Accendere i riflettori sul ‘Museo Filangieri’, uno dei luoghi e laboratori più importanti della cultura napoletana: lo scopo del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Seconda Università. Il Museo, fondato da Gaetano Filangieri, principe di Satriano nel 1888, negli spazi quattrocenteschi di Palazzo Como, non attraversa un periodo felice. A gestione privata, la struttura non riesce più a sostenere i costi di mantenimento. ‘Dimenticato’ dalla città di Napoli, un pezzo di storia rischia di chiudere i battenti. “L’Università ha accolto la richiesta dell’Associazione ONLUS ‘Salviamo il Museo Filangieri’, dando vita ad un calendario ricco di incontri, finalizzati alla conoscenza di questi luoghi. Vorremmo poter portare agli occhi di tutti cosa sta accadendo”, spiega la prof.ssa Nadia Barrella, docente di Museologia alla Sun. Purtroppo: “Il Museo è poco conosciuto ai più. La sua storia è del tutto ignorata dai cittadini. Oggi si dà risalto solo ad un elenco di oggetti contenuti all’interno del Museo che, invece, sono solo un punto di partenza. L’eccezionalità di questi luoghi, invece, si deve ricercare nelle origini”. La storia prende vita subito dopo l’Unità d’Italia: “Filangieri aveva pensato, attraverso il Museo, di far riacquistare alla città un suo ruolo. Dopo l’Unità, Napoli rischiava di essere decentrata, di perdere prestigio. La nascita di queste strutture contribuì alla crescita culturale del territorio, richiamando l’attenzione dei letterati dell’epoca”. Nasce così l’idea di far acquisire nuovo prestigio a questi luoghi con una serie di appuntamenti culturali denominati ‘Conversazioni sull’arte’. “Scopo degli incontri sarà quello di riaffermare la valenza culturale del Museo. Come Dipartimento, ci auguriamo di fornire agli utenti quel tassello mancante che colleghi le strutture alla storia della città. I cittadini potranno riappropriarsi della conoscenza di questi spazi”. Ad ogni appuntamento “parleremo di storia, della qualità dell’arte sul territorio. In un’ottica di divulgazione del sapere, porremo l’accento sulla memoria, riavvicinando i cittadini a ciò che hanno perduto o semplicemente ignorato per anni”. Si parte sabato 26 ottobre con ‘Il Valore di un sogno’, presso il Museo Filangieri (9.30-13.30), “spiegherò cosa significa avere in città un pezzo di storia così importante. Sarò lì a far da guida. Il ruolo degli Atenei, d’altronde, è anche quello di essere di supporto al territorio”. Laddove, infatti, non arrivano le istituzioni pubbliche: “si spera arrivi il buon cuore delle persone. Quando dal basso non vi è alcun sostegno, le nostre strutture migliori rischiano di non farcela”. Per questo si è deciso di non cambiare il costo dell’ingresso: 5 euro prezzo pieno; 2,50 il ridotto. La manifestazione avrà un seguito nel corso dell’anno. Con cadenza mensile, fino a marzo, si susseguiranno ben sette appuntamenti. “Le date non sono ancora state stabilite con certezza. Posso anticipare che, probabilmente, le ‘Conversazioni’ avranno luogo di mercoledì. Nel mese di dicembre, ad esempio, avremo due incontri”. Il primo verterà su ‘Cosa sia un museo’, l’altro parlerà delle ‘Arti applicate a Napoli tra il XIX e il XX secolo’. Ogni evento sarà guidato da un professore del Dipartimento di Lettere della Sun, al fine di creare una sinergia fra esperti del settore e appassionati di storia dell’arte. “Consideriamo quest’iniziativa uno strumento di crescita per tutti. Come Dipartimento ci impegniamo a dare una mano per quel che possiamo. L’Università, con queste azioni, dimostra la propria volontà di aprire un dialogo costruttivo con altre strutture”. Perché: “L’attività universitaria non è autoreferenziale, quello che facciamo deve coinvolgere non solo gli studenti, ma anche i cittadini. Vorremmo sollecitare una riflessione su ciò che stiamo perdendo. Tutti noi dovremmo guardare con occhi diversi la città in cui viviamo. Iniziamo a prendere coscienza dell’importanza del patrimonio culturale che da sempre è davanti ai nostri occhi, troppo spesso – conclude la prof.ssa Barrella – ignorato”.
“Conversazioni sull’arte” per salvare dall’oblio il Museo Filangieri
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