Aprile, tempo di esami per laureandi e fuoricorso ai Dipartimenti di Economia che da diversi anni hanno escluso gli studenti ancora in corso dalle sessioni straordinarie, provocando un bel po’ di malumori. “Sarebbe meglio riaprire le sessioni straordinarie a tutti gli studenti. L’organizzazione attuale è davvero insostenibile. In un solo mese, fra gennaio e febbraio, avremmo dovuto dare tre esami. Prima non era così, le sessioni erano più lunghe – protesta Angelica Doria, studentessa di Economia e Commercio – E i professori dovrebbero mettersi d’accordo sui calendari perché, sistematicamente, fissano appelli di materie dello stesso anno nello stesso giorno. A me va bene tutto, anche dare un esame che dura dalla mattina alla sera. Ma come si fa a sostenere due esami nella stessa giornata?”. Sotto accusa non solo l’organizzazione didattica ma anche la segreteria. “Sarebbe un bene avere degli addetti alla segreteria più informati e competenti”, sostiene con una certa veemenza Valentina Buonocore, studentessa ad Economia e Commercio. La questione riguarda la prenotazione degli esami affidati a docenti a contratto. Quando questo scade, la piattaforma SegrePass consente di accedere a tutte le informazioni utili relative alla disciplina, ma non accetta prenotazioni. “Insieme ad altri colleghi abbiamo dovuto prenotare l’esame di Inglese, che è obbligatorio, in segreteria perché alla docente che ha tenuto il corso era scaduto il contratto. Gli impiegati allo sportello non ci credevano, insistevano che avremmo dovuto utilizzare la piattaforma d’ateneo. Abbiamo dovuto spiegare loro come funziona il sistema. Un’intera fila di ragazzi con lo stesso problema, non potevamo esserci sbagliati tutti”, afferma Valentina.
Qualche recriminazione anche sui piani di studio. “Mi sono immatricolata in Economia e Commercio nell’anno accademico 2010/11 – dice Immacolata Esposito – Il mio piano prevedeva al secondo anno, in una rosa di tre o quattro discipline a scelta vincolata, il corso da 5 crediti in Introduzione all’Economia dello Sviluppo. Ebbene, l’insegnamento non esiste più e io ho dovuto inserirne un altro. Lo stesso è accaduto ad altri studenti. Capisco che alcuni insegnamenti suscitino maggiore interesse di altri e che l’offerta formativa possa essere soggetta a revisioni, ma, se ci si iscrive avendo in mente un certo percorso, poi non glielo si può cambiare. È inaccettabile. Come avere solo due date d’esame, in una sessione che nel complesso dura quattro-cinque settimane e poi se ne parla a giugno”. Con questa organizzazione, sottolinea anche Valentina, “se si è davvero bravi, ci si prepara per bene due esami e il terzo lo si ‘arronza’, ma è molto più probabile lasciarlo indietro. A meno di non avere un quoziente intellettivo fuori dalla media, il sistema è pensato per far andare fuori corso e pagare tasse su tasse. Mi mancano tre esami, li sosterrò in questo mese, eppure non posso prenotare la tesi perché mi mancano più dei 10 crediti minimi previsti per presentare la domanda. Si dimentica che non possiamo più laurearci ogni mese, che ci sono sessioni anche per le sedute di laurea. Allo stato attuale, terminerò dopo giugno”.
Come sempre, è protagonista il problema trasporti. “Ah, tu non abiti proprio accanto all’università?”. “No, vengo dalla zona vesuviana”. “Che problema c’è? Trasferisciti e potrai laurearti”. È l’ironico scambio di battute fra le studentesse di Economia Aziendale Stefania Criscuolo e Annamaria Panariello. Che sostengono: “l’università non offre alcun servizio. Ciò che non la riguarda, non le interessa. Se lavori, o affronti trasferte di ore, devi arrangiarti. È apprezzabile che l’Ateneo abbia insistito per avere un autobus supplementare da Piazzale Tecchio, ma le levatacce avrebbero un senso se agli esami fissati alle 8.30 i professori non si presentassero un’ora dopo”.
Pur rivendicando alcuni diritti dei quali si sentono privati, o contestando decisioni che generano disservizi, nessuno fra gli studenti si è lamentato della formazione o, a prescindere da ogni criterio di valutazione, del corpo docente. “Ci sono tanti professori davvero competenti e preparati, che si mettono a nostra disposizione, permettendoci di sostenere gli esami anche quando la segreteria non accetta prenotazioni. Non si tratta di un trattamento di riguardo, non fanno appelli più facili e non ci regalano i voti. Capiscono le difficoltà oggettive del sistema e ci vengono incontro, consigliandoci anche nella scelta della Laurea Magistrale”, affermano molti degli intervistati.
