Si parte spesso da casi pratici e da argomenti di attualità per sollecitare la partecipazione attiva degli studenti. E’ quanto emerge da una chiacchierata con alcuni docenti della Facoltà di Economia ai quali abbiamo chiesto consigli per gli allievi e peculiarità degli insegnamenti. Cominciamo dal prof. Roberto De Cicco, docente di Contabilità e Bilancio, esame da nove crediti, “un mattone per le matricole”, è lo stesso professore ad ammetterlo. “E’ il secondo anno che l’insegnamento sostituisce quello di Ragioneria generale, che era molto incentrato sulla metodologia della partita doppia – spiega De Cicco – Il nuovo corso riguarda, invece, il bilancio pubblico, con una enfasi sui principi contabili italiani. C’è una parte corposa di teoria, un volume enorme di cinquecento pagine – anche se devo dire che la lettura e l’apprendimento del testo richiedono uno sforzo che non è commisurato al numero delle pagine – alla quale vanno aggiunte indicazioni pratiche con riferimento ad aspetti esercitativi. La miscela teoria-pratica è continua”. L’esame consiste in una prova scritta. “E’ articolato in tre parti: ci sono tra le dodici e le quindici domande a risposta multipla, che hanno lo scopo di sondare la conoscenza del bilancio pubblico, e due esercizi per capire le capacità di applicazione acquisite dagli studenti. Per allenarsi, oltre che seguire le lezioni, i ragazzi possono collegarsi al sito di Facoltà (www.economia.uniparthenope.it), dove, prima degli esami, pubblico alcune prove degli anni passati”. Per superare l’esame con profitto, “bisogna essere in grado di muoversi all’interno di certi problemi, – avvisa De Cicco – c’è un minimo di conoscenza che non giustifica il superamento della prova”. Il docente, laureato in Economia alla Bocconi nel ’71, afferma: “Quando ero studente, non ho seguito un corso di Contabilità e Bilancio, ma uno di Economia aziendale che prevedeva nozioni sul bilancio, con un taglio estremamente sofisticato e senza toccare gli aspetti tecnici. Quando, in seguito, ho intrapreso la pratica di dottore commercialista, ho dovuto imparare necessariamente il bilancio in tutti i suoi aspetti, ed ora ne sono un esperto”.
In genere, gli esami quantitativi sono quelli che presentano maggiori difficoltà per gli studenti, soprattutto nei primi anni. La causa è addebitabile anche alle carenze che si portano dietro dalle scuole superiori e, quindi, alla mancanza di un’adeguata preparazione in ingresso. “Gli studenti però – ritiene il prof. Andrea Regoli, docente di Statistica – si lasciano anche suggestionare da voci di corridoio, si convincono della difficoltà di alcune materie, come Matematica e Statistica, e rimandano gli esami”. Questo è uno dei primi errori in cui si incappa. Un altro è relativo allo studio, le matricole non comprendono l’importanza di cominciare a studiare fin dal primo giorno”. Secondo il professore, al di là della preparazione, “chi si iscrive alla Facoltà di Economia dovrebbe conoscere le competenze e le conoscenze che verranno loro richieste durante il percorso di studio, quindi, a priori, è necessario insistere su una scelta ragionata”. Studiare bene Statistica significa anche comprendere il successivo insegnamento di Analisi di mercato, in quanto quest’ultimo sfrutta proprio gli elementi della Statistica per lo studio del cliente, delle previsioni di vendita, del brand. “Per coinvolgere maggiormente i ragazzi, propongo lo studio di casi reali – spiega il prof. Giuseppe Scandurra, docente di Analisi di mercato – e magari seminari con il contributo di responsabili di aziende che raccontano le loro esperienze dirette”. Gli studenti lavorano, spesso, in gruppo “nella redazione di relazioni su casi-studio, strutturati sulla base degli argomenti trattati durante il corso, e devo dire che vengono fuori bei lavori”. All’interno di un Corso di Laurea in Economia, assumono importanza anche gli esami giuridici, in primis Diritto privato, disciplina che consente di orientarsi in tutti i campi, a seguire il Diritto commerciale e il Diritto amministrativo. “Il corso di Diritto amministrativo – afferma il prof. Giovanni Quadri, decano della Facoltà – è cominciato a metà febbraio e terminerà nella prima settimana di maggio, comprese le interruzioni per esami e le vacanze di Pasqua. Insomma, in tutto due mesi, due blocchi diabolici con lezioni lunghe tre ore ognuna”. Come, del resto, per tutti gli insegnamenti. Il prof. Quadri non è d’accordo. “Non possiamo – dice – avere corsi compressi. E pensare che, quando ero studente, il corso di Diritto amministrativo era addirittura biennale! Ora invece dura due mesi.. Inoltre, affinché una lezione porti ad un risultato e un contributo scientifico, non può durare più di cinquanta minuti, altro che tre ore, con tutti gli intervalli del caso!”