Alla scoperta dell’Islam con il prof. Lo Jacono

“Animata e molto piacevole”: così il prof. Claudio Lo Jacono, ordinario di Storia del Vicino Oriente all’Orientale definisce la serata, svoltasi lo scorso 18 gennaio al Centro Congressi di via Partenope. La comunità accademica si è qui riunita per ascoltare una conferenza del professore intitolata Messaggerie Orientali. Islam e Occidente: due culture a confronto.
“Ho ricevuto molte manifestazioni di simpatia, a parte un signore in seconda fila che si è addormentato dopo cinque minuti…” scherza Lo Jacono, orgoglioso di essere Preside dell’Istituto per l’Oriente Carlo Alfonso Nallino di Roma e Direttore della rivista Oriente Moderno.
“Si tratta della seconda invasione di campo di messaggeri orientali alla Corte di Federico II – afferma il prof. Pasquale Ciriello, Rettore dell’Orientale – giusto un anno fa il professor Franco Mazzei tenne un incontro – molto applaudito, n.d.r. – sulla Cina, quest’anno si è scelto un tema di cui si parla troppo senza le adeguate conoscenze: l’Islam”.
Il prof. Lo Jacono delinea il comune orizzonte culturale esistente tra il mondo occidentale e quello islamico sino al VII secolo e la successiva diversificazione avvenuta in un lasso di tempo molto breve. Illustra le ragioni di questa separazione e il successivo differente sviluppo dei due modelli culturali sino ad introdurre il tema scottante dell’attuale scontro tra le due civiltà. “Il mondo islamico sta combattendo una battaglia disperata per difendersi dalla globalizzazione  – asserisce il professore – Una minoranza lo fa in maniera violenta, anche terroristica. Il vero Islam è molto più tollerante ma gli estremisti provano ad imporre il proprio credo”.
“E’ interessante che il professore nella prima parte dell’intervento non si sia soffermato su tematiche di moda ma sui cibi, i tessuti, gli aspetti della quotidianità – sostiene Eduardo De Tommasi, Dottorando in Metodologia fisica applicata alla ricerca ecologica – Sviluppando solo alla fine le tematiche di attualità, ha trovato un modo originale per affrontare un tema caldo”. Non la pensa allo stesso modo il prof. Michele Cuomo, docente presso il Dipartimento di Programmazione Architettonica e Ambientale alla Federico II: “Avrei preferito più messaggerie e meno discorsi sul cibo – afferma – Mi aspettavo una conferenza più specialistica. Invece l’ho trovata troppo da intrattenimento. Ma forse il fine era proprio quello”. 
Tra il pubblico presente vi sono studenti e professori di ogni ramo del sapere, rappresentanti di tutti i Poli Universitari napoletani. Il tema del confronto tra le due civilltà incoraggia l’ibridazione culturale, nonché l’incontro tra le varie Università. “Ho trascinato qui anche mia moglie che è un architetto, perché trovo gradevole la contaminazione delle due culture”, afferma Eduardo De Tommasi, ricercatore di Ingegneria informatica. “E’ stato un intervento ben articolato e alla portata di tutti” commenta Guglielmo Landolfi, docente di Diritto Commerciale alla Parthenope. “Si impara sempre qualcosa di nuovo”, confessa il prof. Michele Malatesta, docente di Logica alla Federico II. “E’ la prima volta che vengo, mi interessava il tema – spiega la prof.ssa Maria Elefante, docente di Letteratura Latina – In più il dibattito ha permesso un’apertura sul mondo contemporaneo”. Assiduo frequentatore del ciclo di conferenze è, invece, il prof. Giuseppe D’Alessio, ordinario di Chimica Biologica alla Federico II che afferma con convinzione: “dovremmo frequentare di più questi ambiti culturali per familiarizzare con società diverse”. “Lo Jacono ha ben messo in luce le circostanze della diversificazione dal mondo islamico – sottolinea il prof. Rocco Pititto, docente di Filosofia del linguaggio – Il problema è che ci troviamo di fronte a due visioni talmente diverse da essere quasi inconciliabili”. “Una lezione davvero interessante – esclama Valeria Gentile, studentessa di Archeologia e storia delle arti – peccato solo che il professore abbia letto. Avrei preferito che andasse a braccio”. 
Alcuni tra i più giovani hanno notato che Lo Jacono non si è avvalso del consueto ausilio delle diapositive. “Non ce ne siamo neppure accorti! – replica il professor Landolfi – Non sarebbero state pertinenti al tema”. “Non sono uno storico dell’arte  – si difende il prof. Lo Jacono – Parlando di idee era difficile fare ricorso alle immagini. Sarebbero state foto esornative e poi, per la cultura materiale, cosa avrei potuto mostrare gli ortaggi?” E forse ha ragione lui, meglio non proporre cibi commestibili data l’assenza del tradizionale buffet…causa taglio dei fondi a seguito della legge Finanziaria.
Manuela Pitterà
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