Chiacchiere di corridoio con gli studenti in attesa di un esame

Il 19 febbraio nel corridoio della Tensostruttura, un gruppo di studenti aspetta il proprio turno di sostenere l’orale di Biochimica umana. “Abbiamo fatto lo scritto il 16 ma non sappiamo ancora il voto – racconta Antonio – Nella lista in bacheca c’è scritto solo ammesso o non ammesso. Non capisco il perché”.
Antonio e i suoi colleghi sono iscritti al III anno ma stanno terminando gli esami del II. Sono un po’ tesi ma si rassicurano dicendo “E’ un esame fattibile”. Lo scritto dà un voto di partenza ma, se non è andato molto bene, i docenti non tengono conto della media matematica dei risultati delle due prove. Si limitano a porre un maggior numero di domande per tentare di  alzare il voto dell’orale. “Fino all’anno scorso, per chi aveva almeno 22 allo scritto, l’orale era facoltativo. Ora è diventato obbligatorio perché sono diminuiti i quesiti della prova scritta – spiega Roberto – E’ difficile che boccino all’orale. Allo scritto eravamo 150 divisi in due gruppi. A superarlo siamo stati al massimo una settantina”.
Biologia Cellulare:
 14 promossi 
su 295 candidati
Una percentuale di ammessi inferiore al 50% secondo Marco non si verifica di rado: “Il record negativo di quest’anno è stato l’appello di settembre di Biologia cellulare: su 295 ne sono passati 14. Ma è sempre più o meno così, io l’ho fatto 4 volte. E’ un esame solo scritto, quando lo vai a provare incontri sempre le stesse facce”. Cosimo, invece, ha sfruttato l’opportunità delle prove intercorso ed è passato al primo tentativo: “Il programma è molto vasto e pieno di dettagli. Ci sono 50 domande a risposta multipla di cui tutte e 5 le voci sono altamente probabili. Devi azzeccarne 26 per avere un misero 18. Per come sono strutturate le domande è facile confondersi”.
Anche i quesiti della prova di Patologia Generale sono giudicati di difficile comprensione. “Ma vi immaginate cosa accadrebbe se fossero a risposta aperta? Il test sarebbe ancora più selettivo”, afferma Anastasia, mentre Antonio ribatte: “Dovendo scegliere tra le risposte prestampate puoi farti guidare dall’intuito. D’altronde è una modalità d’esame introdotta per accorciare i tempi di correzione”.
Si riesce ad aiutarsi un po’ durante gli scritti?, chiediamo ai ragazzi. “Macché, i professori vigilano come dei falchi. Un mio amico che studia a Fisciano durante un esame è stato capace anche di inviarmi un MMS. Da noi sarebbe assurdo”, sostiene Vito.
Gli studenti sono fieri dei contenuti del proprio Corso di Laurea. “La nostra è una preparazione molto specifica. Sono studi pesanti. Alcuni per semplificarsi la vita passano a Biologia – sostiene Anastasia – Il primo semestre può trarre in inganno: sembra che vi siano materie semplici ma i programmi sono più vasti di quelli di altre Facoltà”.
Secondo Valeria a volte risulta complicato studiare materie pratiche senza vedere come funzionano gli strumenti di laboratorio: “Non c’è spazio sufficiente per portare i ragazzi dei primi anni in laboratorio. Ci appoggiamo saltuariamente alle strutture di Farmacia e di Chimica e non vediamo l’ora di arrivare alla Specialistica per osservare in azione le macchine che finora ci sono state mostrate soltanto in diapositiva”.
Chi, come Cosimo, è rimasto indietro con alcuni esami non sempre riesce a frequentare tutti i corsi dell’anno successivo. “Ci sono lezioni che vanno seguite perché è indispensabile prendere appunti. Per esami come Anatomia, invece, puoi studiare anche da solo perché si tratta di memorizzare elenchi di nomi. Per i concetti più complicati, però, fa sempre comodo avere delle spiegazioni”.
Manuela Pitterà
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