. E, allora, il docente cambia un po’ i tempi. “Faccio un’unica lezione di un’ora e mezza, senza pause che non servono ad altro che a distogliere la concentrazione. Scelgo un tema e lo sviluppo. Anche se ho scritto più di un libro, non ripeto mai le parti di un testo perché lo studente è abbastanza intelligente da rendersi conto che si tratta di una ripetizione. La lezione, invece, rappresenta qualcosa di ulteriore. In questi giorni, ho parlato, per esempio, del decreto ‘Salva Berlusconi’, o dell’ordinanza del Comune di Napoli che limita la circolazione alle auto in alcune zone…”. Insomma temi che dovrebbero coinvolgere appieno la platea studentesca. “Purtroppo, operiamo in condizioni drammatiche – termina Quadri – i ragazzi sono sempre più passivi, sono angosciati dal fatto che devono sostenere l’esame dopo due mesi, e non fanno altro che pensare a quello…”. Costola del Diritto amministrativo è il Diritto tributario, esame previsto al primo anno del Corso di Laurea Specialistica in Fiscalità dell’impresa multinazionale. “Non è facile parlare di Fiscalità d’impresa ad una platea eterogenea – afferma la prof.ssa Loredana Carpentieri, docente di Diritto tributario e Fiscalità d’impresa – che, magari, non ha sostenuto tutti gli esami dell’area giuridica o non sa nemmeno la differenza tra ‘tassa’ e ‘imposta’. Il Diritto tributario comprende competenze trasversali che derivano dal Diritto pubblico, dal Diritto commerciale e quello amministrativo…”. Dunque, la prima cosa che fa la Carpentieri è analizzare la preparazione degli studenti, o almeno di quelli che seguono il corso. “Per linee generali, cerco di dare gli istituti di base del Diritto tributario e di chiarire tutti i passaggi intermedi di cui i ragazzi possono non essere a conoscenza”. Almeno all’inizio, la lezione è strutturata in maniera tradizionale, per poi passare all’analisi di casi pratici “quali l’abuso del Diritto e i paradisi fiscali”. Esame fondamentale del primo anno è quello di Microeconomia. “Si tratta – afferma il prof. Carlo Altavilla – del primo approccio degli studenti col linguaggio economico, che, in seguito, ritroveranno durante il percorso accademico”. Il corso di Microeconomia è al secondo semestre, “e non è un caso – continua Altavilla – E’ bene, pur se non obbligatorio, che si studi prima Matematica in modo da essere più preparati, e anche per una migliore coerenza con il piano di studi”. Il programma comprende tre parti: la teoria del consumatore, la teoria dell’impresa e l’equilibrio economico generale e benessere. “Visto che la platea studentesca è costituita da ragazzi di primo anno, – dice Altavilla – ripeto il concetto più volte, durante la lezione, in modo che resti impresso, e poi lascio molto la parola agli studenti in maniera da creare un dibattito continuo. Ad ogni punto della parte teorica è associato un esercizio”. Casi pratici ed esercitazioni anche al corso di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, tenuto dal prof. Luigi Lepore, il quale ha attivato un sito web, www.luigilepore.it, come mezzo di comunicazione diretto con gli studenti che, una volta terminata l’iscrizione, apprendono tutti gli avvisi e le novità sul corso ed esame. “L’insegnamento – afferma Lepore – si pone l’obiettivo di impartire l’economia aziendale, contestualizzata nelle aziende del settore pubblico, dalla sanità ai trasporti”. A partire da quest’anno, “le lezioni prendono spunto da casi reali. Per esempio, abbiamo analizzato il caso Alitalia, abbiamo fatto un confronto tra la sanità italiana e quella americana”. A questo punto, seguire le lezioni diventa fondamentale. “Frequentare, ma anche studiare con l’evoluzione del corso, altrimenti si rischia di rimanere indietro”.