Aria diversa, nei corridoi frequentati dalle matricole. Marianna Vecchione e Francesca Pace, primo anno di Economia Aziendale, hanno sostenuto subito due esami su tre, lasciando da parte solo Diritto Privato: “non ce la facevamo a darlo e abbiamo deciso di rimandare la prova ad un’altra sessione. Peccato non poter partecipare a quella di aprile, sarebbe stato comodo concentrarci solo su Microeconomia”. È la disciplina che affronta i problemi di scelta e orientamento del cliente e preoccupa più tutte. “La professoressa è bravissima, precisa, fa molti esempi. Ma il programma è lungo, gli argomenti sono tanti e non riesco sempre ad assemblarli insieme – dice Marianna – Ogni argomento ha molte definizioni, si comincia con la curva di domanda e offerta. Pensi che sia facile, ti tranquillizzi, poi si parte con i grafici e non si finisce più. Senza, la teoria sarebbe ancora più difficile. Però sono tanti. Troppi”. “Abbiamo studiato durante le vacanze di Natale e siamo riuscite a dare Matematica ed Economia Aziendale”, dicono soddisfatte Maria Pagano, primo anno di Economia Aziendale, e Valeria Zagara, primo anno di Economia delle Imprese Finanziarie, che è stata così brava da fare en-plein al primo colpo. “Ho seguito tutti i corsi, ho preso appunti e mi è bastato poco per fare una ricapitolazione generale”, racconta Valeria. L’impatto con Microeconomia: “Per fortuna la professoressa è molto brava e noi facciamo i riassunti a casa di tutto quello che dice a lezione”, informano le due ragazze.
Simona Pasquale
Qualche recriminazione anche sui piani di studio. “Mi sono immatricolata in Economia e Commercio nell’anno accademico 2010/11 – dice Immacolata Esposito – Il mio piano prevedeva al secondo anno, in una rosa di tre o quattro discipline a scelta vincolata, il corso da 5 crediti in Introduzione all’Economia dello Sviluppo. Ebbene, l’insegnamento non esiste più e io ho dovuto inserirne un altro. Lo stesso è accaduto ad altri studenti. Capisco che alcuni insegnamenti suscitino maggiore interesse di altri e che l’offerta formativa possa essere soggetta a revisioni, ma, se ci si iscrive avendo in mente un certo percorso, poi non glielo si può cambiare. È inaccettabile. Come avere solo due date d’esame, in una sessione che nel complesso dura quattro-cinque settimane e poi se ne parla a giugno”. Con questa organizzazione, sottolinea anche Valentina, “se si è davvero bravi, ci si prepara per bene due esami e il terzo lo si ‘arronza’, ma è molto più probabile lasciarlo indietro. A meno di non avere un quoziente intellettivo fuori dalla media, il sistema è pensato per far andare fuori corso e pagare tasse su tasse. Mi mancano tre esami, li sosterrò in questo mese, eppure non posso prenotare la tesi perché mi mancano più dei 10 crediti minimi previsti per presentare la domanda. Si dimentica che non possiamo più laurearci ogni mese, che ci sono sessioni anche per le sedute di laurea. Allo stato attuale, terminerò dopo giugno”.
Come sempre, è protagonista il problema trasporti. “Ah, tu non abiti proprio accanto all’università?”. “No, vengo dalla zona vesuviana”. “Che problema c’è? Trasferisciti e potrai laurearti”. È l’ironico scambio di battute fra le studentesse di Economia Aziendale Stefania Criscuolo e Annamaria Panariello. Che sostengono: “l’università non offre alcun servizio. Ciò che non la riguarda, non le interessa. Se lavori, o affronti trasferte di ore, devi arrangiarti. È apprezzabile che l’Ateneo abbia insistito per avere un autobus supplementare da Piazzale Tecchio, ma le levatacce avrebbero un senso se agli esami fissati alle 8.30 i professori non si presentassero un’ora dopo”.
Pur rivendicando alcuni diritti dei quali si sentono privati, o contestando decisioni che generano disservizi, nessuno fra gli studenti si è lamentato della formazione o, a prescindere da ogni criterio di valutazione, del corpo docente. “Ci sono tanti professori davvero competenti e preparati, che si mettono a nostra disposizione, permettendoci di sostenere gli esami anche quando la segreteria non accetta prenotazioni. Non si tratta di un trattamento di riguardo, non fanno appelli più facili e non ci regalano i voti. Capiscono le difficoltà oggettive del sistema e ci vengono incontro, consigliandoci anche nella scelta della Laurea Magistrale”, affermano molti degli intervistati.
Aria diversa, nei corridoi frequentati dalle matricole. Marianna Vecchione e Francesca Pace, primo anno di Economia Aziendale, hanno sostenuto subito due esami su tre, lasciando da parte solo Diritto Privato: “non ce la facevamo a darlo e abbiamo deciso di rimandare la prova ad un’altra sessione. Peccato non poter partecipare a quella di aprile, sarebbe stato comodo concentrarci solo su Microeconomia”. È la disciplina che affronta i problemi di scelta e orientamento del cliente e preoccupa più tutte. “La professoressa è bravissima, precisa, fa molti esempi. Ma il programma è lungo, gli argomenti sono tanti e non riesco sempre ad assemblarli insieme – dice Marianna – Ogni argomento ha molte definizioni, si comincia con la curva di domanda e offerta. Pensi che sia facile, ti tranquillizzi, poi si parte con i grafici e non si finisce più. Senza, la teoria sarebbe ancora più difficile. Però sono tanti. Troppi”. “Abbiamo studiato durante le vacanze di Natale e siamo riuscite a dare Matematica ed Economia Aziendale”, dicono soddisfatte Maria Pagano, primo anno di Economia Aziendale, e Valeria Zagara, primo anno di Economia delle Imprese Finanziarie, che è stata così brava da fare en-plein al primo colpo. “Ho seguito tutti i corsi, ho preso appunti e mi è bastato poco per fare una ricapitolazione generale”, racconta Valeria. L’impatto con Microeconomia: “Per fortuna la professoressa è molto brava e noi facciamo i riassunti a casa di tutto quello che dice a lezione”, informano le due ragazze.
Simona Pasquale