“Mostrare agli studenti un aspetto di tipo metodologico relativo all’ingegneria del software, ovvero a quella parte dell’informatica che si occupa della progettazione del prodotto, con un approfondimento sul mondo cosiddetto ‘Agile’ e il pensiero Lean e nel contempo osservare le applicazioni di questi metodi in un’azienda che è tra i maggiori player dell’IT (Information Technology), Zalando, attraverso una storia di successo”: il duplice obiettivo, spiega il prof. Raffaele Montella, organizzatore con i suoi colleghi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alfredo Petrosino, Angelo Ciaramella, dell’iniziativa che si è svolta il 25 maggio nella sede del Centro Direzionale dell’Ateneo. Il seminario di orientamento al lavoro si è rivolto principalmente agli studenti di Informatica e Informatica Applicata, in armonia con gli argomenti affrontati nei corsi di Sistemi Operativi, Tecnologie Web e Terminali Mobili e Multimedialità. L’incontro ha raccolto un centinaio di adesioni dalla parte di studenti affascinati dal connubio nuove tecnologie e innovazione. La tematica principale sviscerata: metodologie abilitanti trasversali utili per progettazione, sviluppo e operatività di software da applicare nell’e-commerce in ambito enterprise e più in generale nell’approccio al pensiero computazionale. A far luce sulla questione un ospite d’eccezione, Fausto Sannino, Senior Project Manager in Zalando Payments, laureato in Informatica nel 2008 alla Parthenope, dal 2010 a Berlino presso la società tedesca specializzata nella vendita on-line di scarpe, vestiti e altri accessori che ha fatto propria la filosofia cosiddetta Agile e del Lean Management.
L’obiettivo del Corso “Trasformare gli appassionati in professionisti”
Cosa sono? “Uno dei concetti di base del Mondo Agile è la riduzione del time-to-market, cioè del tempo che intercorre dall’elaborazione dell’idea alla creazione del prodotto di successo introdotto sul mercato. Rilasciare un software esente da bug, cioè difetti di funzionamento, richiede tempi lunghi”. In questo modo, “il prodotto perfetto non arriverà mai sul mercato”, spiega il prof. Montella. Invece, l’introduzione delle metodologie Agile applicate allo sviluppo del software consente di accorciare la scala temporale dei vari passaggi. Generalmente, “si raccolgono i requisiti di un prodotto sulla base di indagini e interviste agli utenti per poi stabilire le funzionalità. Una volta comprese le limitazioni all’interno del quale il software deve funzionare, si tenta di implementare uno standard, ma il processo di sviluppo del prodotto finale potrebbe durare anni e nel frattempo gli utenti che ne avevano bisogno non ne usufruiscono”. Occorre soddisfare una richiesta di professionalità in tempi ben calibrati per rispondere alle sfide lanciate dalle aziende moderne. Il vantaggio dei metodi Agile sui propri competitor sta nel “rilasciare sul mercato il primo prototipo dell’applicazione che, acquistato dagli utenti, attraverso un sistema di feedback condurrà a un secondo ciclo di sviluppo in cui raffinare i requisiti, risolvere i malfunzionamenti e poi man mano aggiornare le funzionalità”. Un esempio? “Prima usciva una versione di Windows ogni due anni, adesso chi ha Windows 10 riceve continuamente gli aggiornamenti dell’ultima versione”. Altra cosa è il Lean Management, un approccio trasversale derivante da una filosofia giapponese che si basa sulla minimizzazione degli sprechi e la massimizzazione del valore per il cliente “in un’ottica assolutamente orizzontale, applicabile anche al di fuori del settore IT” e che ha un ottimo riscontro in Zalando. “Non è il dirigente che impone di darsi da fare, bensì il Project Manager che organizza il lavoro del team a seconda delle necessità e affida a ciascuno dei componenti una task entro il rispetto di una scadenza”. Entrambi i metodi sono tesi al miglioramento continuo nella speranza di arginare un problema culturale: “per i nostri studenti, i post-millenials, la tecnologia è un dato di fatto ed è quindi difficile instillare in loro il piacere della scoperta e della proposta di nuove soluzioni”. Se la tecnologia già c’è, ciò che fa la differenza è sperimentarla: “non più solo come utenti ma anche in maniera attiva come sviluppatori. Prima si chiamavano i ‘creativi’. Oggi questa cosa si è un po’ persa, invece l’obiettivo di un Corso di Laurea in Informatica è trasformare gli appassionati in professionisti”.
Sabrina Sabatino
Sabrina Sabatino