Alla seconda settimana di lezione, matricole e studenti del secondo anno di Scienze e Tecniche Psicologiche, raccontano le prime impressioni in aula Ottagono. In particolare il primo anno parla di Psicologia dello Sviluppo con la prof.ssa Laura Sestito: “Ci è piaciuto il corso. È di sicuro una lezione frontale e magari la preferiremmo un po’ più interattiva, come quella di Psicologia Generale, dove si mostrano parecchi esempi, comunque indica un metodo scientifico da seguire”, afferma Filippo. Alla domanda “conoscete l’iniziativa del Corso di Laurea, che riguarda i tutor, che vi potranno seguire durante il percorso?” risponde Alessandra: “ne abbiamo letto sul sito del Dipartimento, ma al momento ci stiamo ambientando e non ci siamo interessati, poiché passare otto ore in quest’aula, dalle 9.00 alle 18.00 con uno spacco, quando le condizioni non sono delle migliori, non aiuta. Ci viene il mal di schiena per le panche e scrivere è difficile, poiché il ripiano è lontano”, sottolinea. “Preferiremmo diluire le ore in diversi giorni, in modo da poter studiare parallelamente, mettendo a posto gli appunti il pomeriggio”, aggiunge Cristiana. “L’acustica non è delle migliori, la visuale scarsa, ma per fortuna nessuno di noi resta in piedi, poiché il nostro è un Corso a numero chiuso”, precisa Mario. I ragazzi hanno scelto il Corso di Laurea per interesse, non tanto per il lavoro che andranno a svolgere: “un po’ tutti ci hanno sconsigliato. Quella dello psicologo è una figura poco conosciuta, si parla più dello psichiatra e pensano che il nostro lavoro lo possa svolgere chiunque”, continua Cristiana. Il corso che li ha colpiti maggiormente: “Psicologia Generale con la prof.ssa Paola Marangolo poiché non entra ancora nello specifico, ma dà una panoramica generale che serve ad orientarci. Sono molto contenta della Federico II, poiché non mira subito a una specializzazione, ma ti fa entrare nel vivo della materia, aiutandoti a comprendere di cosa si tratti”, spiega Alessandra.
Al secondo anno sono tutti entusiasti del corso di Psicoanalisi del prof. Massimiliano Sommantico: “è uno dei docenti più coinvolgenti. Abbiamo parlato del sogno e delle ingenue credenze relative a sogni premonitori, che in realtà sono desideri inconsci. Fa domande anche se sa che non possiamo ancora dargli le risposte, ma sono spunti su cui ragionare”, racconta Vincenzo. Invece Davide segnala un problema con il corso di Psicologia della Comunità: “visibile sul programma online, ma impossibile da inserire nel nostro orario di lezione, poiché capita contemporaneamente ai corsi di Psicoanalisi e Pedagogia”. I laboratori non si vedono ancora: “dobbiamo seguirli al secondo semestre, durano poco, sei incontri al massimo, per le materie che hanno un riscontro pratico, come Psicologia Dinamica. Al termine degli stessi, per alcuni c’è da stendere una relazione finale. Peccato che il Laboratorio di Psicoanalisi abbia solo 80 posti disponibili su 250 iscritti. La nostra scelta del Corso di Laurea è stata spinta da curiosità, poiché sono poche le alternative in ambito lavorativo. Al massimo dopo il Triennio puoi diventare Counselor, ovvero seguire il paziente per dieci incontri in una ASL, per poi indirizzarlo verso lo specialista adatto”, conclude Luca.
