Alla scoperta del Diritto notarile

La professione notarile notoriamente esercita un notevole ascendente sugli studenti di Giurisprudenza. Per molti non si può ambire ad una dimensione professionale maggiormente appagante. Tuttavia, tendenzialmente, si è pressoché ignari delle funzioni assolte dal notaio. Talvolta è una figura “che vive per lo più nelle fantasie degli studenti”, afferma il prof. Alessandro De Donato, docente di Diritto Notarile, insegnamento che, dunque, risponde all’esigenza di rendere gli studenti adeguatamente edotti circa i profili contenutistici della professione. È un esame opzionale, inserito due anni fa nel piano di studi, e attribuisce sei crediti formativi. “Reputo la scelta di introdurre l’esame di Diritto Notarile assai opportuna. C’è una diffusa disinformazione circa la figura del notaio. Bisogna che gli studenti siano posti nelle condizioni di comprendere in cosa effettivamente consista la professione”, sottolinea il notaio. Per affrontare questa disciplina, che va  nella direzione di consentire ai ragazzi di incominciare a tastare con mano la dimensione pragmatica delle materie di studio, non si può evidentemente prescindere dalle nozioni di diritto privato: “Il Diritto notarile postula una conoscenza adeguata delle categorie civilistiche. Senza una padronanza di queste ultime lo studio rischia di risultare disagevole. Conscio di ciò, in sede di lezione, cerco tendenzialmente di illustrare ex professo gli istituti giuridici implicati di volta in volta, affidandomi anche a delle simulazioni dei casi giuridici, attraverso le quali gli studenti sono posti al cospetto di ciò che studiano e riescono meglio a padroneggiarlo”. Non pochi studenti hanno accolto con favore la scelta di introdurre l’esame di Diritto Notarile. Ad esempio, Filippo Acconcia, studente del terzo anno del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza: “Sono da sempre stato incuriosito dalla figura del notaio. Non ho mai capito esattamente di cosa si occupasse. Lo studio di questa materia mi ha permesso di schiarirmi le idee e di maturare coscienza di come sia fondamentale consolidare le nozioni privatistiche ai fini del percorso notarile”. Alessia Iavarone, studentessa del quarto anno del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza, confessa: “ho ricostruito la figura del notaio a mo’ di collage, connettendo le diverse informazioni che ho avuto modo di ricevere. Evidentemente non potevo accontentarmi di questa  conoscenza approssimativa. Così ho scelto quest’esame. Si è trattato di una scelta felice che raccomando vivamente ai miei colleghi”. 
Nell’immaginario collettivo, checché se ne dica, è assai radicato il convincimento che quella notarile sia una professione che si trasmette di padre in figlio, con irrisorie possibilità di riuscita per quanti non siano già figli d’arte. Nulla di più falso per il notaio De Donato: “Il fatto che si voglia dipingere la professione notarile alla stregua di un sapere tralatizio, che si trasmette in automatico di generazione in generazione, è da sconfessare a spada tratta. Non bisogna gettare ombre sulla correttezza del concorso notarile: si diffondono notizie che rischiano significativamente di allontanare i ragazzi dal perseguire la strada notarile”.
Giovanni Lanzante
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