Carenza di spazi: gli studenti dei Corsi di area civile soffrono di più dei loro colleghi

Mensa, parcheggi, calendari sostenibili, spazi studio. Gli studenti di Ingegneria sanno molto bene cosa manca loro e lo dicono senza remore.
“Le sessioni d’esame sono troppo poche per chi, come noi, sta ancora imparando a gestirsi all’università. Sono solo due: o va bene o si è spacciati. I docenti, purtroppo, non ci vengono minimamente in aiuto. Non si rendono proprio conto di quello che affrontiamo per venire all’università: viaggi, sacrifici, costi – raccontano Dalila Strino, Anna Passante, Mariangela Tesoro e Angela Rubino, studentesse al primo anno di Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione – Non fanno altro che ripeterci che siamo convinti che tutto ci sia dovuto, che non siamo più a scuola, con gli insegnanti sempre a nostra disposizione, e più sono vecchi, più sono intrattabili”. Ciucci e presuntuosi. È un vecchio epiteto con il quale gli anziani a volte amano insultare i giovani, ma queste ragazze affermano di esserselo sentito dire in aula dai propri docenti. “È un classico”, sottolinea Salvatore, terzo anno fuori corso dello stesso percorso di studi. Michele ha fatto il passaggio dal Corso di Laurea in Telecomunicazioni a quello in Meccanica perché: “i professori respingono al ricevimento quando credono che un certo argomento lo si può studiare da solo, anche se l’hai capito. Poi se rifiuti un voto, non supererai mai più l’esame in questione o prenderai sempre un voto inferiore”.
Fra quelli che soffrono i disagi peggiori legati agli orari e alle carenze infrastrutturali ci sono gli iscritti ai Corsi di Laurea di area civile, sui quali grava il peso del lavoro progettuale. “Per sviluppare i nostri progetti, abbiamo bisogno del computer, di spazi in cui studiare in gruppo, di prese elettriche funzionanti e del wi-fi sempre disponibile, altrimenti tanto vale restare a casa – fa notare Elisabetta, ultimo anno di Ingegneria Edile-Architettura – Invece, l’aula Acquario al piano terra di Piazzale Tecchio non è abbastanza capiente per tutti, in Biblioteca non si può parlare, da quando le hanno ristrutturate, nelle aule non si può più studiare e, se anche solo ci fermiamo un momento a ripetere al loro interno, arriva qualcuno a cacciarci e ‘cazziarci’. A breve apriranno una nuova aula da disegno, ma chiuderanno quella che c’è già. Insomma, mai che si possa avere tutto insieme, sempre una cosa alla volta”. “Tra l’altro abbiamo sempre con noi portatili, tablet ed altri strumenti indispensabili per lavorare con profitto nel nostro campo, ma non c’è alcun controllo all’interno e ci sono stati dei furti. È successo anche a noi”, interviene il compagno di studi Antonio. “Per cinque anni, facciamo lezione tutti i giorni dalla mattina alla sera, con orari massacranti e nessuno spacco per il pranzo. Una volta qui c’era una mensa, ma adesso, se vuoi mangiare qualcosa, devi per forza uscire dalle strutture universitarie e, il più delle volte, non fai in tempo e ti scade la smart card”, aggiungono le colleghe Federica e Alessia. “Il calendario è inaccettabile – dice senza mezzi termini Giulia Manzoni, secondo anno di Ingegneria Civile – È ridicolo che alcuni esami siano doppi. L’anno scorso sulla carta avevamo otto esami, ma in realtà ne abbiamo dovuti sostenere undici e fino all’ultimo le date d’esame sono sconosciute. Non le comunicano nemmeno a sessione iniziata”. La collega, Federica Morelli, viene tutte le mattine da Marano con l’auto e soffre per la mancanza di parcheggi riservati agli studenti: “non esistono e per giunta passano anche i vigili a multarci”. “Dei professori, della loro disponibilità e della reperibilità del materiale in rete, non possiamo lamentarci. Ma la carenza di spazi studio, di posti in biblioteca dopo le otto e mezza del mattino e di un’adeguata programmazione è grave – sostengono Francesca Caiazzo e Carlotta Elìa, iscritte al secondo anno di Ingegneria Edile – Ci vengono assegnati dei progetti, ma non ci viene detto come farli. Dobbiamo reperire da soli, dai colleghi più grandi o con dei corsi a pagamento, le informazioni sul software Autocad che nessuno ci insegna ad adoperare”.
Simona Pasquale 
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