“Il primo criterio di scelta deve essere la passione perché, soprattutto in questo periodo, è difficile pensare al mercato del lavoro che ci sarà fra cinque o sei anni. È evidente, inoltre, che con la passione si studia meglio. I requisiti indispensabili, ad ogni modo, sono solo due: determinazione e impegno”. È quanto sostiene il prof. Federico Rossi, docente di Economia dell’Energia, a proposito dell’area dell’Ingegneria Industriale, ossia “quello che progetta e gestisce tutte le tematiche vicine alle imprese industriali, in particolare quelle manifatturiere, il settore che in Italia continua a dare le maggiori opportunità. È anche quello più vicino all’Ingegneria classica, sebbene abbia ormai recepito tutte le metodologie dell’informatica e dei sistemi automatici”.
Occorre grande costanza per affrontare al meglio l’impatto con questi studi. “Perché impatto? Molti dicono che le difficoltà vengono dalla preparazione pregressa. Ebbene, chi parla viene dal liceo classico. Ricordo i primi tempi da studente; vedevo i miei colleghi svolgere alla lavagna le derivate, quando ancora il professore non le aveva spiegate. Mi veniva da pensare che fossero avanti, ma non era così, e lo stesso vale per molti ragazzi. È solo questione di tempo e maturazione, impegnandosi i risultati arrivano”.
Alla fine, un ingegnere impara a vedere il mondo in maniera concreta: “con un bagaglio ricco di materie scientifiche applicative che possono trovare molte applicazioni. Questo, però, può accadere se il Paese cresce, allora crescerà anche l’industria e gli ingegneri saranno sempre più richiesti”.
Per andare avanti è necessario studiare bene, ossia “capire quello che si sta facendo. Per capire, bisogna seguire. Nonostante io pubblichi i miei appunti, ritengo indispensabile il contatto, il colloquio, l’esperienza. Basta uno sguardo a lezione per rendersi conto se ad un ragazzo non è chiaro un argomento. Imparando a memoria in sede d’esame viene l’ansia, con la comprensione no. Sempre che si trovi il docente con una sensibilità tale da consentire ai ragazzi di esprimersi”.
Altro elemento importante, la capacità di comunicare: “i ragazzi non ce l’hanno e studiare in compagnia può essere utile. Nella mia esperienza, se fra due colleghi s’instaura un rapporto d’amicizia, è più facile per tutti”.
Infine, occorre ricordare che, “se si è seri e determinati, non ci sono cose impossibili e gli studi si portano avanti bene”.
Occorre grande costanza per affrontare al meglio l’impatto con questi studi. “Perché impatto? Molti dicono che le difficoltà vengono dalla preparazione pregressa. Ebbene, chi parla viene dal liceo classico. Ricordo i primi tempi da studente; vedevo i miei colleghi svolgere alla lavagna le derivate, quando ancora il professore non le aveva spiegate. Mi veniva da pensare che fossero avanti, ma non era così, e lo stesso vale per molti ragazzi. È solo questione di tempo e maturazione, impegnandosi i risultati arrivano”.
Alla fine, un ingegnere impara a vedere il mondo in maniera concreta: “con un bagaglio ricco di materie scientifiche applicative che possono trovare molte applicazioni. Questo, però, può accadere se il Paese cresce, allora crescerà anche l’industria e gli ingegneri saranno sempre più richiesti”.
Per andare avanti è necessario studiare bene, ossia “capire quello che si sta facendo. Per capire, bisogna seguire. Nonostante io pubblichi i miei appunti, ritengo indispensabile il contatto, il colloquio, l’esperienza. Basta uno sguardo a lezione per rendersi conto se ad un ragazzo non è chiaro un argomento. Imparando a memoria in sede d’esame viene l’ansia, con la comprensione no. Sempre che si trovi il docente con una sensibilità tale da consentire ai ragazzi di esprimersi”.
Altro elemento importante, la capacità di comunicare: “i ragazzi non ce l’hanno e studiare in compagnia può essere utile. Nella mia esperienza, se fra due colleghi s’instaura un rapporto d’amicizia, è più facile per tutti”.
Infine, occorre ricordare che, “se si è seri e determinati, non ci sono cose impossibili e gli studi si portano avanti bene”.