Agnese, neo-laureata Triennale in Disegno Industriale, vince un premio con la sua tesi

Un progetto di tesi che potrebbe diventare realtà. È quello di Agnese Tamburrini, neo-laureata alla Triennale in Disegno industriale alla Seconda Università, tra i vincitori dell’ottava edizione del Lucky Strike Talented Designer Awards, premio di design ideato e promosso dalla Raymond Loewy Foundation Italy per stimolare e supportare la creatività delle giovani leve del settore. Quest’anno l’iniziativa ha registrato un numero record di progetti: sono arrivate oltre 240 tesi contro le 128 dell’anno scorso. Laureata nell’ottobre del 2011 con il massimo dei voti e la lode, Agnese, 24enne casertana, ha concluso il percorso di studi quasi nei tempi accademici e, tra un progetto e l’altro, ha deciso di partecipare al concorso con il lavoro presentato in seduta di laurea. Si è classificata terza – ed ha ricevuto un premio di 3mila euro nel corso della cerimonia che si è tenuta alla Fondazione Plart di Napoli il 21 marzo – dopo un gruppo composto da tre studenti del Politecnico di Torino (Luca Zuliani, Eleonora Fiore e Marco Mignone), che hanno progettato un sistema per l’abitazione del futuro, Ecodomestic Appliaces, che sfrutta al meglio le risorse energetiche grazie ad una personalizzazione degli elettrodomestici, e una studentessa dell’Università di Venezia, Gabriella Sperotto, con una ricerca incentrata sulla problematica complessa del design orientato alla disabilità visiva.
Dopo il titolo triennale, “non ho preso in considerazione l’iscrizione al biennio Specialistico perché l’offerta formativa della Sun non è molto ampia, ma ho continuato a studiare per approfondire alcuni importanti aspetti della progettazione, presso il centro studi ILAS (Istituto Superiore di Comunicazione Visiva) di Napoli, per avere una formazione di tipo professionale – racconta Agnese – Intanto, porto avanti una serie di progetti personali tra cui ECCO, il prototipo presentato al Lucky Strike Talented, destinato al compostaggio verticale da installare nelle scuole primarie, utile a fertilizzare una pianta che, a sua volta, produce elementi di scarto riutilizzabili per generare un nuovo composto fertile”. Acronimo di Educational Composter Circular Organism, ECCO, oltre ad avere un grande valore ecologico, svolge una funzione educativa sull’importanza del riciclaggio. “Ai bambini viene affidato il compito di gestire il rifiuto organico e la cura della pianta. I due quadrimestri dell’anno scolastico potrebbero coincidere con due cicli di smaltimento, alla fine dei quali i bimbi concludono l’esperienza con la piantina adottata”. L’idea è nata da un’indagine personale di Agnese: “Girando tra condomini e abitazioni, ho notato che ci sono tantissime compostiere dimenticate negli angoli dei giardini. Per predisporre quello che, attualmente, è un progetto su carta al funzionamento vero e proprio, sarebbe necessaria una fase di prototipazione, e un aiuto economico da parte di un comune o di un’azienda. Al momento, lo sto proponendo alle aziende del centro-nord, che sembrano più aperte a nuove idee. Vedremo se ci sarà un riscontro”. 
Da sempre appassionata di disegno, Agnese confessa di aver optato, dopo il diploma, per il corso in Disegno industriale, “senza conoscere gli aspetti che lo caratterizzano. Ero spinta da passione e curiosità, ma non avevo presente tutti gli atri settori legati al design, quali la comunicazione e la grafica, e al primo anno ho affrontato esami traumatici: ricordo quello di Disegno e Tecnica della comunicazione, per il quale dovevamo preparare un progetto con le basi, limitate, di Disegno che avevamo. E, ancora, l’esame di Grafica, per me illuminante, in quanto mi ha aperto la mente a nuovi ambiti del sapere”. Con il ritmo incalzante di corsi ed esami, “il rischio di rimanere indietro è altissimo, quindi è essenziale seguire le lezioni e le correzioni dei progetti in modo da arrivare all’esame con gran parte del lavoro già svolto. Vanno messe in conto anche le nottate passate ad ultimare i progetti, ma di certo la costanza e l’impegno pagano”. 
In un periodo non florido per l’economia del nostro Paese, sembra che i più bravi non si arrendano facilmente: “Non nascondo che, in quest’ultimo anno, ho attraversato periodi di sconforto dovuti alla carenza di lavoro, e, per giunta, in diverse occasioni di colloqui mi è stato proposto di svolgere ruoli per cui c’era bisogno di una preparazione nettamente inferiore a quella che ho acquisito negli anni di Università. Non mi sono lasciata abbattere perché non voglio buttare all’aria i sacrifici fatti, e, volendo uscire al più presto da questa situazione di incertezza, sto pensando seriamente di propormi come libero professionista”. 
Maddalena Esposito
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