Antonio, studente di Geologia, nella Nazionale di Football americano

Studente in Geologia e giocatore nella Nazionale italiana di Football americano a nove che disputerà i Mondiali tra qualche mese. Antonio Galderisi, 22 anni, un ragazzone di Castel San Giorgio che pesa 95 chili, distribuiti su un metro ed ottantadue centimetri di altezza, racconta le due grandi passioni della sua vita. “Quella per il football americano – dice – è nata quando avevo 14 anni. L’occasione nacque da una iniziativa di reclutamento nel mio liceo da parte di una squadra di Salerno. Cominciai così e non ho più smesso”. Otto anni di sacrifici, di impegno, di divertimento e di buoni risultati. “Questo è uno sport – continua Galderisi – che non permette sottovalutazioni. Devi andare in campo sempre ben allenato, in forma, perché in caso contrario ti fai male. Gli impatti possono essere pesanti e, per evitare guai, il fisico deve essere sempre al meglio, la muscolatura in perfetta efficienza. Io mi alleno tre volte a settimana, il lunedì, mercoledì e venerdì,  dalle otto e mezza alle dieci e mezza di sera, a Sant’Angelo di Mercato San Severino o a Rocca Piemonte. Due volte a settima, poi, il martedì ed il giovedì, vado in palestra”. La sua squadra, gli Eagles, partecipa al campionato di serie B di Football americano a nove. Il primo marzo Antonio è stato selezionato, durante un test che si è svolto allo stadio Vigorelli di Milano, nella rosa dei cinquanta della Nazionale. Unico del sud Italia.
 
Laurea in due anni e una sessione
 
L’altra grande passione è la Geologia. “Mi sono laureato ad ottobre – ricorda – in due anni ed una sessione e con 98 alla Triennale ed ora frequento la Specialistica. La tesi era in Geologia strutturale, relatore il professore Stefano Tavani”. 
Comincia presto la giornata di Antonio. “Sveglia alle sei per salire sul pullman che mi porta a Napoli ed essere presente in aula in tempo per la prima lezione, alle otto e mezza. Seguo i corsi, poi rientro a casa nel pomeriggio. Il tempo di posare i libri, salutare a casa e sono di nuovo in strada, quando ho allenamento. Esco dal campo alle dieci e mezza, una doccia, alle undici e dieci sono a casa, mangio un boccone e vado a dormire. Il giorno seguente si ricomincia”. Il segreto per conciliare gli impegni sportivi e quelli universitari, racconta, è questo: “Non perdo una lezione, sono concentrato in aula, cerco di trarre il massimo profitto dalle spiegazioni dei docenti. In questo modo, ottimizzando il tempo che trascorro in Ateneo, lo studio a casa, che ovviamente non manca, diventa più scorrevole e più veloce”.
Lo sport, sottolinea, lo aiuta anche ad affrontare meglio gli ostacoli che, inevitabilmente, ogni studente universitario incontra sul proprio cammino. “Sono un placcatore ed il mio ruolo presuppone di andare incontro all’avversario con lealtà, con correttezza, ma con decisione e senza paura. Poiché pratico un gioco di squadra, poi, devo necessariamente relazionarmi con i compagni, assumermi responsabilità, coordinarmi con gli altri. Il football americano mi ha formato il carattere, mi ha cambiato, e la pratica sportiva è stata determinante quando, durante la Laurea Triennale, ho attraversato momenti di difficoltà”. 
 
Paleontologia, l’esame ostico
 
È accaduto, per esempio, con l’esame di Paleontologia. “Sono stato bocciato tre volte ma non mi sono mai arreso. Ogni volta che è andata male, piuttosto che scoraggiarmi, ho cercato di capire dove avessi sbagliato, in che modo avrei potuto migliorare la preparazione. Un po’ come ci chiede di fare l’allenatore dopo una sconfitta. Mi sono detto: sei in campo e questo esame è il tuo avversario. Se lo eviti, se scappi, se cerchi scorciatoie, non ti laurei oppure prosegui il tuo percorso con lacune. Se lo affronti come fai quando cerchi di placcare un avversario, ne vieni fuori. Alla fine quell’esame l’ho superato. Anzi, mi ha fatto capire cosa significhi affrontare con serietà una prova universitaria. Il risultato è che adesso, quando partecipo ad una campagna geologica con l’università, non ho difficoltà a riconoscere un fossile”.
Se nel football il momento più esaltante sono le partite, nella vita studentesca di Galderisi gli appuntamenti più stimolanti sono le campagne geologiche. “Nel corso della Triennale – sottolinea – ho partecipato a varie iniziative di questo genere. In Umbria, in Molise, in Calabria, in provincia di Roma. Sono momenti belli sia perché ci confrontiamo con le applicazioni pratiche di ciò che abbiamo studiato, sia perché facciamo squadra, facciamo gruppo. Impariamo a conoscerci e ad apprezzarci davvero, per l’aiuto che ciascuno può offrire al compagno. Proprio come quando sono in campo”.
Fabrizio Geremicca
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