Studenti e neo laureati della SUN si distinguono al Salone del Mobile di Milano

Viaggio a Milano per gli studenti di Disegno Industriale del prof. Claudio Gambardella, che sono approdati al Salone Satellite – sezione del Salone Internazionale del Mobile dedicata ai giovani – dal 9 al 14 aprile con progetti propri. “Si è trattato di un’occasione di forte impatto per allievi e laureati under 35, formati alla SUN, che si sono classificati al primo posto nella ricerca, tra tutte le Facoltà italiane”, spiega il docente che con i suoi collaboratori Silvia D’Ambrosio, Gabriele Del Vecchio e Mariagrazia Spanò ha allestito uno stand dell’azienda People & Projects, grazie al progetto grafico della prof.ssa Alessandra Cirafici. “Ho voluto cogliere al volo questa opportunità per dare un segnale forte e concreto ai ragazzi e sostenerli per un futuro inserimento nel mondo del lavoro”. Originali le idee degli studenti, che hanno sfoggiato i più disparati oggetti dal design sui generis. Il gruppo “Ze123”, composto dai laureati Fabio Chianese e Alain Squeglia, più gli studenti della Magistrale in Design per l’Innovazione Ettore Ambrosio ed Angelo Stompanato, ha progettato “Isacco”, un tavolo ispirato alla teoria di Newton. “Non poggia sulle gambe, ma è in sospensione. Una cinghia di frizione comprime il piano e lo spinge verso l’alto e basta scioglierla per dividere le tre parti di cui è composto ed impacchettarlo facilmente”, illustra Fabio. L’oggetto si può anche acquistare ad un prezzo di 1.800 euro. “Abbiamo ripensato al tavolo in maniera originale, con una struttura totalmente diversa e le tecniche costruttive dei ponti”. A completare l’esposizione del gruppo, un set di tre sgabelli: “la ‘Serie Moschettieri’, il primo dondola, il secondo bascula intorno ad un perno centrale, il terzo ha le rotelle”, conclude il ragazzo.
“Bottle-up” è invece il progetto di Giuseppe Casuccio, professionista, e Valerio Palmieri, studente della Magistrale in Architettura degli Interni. “È una lampada a sospensione composta da una capsula in alluminio che accoglie bottiglie da aperitivo. La testa della bottiglia presenta dei tagli con un filo per dissipare il calore prodotto dal led interno, mentre un altro filo, rivestito in seta rossa, conduce elettricità”, espone Valerio. Il concetto alla base è quello del riutilizzo delle bottigliette di Crodino in questo caso. “Hanno un ciclo di vita molto breve, così noi lo prolunghiamo. Le nostre bottigliette contengono davvero Crodino, ma ci si può inserire qualsiasi liquido senza paura che evapori, perché c’è un piano in vetro che separa il liquido dal led”. Il neolaureato in Disegno Industriale Francesco Tamburrino invece presenta la sua “Nova13”, ispirata dalla tesi. “L’intento era quello di rivisitare la lampada acrilica del ’62 di Joe e Gianni Colombo, un oggetto cult dove però non vi era un corretto utilizzo dei materiali, che portava come conseguenza una grossa dispersione della luce”. La lampada è stata ripensata quindi con un materiale diverso: “il polimetilmetacrilato che mi ha permesso di cambiare la forma dell’oggetto e simulare quindi l’effetto di luce desiderato, fino ad approdare ad una configurazione dove non ve n’è dispersione”.
- Advertisement -




Articoli Correlati