Teoria, esercitazioni pratiche, svolgimento di precedenti prove d’esame. Il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DISES) ha potenziato le attività di tutorato dedicate agli insegnamenti propedeutici e più complessi. Partite a gennaio e tenute da assegnisti di ricerca e dottorandi, le lezioni di Macroeconomia, Metodi Matematici, Microeconomia e Complementi di Microeconomia e Statistica proseguiranno ancora a febbraio. Studenti di Economia e Commercio (CLEC) ed Economia delle Imprese Finanziarie (CLEIF) carpe diem!
Giovedì 30 gennaio. La dott.ssa Maria Carannante attende, in aula B2, gli studenti che vogliono potenziare le loro conoscenze di Macroeconomia. Ma quali sono le loro difficoltà? Federica Fierro (secondo anno CLEC) ha delle lacune che vorrebbe colmare per poter dare il meglio di sé: “Ho sostenuto lo scritto di Macroeconomia il 7 gennaio, ma non ero soddisfatta del voto e così l’ho rifiutato. Sono sicura di poter fare meglio di così. Certo, il manuale è molto voluminoso, ragion per cui non sono riuscita a studiare tutti gli argomenti allo stesso modo preferendo concentrarmi su quelli più difficili”. Federica è caduta sul terzo esercizio del compito: “il modello di esame dal breve al medio periodo. Si trattava di una tipologia di esercizio che avevo svolto una volta sola e su cui non mi ero molto allenata. Ho chiesto che mi venisse rispiegato: la professoressa mi ha fatto capire il mio errore, ovvero il non aver sostituito correttamente alcuni elementi”. Pronta per il prossimo appello? “Non sono sicura di poter avere un buon risultato, ma questo dipenderà dal mio stato emotivo più che dalle mie conoscenze”.
Il problema di Ilaria Biondi (secondo anno CLEIF), invece, è la teoria. Sicura di essere nel posto giusto allora? “Sì perché, comunque, attraverso gli esercizi si ripassa un po’ di teoria. In più, un potenziamento non guasta mai. Non ho ancora tentato di dare l’esame, ma ho sentito che a gennaio è stata dura: su venti presenti, otto sono stati bocciati e il voto più alto è stato 25”. La teoria di Macroeconomia è davvero così ostica? “Non ho seguito benissimo il corso perché ero ancora impegnata con Microeconomia. I concetti e le definizioni sono tante, è difficile tenere tutto a memoria. Io studio facendo schemi e grafici e poi ripetendo per ore e ore. Ho terminato il programma, ora ho solo bisogno di un buon ripasso”.
Anche Maria Pia De Martino ha tentato Macro a gennaio, ma ha rifiutato il voto. Su cosa è caduta? “Il medio periodo, la curva di Philips… Il fatto è che avendo tante cose da studiare non ho seguito assiduamente il corso sottovalutandolo un po’. Le domande e gli esercizi che mi hanno messo in difficoltà, infatti, riguardavano le lezioni che purtroppo non ho seguito”. Cosa si aspetta da queste lezioni supplementari? “La mia carriera universitaria è positiva e sono soddisfatta dei risultati che ho raggiunto finora. Proprio per questo so che posso fare di più. Non essendo a conoscenza di questa opportunità, non ho seguito le lezioni dall’inizio. Ma tornerò sicuramente perché ne riconosco l’utilità. Sto recuperando le mie lacune e spero di farcela al prossimo appello”.
Antonio Massa (secondo anno CLEC), invece, non è sorpreso dell’esito poco fortunato della sua prova d’esame: “La verità? Non ho studiato abbastanza. La disciplina non mi piace, non sono portato per imparare le cose a memoria. Gli esercizi, invece, li trovo più stimolanti”. Si possono risolvere gli esercizi senza una solida base teorica? “Sì e no. In alcuni casi bastano la matematica e l’intuizione. Quando ho tentato lo scritto, a gennaio, avevo una preparazione teorica pari a zero. Ma avevo chiesto informazioni a qualche collega più grande che mi ha mandato un po’ fuori strada dicendomi che bastava saper fare la parte pratica”. Come si corregge il tiro? “Sto studiando dal libro facendo riassunti perché aiuta la memoria. Ma non ho intenzione di ripeterli. Durante queste lezioni facciamo spesso delle simulazioni del compito d’esame. Pian piano sto riuscendo a completarne da solo una parte sempre più consistente. È un buon segno”.
