Ricominciano i corsi all’Orientale. Palazzo Giusso, Via Marina, Palazzo Corigliano e Palazzo S. Maria Porta Coeli, sono questi i luoghi in cui si svolge la vita degli studenti. “Ogni palazzo è un microcosmo. – dice Dario, studente ventitreenne di Archeologia – Sono i Dipartimenti contenuti al suo interno a caratterizzare l’ambiente di ogni Palazzo. Io, ad esempio, sono sempre a Corigliano”. Dario non segue più i corsi, sta preparando la tesi e per studiare preferisce fermarsi all’Università. Però “è un problema la mancanza di aule-studio. L’unico spazio libero per gli studenti è l’aula occupata. Quindi, per studiare, rimane solo la biblioteca e non è sempre comoda perché vigono delle limitazioni. Ad esempio, nella biblioteca al quarto piano non puoi portare libri originali. Eppure ci sono molti spazi inutilizzati”. Lo stesso pensa Stefano, suo amico, anche lui studente di Archeologia: “Anche io sto preparando la tesi e trascorro le mie giornate a studiare in biblioteca – spiega – Per studiare, nel corso della giornata devo sacrificare altre cose. Però si sta bene a Corigliano. Riesci ad intessere buoni rapporti sia con i colleghi che con i professori. Dal momento che siamo in pochi nel mio Corso di Laurea, il rapporto con i professori non si limita al corso. I docenti ci conoscono tutti e spesso capita di condividere attività e iniziative”. Secondo Stefano, però, chi prepara i piani di studio non prende in considerazione il tempo reale che occorre per diventare un buon archeologo. L’entusiasmo della matricola si legge, invece, negli occhi di Roberta Salzano, studentessa diciannovenne di Scienze Politiche: “Io sono sempre all’università, anche quando non ho corsi – spiega – Lo trovo un ambiente stimolante e quando sono qui mi sento più motivata”. Per quanto riguarda i corsi “al primo semestre, gli orari erano più pesanti – spiega Roberta – avevo lezione fino alle sette di sera. Una situazione difficile per chi, come me, è pendolare, sono di Nocera Inferiore. Ma, per il resto, non mi lamento. Questo è il mio primo anno e sono contenta di questa università. Ho un bel rapporto con i professori e appena ho un po’ di tempo libero, mi piace venire qui, nel cortile di Giusso, a studiare”. Diversamente la pensa Fabio Caldavino, che studia a Scienze Politiche da un po’ di tempo: “Ho trent’anni – spiega – so di non essere sempre stato costante nello studio, ma sono anche i professori che ti fanno perdere tempo. Eppure, sotto il punto di vista della didattica, questa è una delle migliori università. Il fatto è che ci sono molti problemi. Ora sto preparando la tesi e sto impazzendo per cercare i libri. Costano molto e sono difficili da reperire. La nostra biblioteca non li ha ed io ho dovuto trovare altri modi per averli. Ad esempio sono state utili le chat internazionali”. Anche per Nicola, studente ventitreenne di Lingue, le biblioteche non sono al “top”. Lui studia in quella a Santa Maria Porta Coeli e ci racconta che i dizionari sono vecchi e rovinati. Ci tiene a precisare, inoltre, che non ama la mensa dell’Orientale perché funziona tramite convenzioni con locali privati. “Non ci vado mai a mensa – dice Nicola – non mi piace come ci trattano in quei locali. Sarebbe bello riavere la mensa dell’Università com’era una volta all’Orientale”. Però, sotto il punto di vista didattico, neanche Nicola può lamentarsi: “c’è molta serietà. Non ti permettono di andare avanti se non studi”, dice. Eppure anche lui ha molti problemi legati alla sua condizione di pendolare: “L’università dovrebbe capire che per noi pendolari è difficile seguire i corsi alle 8 di mattina. Io dovrei svegliarmi alle 6! Quindi, soprattutto il corso con il lettore, che per noi studenti di lingue è una figura importante, non dovrebbe avere orari tanto improponibili”. Le cose stanno diversamente per Daniela, studentessa ventunenne di Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa: “Spesso gli studenti dell’Orientale si lamentano senza rendersi conto dei servizi che offre questa università – spiega – Anche io sopporto giornate molto piene, talvolta per seguire i corsi non ho nemmeno il tempo di mangiare, ma comunque non mi lamento. Studio arabo e turco e non siamo in molti. Così tra le mie colleghe e con i professori si creano gli stessi rapporti che ritrovi in una classe del liceo”. Daniela, però, segnala: “I bagni sono sporchi e mancano sempre sapone e carta igienica”.
Marilena Passaretti
Marilena Passaretti