Maddalena Esposito
In genere, gli esami quantitativi sono quelli che presentano maggiori difficoltà per gli studenti, soprattutto nei primi anni. La causa è addebitabile anche alle carenze che si portano dietro dalle scuole superiori e, quindi, alla mancanza di un’adeguata preparazione in ingresso. “Gli studenti però – ritiene il prof. Andrea Regoli, docente di Statistica – si lasciano anche suggestionare da voci di corridoio, si convincono della difficoltà di alcune materie, come Matematica e Statistica, e rimandano gli esami”. Questo è uno dei primi errori in cui si incappa. Un altro è relativo allo studio, le matricole non comprendono l’importanza di cominciare a studiare fin dal primo giorno”. Secondo il professore, al di là della preparazione, “chi si iscrive alla Facoltà di Economia dovrebbe conoscere le competenze e le conoscenze che verranno loro richieste durante il percorso di studio, quindi, a priori, è necessario insistere su una scelta ragionata”. Studiare bene Statistica significa anche comprendere il successivo insegnamento di Analisi di mercato, in quanto quest’ultimo sfrutta proprio gli elementi della Statistica per lo studio del cliente, delle previsioni di vendita, del brand. “Per coinvolgere maggiormente i ragazzi, propongo lo studio di casi reali – spiega il prof. Giuseppe Scandurra, docente di Analisi di mercato – e magari seminari con il contributo di responsabili di aziende che raccontano le loro esperienze dirette”. Gli studenti lavorano, spesso, in gruppo “nella redazione di relazioni su casi-studio, strutturati sulla base degli argomenti trattati durante il corso, e devo dire che vengono fuori bei lavori”. All’interno di un Corso di Laurea in Economia, assumono importanza anche gli esami giuridici, in primis Diritto privato, disciplina che consente di orientarsi in tutti i campi, a seguire il Diritto commerciale e il Diritto amministrativo. “Il corso di Diritto amministrativo – afferma il prof. Giovanni Quadri, decano della Facoltà – è cominciato a metà febbraio e terminerà nella prima settimana di maggio, comprese le interruzioni per esami e le vacanze di Pasqua. Insomma, in tutto due mesi, due blocchi diabolici con lezioni lunghe tre ore ognuna”. Come, del resto, per tutti gli insegnamenti. Il prof. Quadri non è d’accordo. “Non possiamo – dice – avere corsi compressi. E pensare che, quando ero studente, il corso di Diritto amministrativo era addirittura biennale! Ora invece dura due mesi.. Inoltre, affinché una lezione porti ad un risultato e un contributo scientifico, non può durare più di cinquanta minuti, altro che tre ore, con tutti gli intervalli del caso!”. E, allora, il docente cambia un po’ i tempi. “Faccio un’unica lezione di un’ora e mezza, senza pause che non servono ad altro che a distogliere la concentrazione. Scelgo un tema e lo sviluppo. Anche se ho scritto più di un libro, non ripeto mai le parti di un testo perché lo studente è abbastanza intelligente da rendersi conto che si tratta di una ripetizione. La lezione, invece, rappresenta qualcosa di ulteriore. In questi giorni, ho parlato, per esempio, del decreto ‘Salva Berlusconi’, o dell’ordinanza del Comune di Napoli che limita la circolazione alle auto in alcune zone…”. Insomma temi che dovrebbero coinvolgere appieno la platea studentesca. “Purtroppo, operiamo in condizioni drammatiche – termina Quadri – i ragazzi sono sempre più passivi, sono angosciati dal fatto che devono sostenere l’esame dopo due mesi, e non fanno altro che pensare a quello…”. Costola del Diritto amministrativo è il Diritto tributario, esame previsto al primo anno del Corso di Laurea Specialistica in Fiscalità dell’impresa multinazionale. “Non è facile parlare di Fiscalità d’impresa ad una platea eterogenea – afferma la prof.ssa Loredana Carpentieri, docente di Diritto tributario e Fiscalità d’impresa – che, magari, non ha sostenuto tutti gli esami dell’area giuridica o non sa nemmeno la differenza tra ‘tassa’ e ‘imposta’. Il Diritto tributario comprende competenze trasversali che derivano dal Diritto pubblico, dal Diritto commerciale e quello amministrativo…”. Dunque, la prima cosa che fa la Carpentieri è analizzare la preparazione degli studenti, o almeno di quelli che seguono il corso. “Per linee generali, cerco di dare gli istituti di base del Diritto tributario e di chiarire tutti i passaggi intermedi di cui i ragazzi possono non essere a conoscenza”. Almeno all’inizio, la lezione è strutturata in maniera tradizionale, per poi passare all’analisi di casi pratici “quali l’abuso del Diritto e i paradisi fiscali”. Esame fondamentale del primo anno è quello di Microeconomia. “Si tratta – afferma il prof. Carlo Altavilla – del primo approccio degli studenti col linguaggio economico, che, in seguito, ritroveranno durante il percorso accademico”. Il corso di Microeconomia è al secondo semestre, “e non è un caso – continua Altavilla – E’ bene, pur se non obbligatorio, che si studi prima Matematica in modo da essere più preparati, e anche per una migliore coerenza con il piano di studi”. Il programma comprende tre parti: la teoria del consumatore, la teoria dell’impresa e l’equilibrio economico generale e benessere. “Visto che la platea studentesca è costituita da ragazzi di primo anno, – dice Altavilla – ripeto il concetto più volte, durante la lezione, in modo che resti impresso, e poi lascio molto la parola agli studenti in maniera da creare un dibattito continuo. Ad ogni punto della parte teorica è associato un esercizio”. Casi pratici ed esercitazioni anche al corso di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, tenuto dal prof. Luigi Lepore, il quale ha attivato un sito web, www.luigilepore.it, come mezzo di comunicazione diretto con gli studenti che, una volta terminata l’iscrizione, apprendono tutti gli avvisi e le novità sul corso ed esame. “L’insegnamento – afferma Lepore – si pone l’obiettivo di impartire l’economia aziendale, contestualizzata nelle aziende del settore pubblico, dalla sanità ai trasporti”. A partire da quest’anno, “le lezioni prendono spunto da casi reali. Per esempio, abbiamo analizzato il caso Alitalia, abbiamo fatto un confronto tra la sanità italiana e quella americana”. A questo punto, seguire le lezioni diventa fondamentale. “Frequentare, ma anche studiare con l’evoluzione del corso, altrimenti si rischia di rimanere indietro”.
Maddalena Esposito