A 40 anni ritornare all’Università? Ebbene sì, è possibile, da quando l’Università ha attivato i corsi per l’acquisizione dei 24 crediti extracurriculari, requisito indispensabile per accedere al nuovo concorso per l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Sul tema del FIT, un acronimo che sta per “Percorso triennale di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione docente”, fino a pochi mesi fa non tutti avevano le idee molto chiare. Dopo le pratiche avviate da studenti e laureati per il riconoscimento di esami ai fini della convalida e la compilazione dei piani di studio, conclusasi lo scorso 6 gennaio, finalmente il percorso – che sostituisce la precedente ‘abilitazione’ – ha cominciato a prendere forma. Il boom di presenze registrato nella prima giornata di corsi, il 13 gennaio scorso, per giunta di sabato, ha in effetti smentito le premesse della fase transitoria: giovani triennalisti, studenti in corso, neolaureati e adulti laureatisi col previgente ordinamento compongono una platea mista di nuovi corsisti, tutti uniti nella nuova avventura che “ci ha davvero colto di sorpresa. Perciò il mio solo consiglio è: studiate!”, sottolinea in apertura della prima lezione la prof.ssa Viola Carofalo, docente di Antropologia Filosofica. Circa 600, infatti, gli studenti che hanno deciso di acquisire i crediti presso L’Orientale che, come previsto da decreto ministeriale, ha attivato una nuova offerta formativa per l’erogazione dei 24 crediti nelle discipline d’ambito antropologico, pedagogico e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Le lezioni si concluderanno il 24 febbraio, tuttavia la frequenza non è obbligatoria. In particolare, oltre a ‘Antropologia filosofica tra rispetto dei diritti e contesti interculturali’, sono iniziati i corsi di ‘Metodologie e tecniche didattiche delle lingue’ e ‘Metodologie didattiche dell’italiano’, entrambi in presenza, e infine ‘Modelli e strategie per lo sviluppo educativo inclusivo e interculturale’, l’unico in modalità esclusivamente on line.
Pedagogia
si fa on-line
si fa on-line
Un’assoluta novità per L’Orientale è quella delle lezioni in teledidattica. Responsabile del corso è la prof.ssa Anna De Meo. “Si affrontano le nozioni basilari della pedagogia con particolare riferimento a tre nuclei tematici: la pedagogia generale, interculturale e dell’inclusione. Sono in tutto 5 moduli per un totale di 8 crediti”, afferma Ilaria De Filippo, laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane. Come funziona la piattaforma E-Learning? “Ogni settimana la professoressa carica una serie di letture, dispense e saggi specialistici. Noi abbiamo il compito di studiare il materiale e, quando ci si sente preparati, sostenere un test a scelta multipla entro una settimana. Il test di verifica si può fare una sola volta e l’esito di ciascuna prova determinerà la valutazione finale”. Il blog – “per fortuna”, aggiungono gli studenti coinvolti – “è molto attivo, per cui, se si ha necessità di chiarimenti, si trova sempre un interlocutore disponibile”, dice Maria De Girolamo, laureanda in Linguistica e Traduzione Specialistica. E questa è “una manna del cielo, perché non siamo abituati né allo studio della pedagogia né tantomeno siamo pratici delle aule virtuali”. Altra novità che ha stupito in positivo i nuovi corsisti è quella delle lezioni in videoconferenza. “La lezione di Antropologia nella giornata di sabato 13 si svolgeva da calendario nella T1 di Palazzo del Mediterraneo, un’aula che può contenere al massimo 150 persone. Ma ne eravamo più di 200, allora siamo stati smistati in altre classi, attrezzate per l’occasione con un proiettore. Vista l’organizzazione, non sembrava nemmeno di essere a L’Orientale”.
Collaborazione
sui forum
sui forum
Spirito di collaborazione e disponibilità massima tra studenti e partecipanti è emersa nei giorni scorsi. “Siamo pronti a tutto. È strano ritornare all’Università dopo 10 anni. In verità, ho una carriera avviata, però non si sa mai. Purtroppo non potrò seguire i corsi perché mi è difficile prendere permessi al lavoro, ma porterò all’esame il programma da non frequentanti. Grazie agli altri studenti sono stati creati diversi forum e gruppi Facebook per singoli insegnamenti su cui condividere appunti, postare eventuali schemi e aiutarsi a vicenda nella comprensione dei saggi. Anche chi non può andare fisicamente a sentire la lezione può sentirsi così supportato h24”. È la testimonianza di Roberta Lorenzo, 35 anni. Da parte dei lavoratori, infatti, non mancano critiche in merito all’organizzazione dei corsi. “Tre ore di buco tra un corso e l’altro. Se le lezioni fossero consecutive, non dovremmo restare fino al pomeriggio all’Università. È un problema che avvertiamo soprattutto noi, i più ‘grandicelli’, quelli che devono gestire in contemporanea il lavoro e i figli a casa”, racconta Vittoria, 40 anni. Si attendono nel frattempo nuovi sviluppi per saperne di più sugli esami. ‘E se veniamo bocciati?’, è la domanda che si fanno parecchi. Oppure: ‘cosa succede se non riusciamo a sostenere l’esame entro febbraio?’. Alcuni interrogativi vagano nel vuoto, poiché non sono ancora state fornite precise delucidazioni in merito all’eventuale fallimento degli esami. “Forse ci saranno prove intercorso, forse ci daranno un semestre bonus per sostenere le prove, forse si tratterà di semplici idoneità e non dovremo penare troppo. L’unica certezza del presente è: l’unione fa la forza!”, conclude Maria.
Sabrina Sabatino
Sabrina Sabatino