Bocciature multiple a Diritto Commerciale e del Turismo

Sono intenti a ripetere nella biblioteca e nelle aule vuote di via Acton gli studenti della Parthenope in preda alla sindrome preesame di studio compulsivo. “Il 5 marzo daremo l’esame di Diritto del Turismo. Verte sulla normativa statale, internazionale, comunitaria, locale relativa a contratti con aziende operanti nel settore della ristorazione. Il prof. Santagata è molto preparato, quindi pretende parecchio. Vuole sapere se già l’hai sostenuto. Se è così, ha appuntato sullo statino cosa hai sbagliato la prima volta”, spiega Sara, al terzo anno di Management delle Imprese turistiche. “Divide l’esame in Diritto Commerciale e Diritto del Turismo, perché molto corposo. Se vieni bocciato per dieci volte (può accadere) è disposto a dividerlo ulteriormente. Molto difficili sono anche gli esami di Economia e Gestione delle Imprese Turistiche con la prof.ssa Trunfio e Diritto Privato con Bocchini”, prosegue Olimpia. “Sfatiamo il mito che la Parthenope sia semplice. L’esame scritto di Statistica ad esempio, mentre alla Federico II si sostiene con il formulario, qui senza. Dobbiamo imparare tutte le formule a memoria. Devi studiare tanto per ottenere un buon risultato, poiché non ti regalano niente. A Commerciale sono stata l’unico 27, gli altri hanno preso in media 22”, sottolinea Sara. “Vi consiglio di non dire mai che si tratta dell’ultimo esame, altrimenti i docenti partono dal presupposto che tu non abbia studiato abbastanza. Niente opere di misericordia per noi”, conclude Olimpia.
 
“La Specialistica è più interessante”
 
Più soft il giudizio degli studenti al primo anno di Magistrale in Marketing e Management Internazionale, che preparano l’esame di Cross Cultural Management: “lo sosterremo il 25 febbraio”, afferma Raffaella Miraglia. “La Specialistica è più interessante e più facile della Triennale. Gli esami permettono maggiore applicazione pratica, come la creazione di business planning o questo corso in particolare con la prof.ssa Chiara Cannavale, che ci ha appassionato”. Chiarisce in cosa consiste: “verte sulla necessità di un’impresa che vuole espandersi in altri paesi, di conoscere le diverse culture. A lezione ci ha fornito linee guida per l’approccio verso queste ultime. Ad esempio, occorre un approccio sistemico in un contesto di tipo gerarchico, in quello familiare il manager freddo non è visto di buon occhio”. Il collega Davide Battipaglia fa l’esempio del Giappone: “lì devi affidarti ad un buyer giapponese, che fa da tramite con l’azienda per te. Deve poi stabilirsi un rapporto di fiducia che va ben oltre il contratto con le 1.000 clausole, normali per noi, offensive per loro, poiché mirano ad una collaborazione duratura”.
 
Scienze Motorie, 4 esami in due mesi
 
Si trovano un po’ in difficoltà gli studenti al primo anno di Scienze Motorie: “dobbiamo sostenere quattro esami in due mesi: Informatica, Inglese, Biologia e Didattica. Gli appelli non sono sufficienti e se per un problema sei costretto a cancellarti dalla data di febbraio, non puoi sostenere l’esame a marzo, ma devi saltare direttamente alla sessione di giugno. Un appello a sessione è poco”, lamenta Rosanna. “La situazione è cambiata quest’anno, da quando gli esami si prenotano su portale. Per quel che riguarda l’esame di Inglese  avremmo preferito che ci venissero impartite le basi della materia, non che si portasse un libro da studiare in inglese, con domande a risposta multipla in sede di prova. Se non conosci neanche l’alfabeto della lingua straniera, come fai a rispondere?”, aggiunge Margherita. “L’unico corso pienamente soddisfacente è stato Didattica con il prof. Lo Presti. Spiega come diventare un istruttore capace, migliorando la relazione docente-discente. Fornisce informazioni utili a chi già lavora, ovvero la maggior parte di noi. La materia è chiara dopo aver seguito, si tratta solo di ripetere sui manuali. Vorrei che la valutazione finale del singolo esame tenesse conto del contesto in cui opera lo studente e della storia pregressa (ce lo insegna anche il professore), purtroppo qui non succede. In più avremmo bisogno di maggiore pratica, normale negli altri paesi del mondo, qui una conquista da sudare”, conclude Gianni. 
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