Dar vita a delle infrastrutture volte alla costruzione di Laboratori atti a conservare il materiale prodotto per aiutare ed implementare le ricerche future: il progetto Mito (finanziato dal MIUR nell’ambito del PAC – Piano di Azione Coesione), attraverso il Corso di Alta Formazione “Management dei Beni Culturali ed Ambientali”, continua la seconda fase di lavoro, quella con attuazione pratica, attraverso la raccolta dei dati espressi nella fase laboratoriale. “Il nostro compito – spiega il prof. Angelo Chianese, docente di Sistemi informatici multimediali alla Federico II e componente del comitato scientifico del progetto – è quello di conservare dati, attraverso la creazione di Atlanti. Questi ultimi sono raccolte di informazioni, a cui siamo abituati fin da ragazzi, che consentiranno di attuare lo scopo di ‘Digital Preservation’: preservare e incorporare i dati del materiale digitale prodotto dai 16 studenti che seguono il Corso di alta formazione, creando documenti digitali da poter usare in futuro per fare ricerca”. A questo scopo sono stati attivati due importanti Laboratori in cui si collocano vari documenti: dalle testimonianze storiche dell’800 italiano, a libri antichi che indicano la produzione scientifica dantesca, a reperti di rilevanza nel settore umanistico. “Il primo Laboratorio – continua il docente – concerne la fotografia e riguarda per lo più materiale pittorico. Il secondo, invece, si occupa della sincronizzazione e digitalizzazione dei dati, attraverso l’utilizzo di un particolare scanner, che, seppur si avvale del lavoro dei nostri studenti, funziona quasi del tutto in automatico”. E così testi che necessitano di particolare attenzione – mappe antiche, documenti che mostrano uno spaccato della città di Napoli nelle epoche passate – possono essere finalmente schematizzati e condivisi. “Il nostro intento prevede soprattutto la condivisione del materiale. Noi non facciamo ricerca vera e propria, ma creiamo gli strumenti che aiuteranno poi nella ricerca stessa. La fase finale del progetto, infatti, prevede la pubblicazione condivisa e partecipata del lavoro svolto. Gli studenti coinvolti presenteranno il lavoro, come professionisti del settore, cosa che hanno imparato a fare in questi mesi”. Alla fine dell’esperienza: “Vi saranno 16 nuove figure professionali nel mercato del lavoro, ragazzi che sapranno gestire il patrimonio culturale del Paese, avendo a conoscenza strumenti atti alla fruizione, alla valorizzazione e alla digitalizzazione dei beni. La creazione di Atlanti servirà a questo: catalogare non solo il patrimonio, ma svolgere una ricerca rapida nel collocare spazialmente e temporalmente il bene di cui si discerne”. Organizzazione e amministrazione del progetto formativo sono affidate al COINOR. “Il progetto Mito si svolge in due ambiti di lavoro – illustra la dott.ssa Antonella Lupoli, che coordina per il COINOR il profilo organizzativo e gestionale dell’esperienza – Da un lato, abbiamo il potenziamento delle infrastrutture dove dotiamo le strutture scientifiche di una serie di strumentazioni idonee, attraverso l’uso di nuove tecnologie”. Dall’altro: “Ci occupiamo dell’aspetto manageriale, formando studenti-manager del patrimonio culturale che possono inserirsi in vari ambiti ed enti territoriali per occuparsi da esperti di: gestione finanziaria, valutazione tecnico informatica dei beni coinvolti, utilizzo di strumenti digitali e gestione degli eventi, solo per citarne alcuni”. Il tutto, sempre secondo un punto di vista dettato dalla sfera umanistica. “Per scelta del comitato scientifico, si è deciso di selezionare solo studenti provenienti dall’ambito umanistico. Lavoriamo con quelle lauree chiamate erroneamente ‘deboli’, solo perché non riescono a trovare facile riscontro nel mercato del lavoro. Ci rivolgiamo ad un pubblico di studenti che ha poca dimestichezza con la tecnologia e con gli aspetti manageriali dei beni culturali”. Perché, secondo la dott.ssa Lupoli, “il vero problema è sempre stato la difficoltà di trovare figure competenti in ambito di managerialità del patrimonio di cui fortemente disponiamo. Attraverso il progetto in atto vorremmo favorire un incontro fra competenze scientifiche, umanistiche, tecnologiche e manageriali, un mix che sarà chiave di sicuro successo per il lavoro”. L’obiettivo, dunque, “formare figure professionali che sappiano sfruttare l’economia e la gestione delle risorse, in base alle richieste di mercato”. Il Corso di formazione terminerà a fine marzo: “La raccolta e la diffusione dei dati attraverso gli Atlanti, le informazioni sui profili dei visitatori, l’acquisizione delle competenze ed il lavoro finito – conclude la dott.ssa Lupoli – potranno essere visionati a fine giugno, quando si completerà del tutto il progetto Mito”.