immaginato di poter avere un’aula studio, ma almeno, quando seguivamo in p.zza Giordano Bruno, avevamo tutto il tempo di tornare a casa e dedicare il pomeriggio allo studio. Adesso non è più possibile: arrivare fino in via Parisi ci prende tempo. Potremmo restare in Facoltà e studiare, ma posti non ce ne sono”. E pensare che Stephanie, dopo un anno ad Economia alla Federico II, si è trasferita al Parthenope “per una questione di vicinanza”. “Avevo sostenuto gli esami più difficili del primo anno: Matematica ed Economia aziendale – con programmi più ampi e più complicati se confrontati con quelli del Parthenope – e, una volta arrivata qui, mi hanno convalidato solo l’esame di Matematica”, ricorda. Ad usufruire della cattedra c’è anche Antonella, di Saviano, al terzo anno di Economia Aziendale, la quale sta leggendo il testo di Organizzazione delle risorse umane. “A dicembre, – dice – vorrei sostenere tre esami: Revisione aziendale, Intermediari finanziari e Organizzazione delle risorse umane. Per questo, approfitto di ogni momento libero tra un corso e l’altro per mettermi a studiare, ma è veramente impossibile trovare un posto in aula studio, fin dalle 10 del mattino”.
Passaggi di 
ordinamento a 
Giurisprudenza
Diversi gli studenti di Giurisprudenza che stanno ancora riflettendo sulla possibilità di passare al nuovissimo ordinamento (29 esami anziché 39), visto che il termine per presentare la domanda è stato prorogato al 5 novembre. “Ci vogliono convincere in tutti i modi, ma noi non passiamo al nuovo ordinamento – dicono Giovanna Montella e Anna Nocerino, entrambe studentesse della Magistrale a ciclo unico – Diversi mesi fa, siamo state a colloquio in segreteria, dove ci hanno detto che da 10 esami saremmo passate a 4. Si parlava di abbonare i crediti e di esami di integrativi molto semplici, ma, con il tempo, abbiamo appurato che i ragazzi passati al nuovo ordinamento hanno dovuto sostenere colloqui anche solo per recuperare un credito formativo e che tutta questa convenienza non c’era”. C’è, al contrario, chi si è convinto all’ultimo minuto. “Mi mancano 24 esami – afferma Roberto, originario di Avella, matricola 0408 (ordinamento da 40esami) – con il passaggio diventeranno 14”. Cristiana ed Antonella, alle prese col manuale di Diritto commerciale, – “il programma è troppo ampio e il prof. Ciro Caccavale esigente”, dicono – si augurano di concludere a breve il proprio percorso formativo per poi tentare il concorso in Magistratura. “Dopo gli anni di studio a Nola, dobbiamo ancora ambientarci nella nuova struttura ed entrare in una cerchia di amici o gruppi di studio – dicono – Almeno per ora, a corsi cominciati da qualche settimana, la disorganizzazione è unica”. Stefania, invece, ha scelto il Parthenope dopo un anno all’Università di Salerno: “Dopo aver sostenuto tre esami, ho deciso di trasferirmi, perché, a mio avviso, c’erano troppi favoritismi. Spero di trovarmi meglio”. 
Maddalena Esposito
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