Appello d’esami straordinario ad aprile per gli studenti dell’ordinamento Zecchino

Il passaggio all’ordinamento Mussi è stato segnato da qualche incertezza per gli studenti dell’ordinamento Zecchino. Sebbene moltissimi (circa 800, secondo i dati più recenti) abbiano optato per il passaggio al secondo anno Mussi, sono in tanti anche coloro che hanno invece deciso di permanere nell’ordinamento precedente, e che hanno dovuto fare i conti con una rinnovata organizzazione didattica non sempre confacente alle loro esigenze. Il forum degli studenti di Economia è zeppo di discussioni sul nuovo ordinamento, di 700 messaggi la maggior parte sono dedicati alla questione della riduzione degli appelli, che il Consiglio degli Studenti è riuscito a risolvere recentemente, dopo mesi di lavoro. Durante il Consiglio di Facoltà dello scorso 17 dicembre è stata approvata la proposta dell’introduzione di un appello straordinario ad aprile per gli iscritti all’ordinamento Zecchino, risultato che gli studenti hanno salutato come una grande vittoria. I ringraziamenti ai rappresentanti, sia di persona che on-line, si sprecano. Peppe Barra e Peppe Sbrescia dell’Udu sono stati i più attivi nella campagna di informazione sui problemi legati alla fase di transizione. “Abbiamo tenuto diverse assemblee per sondare gli umori dei ragazzi e comprendere se ci fossero particolari problemi da affrontare”, dice Sbrescia, “in base alle questioni sollevate abbiamo elaborato delle proposte da portare al Preside e ai docenti. La questione più calda era quella relativa all’appello di aprile: secondo l’organizzazione prevista dalla Facoltà, chi seguiva un corso a marzo, anche di soli 3 crediti, avrebbe dovuto restare fermo per due mesi prima di poter sostenere l’esame. Introdurre l’appello di aprile significa guadagnare tempo”. Il presidente del Consiglio degli Studenti, Alberto Corona, spiega che la preoccupazione si è diffusa tra gli studenti fin dal mese di agosto. “Quando sul sito internet è iniziata la pubblicazione delle notizie riguardanti la nuova organizzazione didattica è partita la rivolta sul forum”, dice, “il vecchio ordinamento prevedeva un piano di studi con 36 esami e 8 appelli con salto alla sessione successiva per i bocciati, il nuovo 20 esami e 7 appelli, ma senza salto di sessione per i bocciati. Insomma, in ogni caso gli studenti del vecchio ordinamento si sono ritrovati con un appello in meno. Erano arrabbiatissimi”. La prima assemblea si è svolta il 9 settembre, la seconda il 2 ottobre. “Il tavolo di discussione con docenti e Preside è stato avviato tempestivamente, ma abbiamo ottenuto una risposta concreta solo a dicembre”. La proposta di appello straordinario, infatti, sebbene inserita tra i punti all’ordine del giorno di ogni Consiglio di Facoltà, è stata puntualmente bocciata. Fino al 17 dicembre, quando i rappresentanti hanno deciso di effettuare un presidio nei pressi dell’aula del Consiglio, fermando i docenti singolarmente. “Non ci spiegavamo perché molti professori si dichiarassero consapevoli del problema durante i colloqui informali, e poi votassero contro la nostra proposta in CdF”, racconta Corona, “gli abbiamo semplicemente chiesto di essere coerenti”. 
L’attività di monitoraggio del Consiglio degli Studenti sulle difficoltà del periodo di transizione non si ferma qui. Continuano gli incontri e i colloqui con gli studenti per risolvere eventuali situazioni problematiche, magari prima che possano portare conseguenze negative, come è avvenuto con l’introduzione dell’appello di aprile. Tra le questioni più frequentemente portate all’attenzione dei rappresentanti c’è quella relativa al mancato riconoscimento, in alcuni casi, delle integrazioni di esame per chi ha fatto il passaggio da un ordinamento all’altro, a causa di un difetto di comunicazione tra i docenti e la presidenza, e quella inerente la lunghezza dei programmi, che risultano pressoché identici tra i due ordinamenti. 
C’è malcontento anche tra gli allievi del Corso di Laurea sperimentale in Business Management. Il loro titolo triennale sarà riconosciuto come Laurea in Economia aziendale, senza alcun formale riferimento al fatto di aver seguito un diverso percorso di studi, con test di ingresso, esami in lingua e tasse più salate. Mentre andiamo in stampa si organizza un’assemblea con i rappresentanti degli studenti per trovare una soluzione al problema.
Una buona notizia: nel Senato Accademico di fine dicembre, “si sono avuti i primi risultati grazie alla devoluzione dell’8 per mille all’università. Si tratta di 55 mila euro che saranno destinati alle borse di studio Erasmus”.
Sara Pepe
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