Aule affollate e qualche critica sull’organizzazione didattica

Tirano le prime somme sui corsi del secondo semestre gli studenti del Dipartimento di Studi Umanistici. Inizia Alessia, al primo anno di Lettere Moderne, che non si ritiene soddisfatta: “sto seguendo i corsi di Storia Medievale e Geografia. Sono lezioni che non mi arricchiscono più di tanto, in quanto i docenti non si spingono al di là dei testi di riferimento. Vorrei che all’Università si ampliasse il discorso, ma non è così. Ho riscontrato lo stesso problema al primo semestre. La lezione in aula non deve essere utile solo ai fini dell’esame, ma deve dare qualcosa in più”, sostiene la ragazza. “Non mi aspettavo questo andazzo iscrivendomi a Lettere. Le materie non rispecchiano ciò che cercavo, purtroppo. Storia della lingua, ad esempio, si riduce ad una serie di regole da imparare, fini a se stesse. Anche l’esame scritto di Letteratura italiana non lo volevo così: domande a risposta multipla su date e titoli di opere, non mi ha trasmesso nulla”, prosegue. La situazione nelle aule, come la 3 di Corso Umberto, continua ad essere invivibile: “seguiamo in piedi o seduti a terra. I colleghi non sono quelli che avrei voluto trovare nel mio Corso di Laurea, magari mi sarei aspettata questo genere di persone ad una sfilata di moda. Nel gruppo facebook delle matricole di Lettere continuano a scrivere con ‘k’ al posto della ‘c’ e a sbagliare i congiuntivi. Forse sono l’unica, ma penso che sia grave. Continuerò a seguire sperando in un miglioramento”.
Diverse le considerazioni sul primo anno di Filosofia per Marco: “ci sono dei professori che mantengono un approccio accademico ed altri che ne hanno uno più interattivo, come il prof. De Biase, che ha tenuto un corso su Cartesio. Stimolava la discussione sui testi classici, chiedendo le impressioni personali, che inducono a diverse chiavi di lettura. I corsi sono proprio come me li aspettavo, così come i colleghi. L’ambiente mi piace e all’esame mi accorgo di sapere più di quando sono entrato”. Straordinari i professori di Teoretica, Morale e Storia delle Dottrine politiche, secondo Luca Matano: “i problemi dell’Ateneo restano a mio avviso la burocrazia lenta e l’organizzazione. Dobbiamo infatti pagare la seconda rata entro il 31 marzo, ma non è comparso ancora sul sito dell’Università il bollettino con il codice. All’inizio dell’anno i corsi continuano ad essere sovraffollati, perciò inducono all’abbandono”, spiega. Il collega Ugo Calvaruso aggiunge: “gli appelli sono pochi, come le aule studio”. Critiche sull’organizzazione anche due studentesse della Magistrale: “il tre più due a Filosofia non funziona, bisognerebbe organizzare un’unica tesi, senza perdite di tempo e soldi, anche perché la Magistrale si riduce ad una ripetizione dei corsi della Triennale, cambiando leggermente il tipo di approccio, più improntato sul ragionamento e l’analisi critica. I corsi ora sono a scelta, ma lo sbocco professionale è limitato all’insegnamento”, afferma Sara. Più rassegnata Alessia: “siamo consapevoli di essere destinati alla disoccupazione. Abbiamo scelto Filosofia per passione, ma oggi non la consiglierei a nessuno. Avrei dovuto ascoltare i professori del Liceo che mi orientavano verso materie scientifiche. Un docente universitario, di cui non ricordo il nome, ha addirittura detto che andava eliminato il CdL in Filosofia, per inserire lezioni della materia in ogni Corso di Studi”.
È al terzo anno di Archeologia, invece, Nunzia Vitale, che come Sara ed Alessia cerca un percorso più coerente: “ho scelto il curriculum storico-artistico, ma sono un po’ delusa dall’organizzazione, che non segue un filo cronologico nel manifesto di studi. Al primo anno affrontiamo Storia dell’arte medievale, al secondo la greca e la romana ad esempio, quando andrebbero studiate per prime. Poi vorrei che gli esami sulla Storia delle Chiese venissero sostituiti con Storia della musica o del cinema, più inerenti al nostro curriculum”.
Solidali con il problema degli studenti di Lingue, i filosofi del gruppo Link hanno firmato la petizione sulla mancanza di appelli, raccogliendo 540 firme in totale: “pensiamo che il problema del salto d’appello sia una questione di diritto allo studio. I ragazzi di Lingue hanno diritto a sostenere l’esame durante tutti gli appelli disponibili del semestre. L’assunzione di nuovi docenti per le correzioni degli scritti o la mancanza di fondi non ci riguardano. Anzi, anche per Filosofia ci stiamo mobilitando per le sessioni di aprile e novembre aperte a tutti, non solo ai fuori corso o studenti del terzo anno”, chiarisce Luca. In più chiedono l’apertura del Dipartimento fino alle 21.00: “poiché finiamo i corsi alle 19.00 con la voce al megafono che ci intima di lasciare le aule. È necessaria anche un’aula rappresentanti, per orientare gli studenti in difficoltà, visto che all’ufficio orientamento ci sono tirocinanti inesperti come noi, che non possono fungere da punto di riferimento”.
Allegra Taglialatela
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