Angelo Orefice (terzo anno CLEC) non riesce ad interiorizzare la disciplina: “La teoria non è poi così difficile, il problema è l’approccio pratico agli esercizi. Il fatto è che la materia non mi piace. Al secondo anno non ho seguito il corso, così non ho acquisito il materiale adeguato per sostenere l’esame. Quest’anno avrei voluto riparare ma Macroeconomia coincideva con Diritto Commerciale. Per me è importante superare questo esame perché rischio di dover ritardare la laurea”. Ma il disamore di Angelo verso la Macroeconomia ha origini lontane: “Automaticamente ho collegato Macro a Microeconomia con cui, al primo anno, ho avuto un brutto impatto. Ero ancora un pischello, non avevo un buon metodo di studio. Era il primo vero esame impegnativo, pesante, e io non studiai con costanza. Dopo due trenta, in Matematica e Statistica, ebbi 21 e rimasi molto deluso”. Cosa si aspetta Angelo dal corso? “Un approccio alla parte pratica. Nelle lezioni che ho seguito finora abbiamo fatto esercizi, e la professoressa ce li ha spiegati passo dopo passo aiutandoci ad entrare nei meccanismi di risoluzione. Finora abbiamo esaminato argomenti come scelta intertemporale, progresso tecnologico, equilibrio tra domanda e produzione, molto comuni agli esami. Negli ultimi due anni ho guardato più volte la teoria aggiungendo un tassello alla volta. La mia difficoltà era relativa ad alcune categorie di esercizi e questo corso mi sta aiutando a superarle. In più, mi sta facendo acquisire maggiore fiducia nelle mie capacità”. Non resta che augurare buona fortuna agli studenti, che si concederanno un secondo tentativo il 12 febbraio.
Carol Simeoli
Giovedì 30 gennaio. La dott.ssa Maria Carannante attende, in aula B2, gli studenti che vogliono potenziare le loro conoscenze di Macroeconomia. Ma quali sono le loro difficoltà? Federica Fierro (secondo anno CLEC) ha delle lacune che vorrebbe colmare per poter dare il meglio di sé: “Ho sostenuto lo scritto di Macroeconomia il 7 gennaio, ma non ero soddisfatta del voto e così l’ho rifiutato. Sono sicura di poter fare meglio di così. Certo, il manuale è molto voluminoso, ragion per cui non sono riuscita a studiare tutti gli argomenti allo stesso modo preferendo concentrarmi su quelli più difficili”. Federica è caduta sul terzo esercizio del compito: “il modello di esame dal breve al medio periodo. Si trattava di una tipologia di esercizio che avevo svolto una volta sola e su cui non mi ero molto allenata. Ho chiesto che mi venisse rispiegato: la professoressa mi ha fatto capire il mio errore, ovvero il non aver sostituito correttamente alcuni elementi”. Pronta per il prossimo appello? “Non sono sicura di poter avere un buon risultato, ma questo dipenderà dal mio stato emotivo più che dalle mie conoscenze”.
Il problema di Ilaria Biondi (secondo anno CLEIF), invece, è la teoria. Sicura di essere nel posto giusto allora? “Sì perché, comunque, attraverso gli esercizi si ripassa un po’ di teoria. In più, un potenziamento non guasta mai. Non ho ancora tentato di dare l’esame, ma ho sentito che a gennaio è stata dura: su venti presenti, otto sono stati bocciati e il voto più alto è stato 25”. La teoria di Macroeconomia è davvero così ostica? “Non ho seguito benissimo il corso perché ero ancora impegnata con Microeconomia. I concetti e le definizioni sono tante, è difficile tenere tutto a memoria. Io studio facendo schemi e grafici e poi ripetendo per ore e ore. Ho terminato il programma, ora ho solo bisogno di un buon ripasso”.
