Codice della privacy e reati informatici

Tutela della sicurezza e riservatezza dell’informazione è un insegnamento attivato in sinergia fra i Dipartimenti di Giurisprudenza e di Ingegneria elettrica e delle tecnologie delle Informazioni (segnatamente al secondo anno della Magistrale in Telecomunicazioni e Media Digitali). “La disciplina è stata istituita lo scorso anno – spiega il prof. Andrea Alberico, ricercatore di Diritto Penale e titolare della materia – Con la pandemia i corsi non sono stati erogati in ‘diretta’ ma in piattaforma già registrati e poi integrati con slide. È mancata l’interazione con gli studenti che di sicuro recupereremo quest’anno via Teams”. L’insegnamento rientra nella famiglia del Diritto penale: “La parte speciale ha ad oggetto la fattispecie incriminatrice del Codice. Il baricentro del corso è la riservatezza dei dati: ovvero qualunque notizia o informazione che possa essere concretizzata in un dato. Studiamo il diritto di ciascun soggetto di decidere se trasferire un’informazione e la correttezza nella conservazione di un dato presso enti e non”. Nello specifico: da una parte “ci occupiamo delle fattispecie del cosiddetto codice della privacy, non solo di reati tradizionali ma anche di quelli nuovi. Il reato informatico, ad esempio. Il sistema dovrebbe essere un luogo sicuro, se questo dovesse avvenire studiamo chi dovrebbe impedirne l’accesso e cosa fare”. Dall’altra “ci soffermiamo sugli articoli del Codice penale dal 615 in poi. Inoltre, vi saranno delle ore dedicate all’approfondimento di un argomento molto importante: la privacy extra-penale”. Chi sceglie questa disciplina è orientato ad un “curriculum penalistico. La materia è fortemente professionalizzante”. Il trattamento dei dati personali, ad esempio, “proietta nel mondo delle aziende che devono avvalersi di consulenti per rispettare le indicazioni di un cliente sui dati e le informazioni personali”. Gli stessi reati informatici “richiedono un’elevata specializzazione”. Chi commette queste frodi “non è un delinquente qualsiasi, ma una mente particolare in grado di entrare in un sistema altamente sofisticato. Ecco che entra in scena la figura del professionista”.
Susy Lubrano

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