Campagna di scavo a Monte Santa Croce, per gli studenti “è ricerca allo stato puro”

Terza campagna di scavo organizzata dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della SUN. Si svolgerà nel sito di Monte Santa Croce, “che si trova a Piana di Monte Verna, a Caserta. È un’altura citata da diverse fonti altomedievali, della fine del decimo secolo. È interessante rilevare come sia stato costruito il monastero, per volere di un conte longobardo di Caiazzo, al fine di controllare il territorio attraverso enti ecclesiastici, appunto come si usava allora”, spiega il prof. Nicola Busino, che insegna Laboratorio di Archeologia Medievale e Archeologia cristiana al Corso di Laurea Triennale in Beni Culturali e alla Magistrale in Archeologia e Storia dell’arte. Le campagne di scavo svolte negli anni precedenti hanno riscosso successo: “possono partecipare tutti gli studenti delle aree interessate. È un cantiere didattico per fare un’esperienza concreta sul posto, dove gli studenti sono parte attiva dello scavo a più livelli, a seconda delle competenze acquisite. I più esperti danno una mano nel reperire la documentazione”. Dura quattro settimane, dal 6 al 31 luglio, ed è stata organizzata d’intesa con la Soprintendenza Archeologica della Campania e il Comune di Piana di Monte Verna: “che mette a disposizione alloggi gratuiti per un numero limitato di studenti che non possono spostarsi tutte le mattine, perché lontani dal sito”. È un’attività di tirocinio per gli iscritti a Beni Culturali e conferisce crediti per le ulteriori conoscenze: “è ricerca allo stato puro. C’è il vantaggio dell’impatto diretto in una giornata di lavoro che inizia alle 6.00 del mattino e si protrae fino alle 15.30, come nelle normali campagne di scavo. Chi decide di partecipare, deve collaborare, non stare a guardare. È necessaria la precisione e la puntualità in un cantiere archeologico, dove è prevista una sola pausa dalle 12.00 alle 13.00”. Gli studenti si dimostrano contenti: “è difficile organizzare operazioni del genere in Dipartimento, in cui vengano coinvolti direttamente. Le occasioni di fare pratica si contano sulle dita di una mano, per cui c’è bisogno di maggiore diffusione di iniziative come questa, in modo che se ne capisca il valore e se ne organizzino di più”.
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