“Veniamo fuori da una campagna elettorale molto intensa che mi ha dato modo di conoscere meglio l’Ateneo, adesso il quadro è molto chiaro. È in corso una distensione e ne sono molto contento perché sto raccogliendo l’entusiasmo di molti colleghi che pongono il senso di appartenenza all’istituzione al di sopra di ogni interesse personale”, ha detto il prof. Matteo Lorito, neo Rettore della Federico II, uno dei più grandi Atenei del Paese e la più antica Università laica con i suoi quasi otto secoli di vita, durante la conferenza stampa di insediamento il 3 novembre. Appuntamento che ha sancito il passaggio di consegne con il prof. Arturo De Vivo alla guida dell’Ateneo. Tante le questioni da affrontare nel mandato, di durata sessennale, che comincia in uno stato di generale incertezza per la crisi pandemica. Richiama alla necessità di passare subito dalle parole ai fatti. In primis, ci sarà da nominare i membri (tra le candidature che sono state depositate) del Consiglio di Amministrazione di Ateneo. Una volta designato l’organo collegiale, “con il Senato, andremo avanti con le deleghe e con il rinnovo delle Commissioni. Entro la fine di novembre avremo completato il percorso”. Sarà ampia la squadra di governo “fatta da decine di persone, commissioni e delegati, decisamente più grande di quella che ha gestito l’Ateneo fino ad ora”. Ci saranno molte nuove deleghe, ad esempio quelle “alla semplificazione, al placement, al trasferimento tecnologico, agli studenti ed ai servizi loro dedicati. Abbiamo in Ateneo tante competenze e sceglieremo le migliori”. Oltre al Prorettore Vicario, “faremo una modifica di Statuto che darà la possibilità al rettore di nominare prorettori”. Le deleghe pesanti – didattica, ricerca, studenti – saranno attribuite quindi ai Delegati – Prorettori (tra cinque e dieci al massimo). Lorito ringrazia tutti i Rettori che lo hanno preceduto dai quali eredita “un Ateneo solido”, “abbiamo una condizione economica e strutturale che ci consente di affrontare nel migliore dei modi questo momento difficile per tutti”. Il bilancio è in attivo. Qualche dato: “con l’ultima assegnazione del fondo di finanziamento ordinario abbiamo subito una perdita attesa di 12 milioni sulla cosiddetta quota storica, perdita completamente risanata dalla quota premiale, quindi conquistiamo posizioni nella competizione con altri Atenei. Abbiamo in pratica lo stesso finanziamento dello scorso anno e, credetemi, oggi è un grande risultato. Rispetto a qualche anno fa, oggi i 2/3 dei nostri stipendi dipendono dalla competizione con gli altri Atenei”. Situazione progressiva perché “la quota storica tenderà ad azzerarsi”. Però oggi “siamo un Ateneo virtuoso, l’ultimo bilancio è stato chiuso con poco più di 30 milioni di attivo”. L’utenza studentesca: “registriamo una crescita significativa sia degli immatricolati sia degli iscritti, un trend molto interessante, inizialmente del 30% per poi assestarsi al +10%”. I dati confortano le scelte relative alla politica di sostegno al diritto allo studio e indicano “che in un momento di crisi le persone si rivolgono all’università per avere un porto sicuro, per acquisire una formazione superiore da poter spendere in futuro”. Dunque, migliaia di studenti in più “che, ovviamente, dobbiamo accogliere nel miglior modo possibile”. Emergenza sanitaria: l’obiettivo è restare aperti. “Per meglio gestire i problemi legati al Coronavirus, abbiamo scelto di dare ai Dipartimenti l’autonomia di chiudere e riaprire quando è necessario, a seconda delle situazioni che si verificano nei vari plessi. Restiamo sempre attivi nella ricerca, per la didattica. Ci muoveremo in base alla necessità”. Occorre “guardare subito al futuro, superare le polemiche e ripartire compatti”. Tra le priorità, le strutture: “faremo una valutazione plesso per plesso per verificare quello che serve, cominceremo subito con i primi investimenti di un programma di interventi triennale. Stiamo pensando ad importanti interventi anche a Medicina dove in questi anni è stato fatto poco e dove alcuni padiglioni non si possono utilizzare perché inadeguati”. Studentati: “Stiamo interagendo con la Regione, sia per la residenza Miranda di via Foria che per l’ex Base Nato”. E poi i servizi: “tanti servizi, partiremo da quelli digitali. La pandemia ci ha fatto capire quanto sono importanti, avremo piattaforme su cui lavorare e per gli studenti”. Saranno intensificati “i rapporti internazionali sia per la didattica che per la ricerca, dobbiamo essere ancora più competitivi”. Risorse: “Lavoreremo sul reclutamento del personale tecnico amministrativo, cercheremo di dare a tutti la possibilità di progressioni di carriera”. Conclude: “Dobbiamo mantenere a tutti i costi il ruolo di questa grande Università per dare certezze sia ai nostri studenti che ai cittadini”.
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