Anche Maria Pia De Martino ha tentato Macro a gennaio, ma ha rifiutato il voto. Su cosa è caduta? “Il medio periodo, la curva di Philips… Il fatto è che avendo tante cose da studiare non ho seguito assiduamente il corso sottovalutandolo un po’. Le domande e gli esercizi che mi hanno messo in difficoltà, infatti, riguardavano le lezioni che purtroppo non ho seguito”. Cosa si aspetta da queste lezioni supplementari? “La mia carriera universitaria è positiva e sono soddisfatta dei risultati che ho raggiunto finora. Proprio per questo so che posso fare di più. Non essendo a conoscenza di questa opportunità, non ho seguito le lezioni dall’inizio. Ma tornerò sicuramente perché ne riconosco l’utilità. Sto recuperando le mie lacune e spero di farcela al prossimo appello”.
Antonio Massa (secondo anno CLEC), invece, non è sorpreso dell’esito poco fortunato della sua prova d’esame: “La verità? Non ho studiato abbastanza. La disciplina non mi piace, non sono portato per imparare le cose a memoria. Gli esercizi, invece, li trovo più stimolanti”. Si possono risolvere gli esercizi senza una solida base teorica? “Sì e no. In alcuni casi bastano la matematica e l’intuizione. Quando ho tentato lo scritto, a gennaio, avevo una preparazione teorica pari a zero. Ma avevo chiesto informazioni a qualche collega più grande che mi ha mandato un po’ fuori strada dicendomi che bastava saper fare la parte pratica”. Come si corregge il tiro? “Sto studiando dal libro facendo riassunti perché aiuta la memoria. Ma non ho intenzione di ripeterli. Durante queste lezioni facciamo spesso delle simulazioni del compito d’esame. Pian piano sto riuscendo a completarne da solo una parte sempre più consistente. È un buon segno”.
Angelo Orefice (terzo anno CLEC) non riesce ad interiorizzare la disciplina: “La teoria non è poi così difficile, il problema è l’approccio pratico agli esercizi. Il fatto è che la materia non mi piace. Al secondo anno non ho seguito il corso, così non ho acquisito il materiale adeguato per sostenere l’esame. Quest’anno avrei voluto riparare ma Macroeconomia coincideva con Diritto Commerciale. Per me è importante superare questo esame perché rischio di dover ritardare la laurea”. Ma il disamore di Angelo verso la Macroeconomia ha origini lontane: “Automaticamente ho collegato Macro a Microeconomia con cui, al primo anno, ho avuto un brutto impatto. Ero ancora un pischello, non avevo un buon metodo di studio. Era il primo vero esame impegnativo, pesante, e io non studiai con costanza. Dopo due trenta, in Matematica e Statistica, ebbi 21 e rimasi molto deluso”. Cosa si aspetta Angelo dal corso? “Un approccio alla parte pratica. Nelle lezioni che ho seguito finora abbiamo fatto esercizi, e la professoressa ce li ha spiegati passo dopo passo aiutandoci ad entrare nei meccanismi di risoluzione. Finora abbiamo esaminato argomenti come scelta intertemporale, progresso tecnologico, equilibrio tra domanda e produzione, molto comuni agli esami. Negli ultimi due anni ho guardato più volte la teoria aggiungendo un tassello alla volta. La mia difficoltà era relativa ad alcune categorie di esercizi e questo corso mi sta aiutando a superarle. In più, mi sta facendo acquisire maggiore fiducia nelle mie capacità”. Non resta che augurare buona fortuna agli studenti, che si concederanno un secondo tentativo il 12 febbraio.
Carol Simeoli