Buone basi di Privato e Costituzionale e tanto ragionamento per affrontare Diritto Processuale Civile

È un impegno di grande responsabilità, che sento molto. Ci tengo a dare una buona indicazione ai ragazzi che attualmente seguono le lezioni, così come fece con me anni fa il Maestro Renato Oriani. Mi mostrò il Processuale Civile diretto alla sua applicazione giurisprudenziale. Mi auguro di seguire i suoi insegnamenti”, afferma il prof. Francesco De Santis, nuovo docente della II cattedra (E-N) di Diritto Processuale Civile. “Penso sia utile vivere il corso e studiare il diritto nella prospettiva di conseguire un bagaglio di conoscenze sulle quali ragionare. Non mi interessa un approccio scolastico alla disciplina. Non pretendo di offrire certezze. Ciò che conta è che i ragazzi familiarizzino con il meccanismo del ragionamento per arrivare a dei risultati”, aggiunge. Seppur la lezione a distanza abbia messo in pausa il pathos dell’incontro diretto – “dal vivo mi renderei conto meglio del grado di attenzione e partecipazione raggiunto” – il docente ritiene indispensabile l’interattività del corso. “Quando espongo un Istituto cerco di trovare un riscontro internazionale con le Corti Europee, per valutare il fatto da più prospettive. Gli aspetti interessanti e dibattuti insieme restano fissati nella memoria più a lungo. Per questo non amo l’approccio mnemonico, non fa rendere conto dell’aspetto applicativo del diritto che si sta studiando”. L’esame implica delle buone basi “di Privato, Costituzionale. Le nozioni non si mettono nel cassetto, ma si uniscono alle nuove per dare maggior senso al tutto. Si deve avere cognizione di causa delle fonti, della parte dello Stato, della situazione giurisprudenziale. Ad esempio, se parlo di azione revocatoria devo sapere che è presente in diritto romano, privato, commerciale ecc..”. La nota positiva: “La prova è da sei crediti, il programma è scisso in due parti ed è più semplice studiare la prima in parallelo con il corso”. Il servizio di assistenza è costante: “Tutti i giorni ci sono figure di riferimento in Dipartimento a cui chiedere consigli. Il Ricevimento virtuale continua da mesi e ha raggiunto ottimi risultati”. Procedura Civile è una grossa spina nel fianco per tutti gli studenti. Complicato, ostico, impegnativo: sono aggettivi che da sempre descrivono l’insegnamento. Quale potrebbe essere la chiave per far diventare la materia familiare? “La disciplina verte sui principi, occorre ragionare. È utile anche per il futuro. Occorre chiedersi come si potrebbe risolvere un domani un quesito che pone il cliente, alla luce di quello che si sta studiando. È una materia dinamica. Cercherò insieme ai ragazzi di risolvere dei quesiti in modo da riepilogare gli argomenti più impegnativi che si andranno ad affrontare”. Poco più che quarantenne, il prof. De Santis è un docente giovane, dinamico, che privilegia il contatto diretto con gli studenti e che attualmente è titolare anche dell’insegnamento a scelta ‘Tutela internazionale dei diritti umani’. Dopo questa prima esperienza con Procedura Civile, quale risultato si augura alla fi ne del corso? “Purtroppo noto studenti che, a 22 anni, spesso sono piatti. Spero di portare vivacità al loro percorso con una conseguente serenità nel processo di valutazione”.
Susy Lubrano
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