Alla Vanvitelli la mobilità internazionale è una realtà

Doppi titoli con diversi Atenei nel mondo, numerosi bandi per borse di mobilità e un sistema di orientamento e accoglienza di prim’ordine. È così che l’Università Vanvitelli punta sull’internazionalizzazione. “Il nostro Rettore è molto attento all’aspetto della mobilità di docenti e studenti – spiega il prof.
Sergio Minucci, delegato d’Ateneo alla mobilità e all’internazionalizzazione – Questo ha portato, negli ultimi due anni, ad un aumento di domande da parte di studenti sia in entrata che in uscita. La Regione Campania, con l’assessore Fascione, ha dato un ulteriore importante contributo con un finanziamento che ha permesso di incrementare sia il numero di borse che i tempi di permanenza. L’Ufficio internazionalizzazione, guidato dalla dott.ssa Luise, inoltre, sta facendo un ottimo lavoro”. Per gli studenti della Vanvitelli, quindi, crescono di anno in anno le possibilità di scambi, grazie ai numerosi accordi stretti con università europee ed extraeuropee. Oltre ai bandi Erasmus+ che offrono l’opportunità di periodi di soggiorno per studio o per tirocinio presso i Paesi
dell’Unione Europea, sono diversi anche gli accordi con Stati extraeuropei sia per mobilità che per titoli congiunti. Attualmente sono una dozzina. “Quest’anno – spiega il prof. Minucci – siamo rientrati per la prima volta tra la rosa ristretta degli Atenei che possono accedere al Programma K107, un’azione di Erasmus+ che riguarda istituti extraeuropei. Noi avremo, quindi, la possibilità di cofinanziamento di 30.000 euro per sviluppare doppi titoli con la Tunisia per Medicina e con l’Albania per Giurisprudenza, di cui è responsabile il prof. Chieffi. In particolare, per Medicina lo scambio docente-
studente avverrà non durante il Corso di studi, ma nell’ambito del Dottorato di ricerca. Abbiamo già avuto ospite uno studente tunisino; da questa accoglienza è nata l’attività. La chiave 107 rappresenta un’apertura verso nuove possibilità e speriamo il prossimo anno di poter fare ancora di più”. Sono aumentati gli accordi con la Cina, frutto del viaggio della delegazione casertana svolto nel paese asiatico a luglio: “Abbiamo sottoscritto un accordo interessante con l’Università di Chongquing. Si tratta di un Ateneo di circa 40.000 studenti a vocazione artistica. Per adesso si tratta di un’intesa e rientra nel programma di collaborazione, guidato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per la creazione di un parco biotecnologico. Questo Ateneo cinese è, in realtà, molto interessato a stringere delle collaborazioni con noi, in particolare con il Dipartimento di Architettura, considerata la loro attenzione al fashion e alla moda italiana. Un nostro docente del DADI è stato già invitato a tenere lì un corso in inglese sul Fashion design. A novembre, inoltre, arriverà da noi una delegazione dall’Università di Pechino per lo sviluppo di attività di ricerca che riguardano la Scuola di Medicina”. Altri accordi sono in essere con l’Iran, dove di recente si è aperto uno spiraglio, e con Israele: “Anche qui avremo la possibilità di attivare Corsi per doppio titolo. Inoltre, nel Corso di Medicina in lingua inglese abbiamo registrato la presenza di diversi studenti israeliani, per cui si può dire che sia già presente una piccola comunità che può dar vita ad uno sviluppo positivo dei rapporti con questo Paese”. Contatti anche con l’India, con il Giappone e con gli USA, “inoltre siamo in fase di trattative per accordi di scambio con Cuba”. Sul piano della ricerca, ricorda il prof. Minucci, a luglio sono stati emessi due bandi per l’internazionalizzazione che vedono il finanziamento di progetti di scambio per 5 mila euro. Ancora: “proprio in questi giorni sta per uscire il bando per visiting professor, con circa 25 posti a concorso. Questo tipo di azioni sono importanti per far sì che la didattica abbia ricadute internazionali e per favorire i contatti e gli scambi con colleghi stranieri”. Volgendo lo sguardo verso i servizi interni e l’accoglienza, “abbiamo un front office estremamente funzionale e con personale dedicato. Per ogni Dipartimento c’è un delegato e si viene indirizzati verso referenti qualificati. Poi non bisogna dimenticare gli studenti buddies che rappresentano un grosso supporto per l’accoglienza, e che spero possano essere incrementati di numero”. Ma quali sono i settori che ‘tirano’ di più e quando pensare ad un’esperienza all’estero? “Ci sono, naturalmente, settori che lavorano di più nell’ambito dell’internazionalizzazione e sono in generale quelli scientifici. Nell’ambito medico, ad esempio, si è fatto e si fa tanta mobilità, così come per l’Architettura. Ma devo dire che il nostro Dipartimento di Giurisprudenza è uno dei più attivi per numero di scambi e che anche a Lettere c’è grossa attenzione per l’internazionalizzazione e sono attivi scambi con atenei russi per il rilascio di titoli doppi. In generale, abbiamo una fervente attività in tutto l’Ateneo – aggiunge – Se tra gli obiettivi di Horizon 2020 c’è quello di arrivare al 20 per cento di scambi, credo che noi possiamo rientrare senza troppe difficoltà in queste percentuali. L’esperienza all’estero diventa un elemento sempre più importante nella carriera dei nostri studenti, ad esempio se si studia Medicina è imprescindibile per essere davvero competitivi: da noi si fa un’eccellente teoria, mentre pecchiamo nella pratica. Un’esperienza fuori può aiutare a compensare questa carenza completando la formazione di un buon medico”. In generale, conclude, il consiglio è di “iniziare a pensare ad aderire ad un programma di internazionalizzazione dal secondo anno per i Corsi Triennali, e dal terzo-quarto per i Corsi quinquennali. Sicuramente non al primo anno perché si devono prima apprendere le basi per capire cosa si fa qui e, quindi, cosa si va a studiare fuori”.
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