Rispetto ai pareri espressi dagli studenti, la prof.ssa Laura Sestito, di Psicologia dello Sviluppo, Teorie e Metodi precisa: “il Consiglio del Corso di Studi ha stabilito di istituire un servizio di tutorato, dove vengono individuati docenti che fanno da tutor a un gruppo limitato di studenti. Se i ragazzi non sono a conoscenza dell’iniziativa è soprattutto perché si fidano più di una trasmissione orale o di informazioni ricevute dai social. Per questo motivo cerchiamo anche noi di servici di canali informali quali i gruppi facebook”. La docente registra una grossa partecipazione al suo corso: “gli studenti sono curiosi, partecipi, interessati. Pongono molte domande a fine lezione. Per ora introduco questioni critiche dello sviluppo evolutivo, con fattori che intervengono dalla nascita alla scuola elementare”. Se i ragazzi sono un po’ disillusi riguardo l’occupazione futura: “è perché sanno che dopo la Triennale c’è solo la possibilità di iscriversi all’albo degli Psicologi junior. Viene poco praticata, perché necessita assistenza di un senior. Sono più consapevoli del lungo percorso che li aspetta e quasi tutti orientati a proseguire con la Magistrale. Il problema occupazionale è una nota dolente, poiché i concorsi nel pubblico sono ancora bloccati e molti sperano in un lavoro clinico nel privato”. Per quanto riguarda l’aula Ottagono: “ci piacerebbe fare lezione in un’altra aula. Nulla togliendo alla bellissima aula Ottagono, dove si sono tenute lezioni di premi Nobel, ma è un po’ scomoda per la scalinata e l’acustica. L’Ateneo comunque sta andando incontro a trasformazioni, e passi in avanti sono stati fatti. Informatizzare aule storiche come le nostre non è facile. In più dobbiamo prevedere capienza per 250 persone. Si arriva quindi ad un paradosso: gli studenti vorrebbero lezioni in aule più confortevoli ma allo stesso tempo l’abolizione del numero chiuso”. I tre giorni dalle 9.00 alle 18.00 sono stati pensati per consentire di studiare negli altri due della settimana: “in più, se decidessimo di tenere lezioni delle 9.00 alle 13.00 tutti i giorni per il primo anno, gli studenti del secondo dovrebbero seguire solo di pomeriggio e questo creerebbe non pochi problemi. La macchina organizzativa è piuttosto complessa e gli studenti dovrebbero liberarsi dalle abitudini del liceo”.
Al secondo anno sono tutti entusiasti del corso di Psicoanalisi del prof. Massimiliano Sommantico: “è uno dei docenti più coinvolgenti. Abbiamo parlato del sogno e delle ingenue credenze relative a sogni premonitori, che in realtà sono desideri inconsci. Fa domande anche se sa che non possiamo ancora dargli le risposte, ma sono spunti su cui ragionare”, racconta Vincenzo. Invece Davide segnala un problema con il corso di Psicologia della Comunità: “visibile sul programma online, ma impossibile da inserire nel nostro orario di lezione, poiché capita contemporaneamente ai corsi di Psicoanalisi e Pedagogia”. I laboratori non si vedono ancora: “dobbiamo seguirli al secondo semestre, durano poco, sei incontri al massimo, per le materie che hanno un riscontro pratico, come Psicologia Dinamica. Al termine degli stessi, per alcuni c’è da stendere una relazione finale. Peccato che il Laboratorio di Psicoanalisi abbia solo 80 posti disponibili su 250 iscritti. La nostra scelta del Corso di Laurea è stata spinta da curiosità, poiché sono poche le alternative in ambito lavorativo. Al massimo dopo il Triennio puoi diventare Counselor, ovvero seguire il paziente per dieci incontri in una ASL, per poi indirizzarlo verso lo specialista adatto”, conclude Luca.
Rispetto ai pareri espressi dagli studenti, la prof.ssa Laura Sestito, di Psicologia dello Sviluppo, Teorie e Metodi precisa: “il Consiglio del Corso di Studi ha stabilito di istituire un servizio di tutorato, dove vengono individuati docenti che fanno da tutor a un gruppo limitato di studenti. Se i ragazzi non sono a conoscenza dell’iniziativa è soprattutto perché si fidano più di una trasmissione orale o di informazioni ricevute dai social. Per questo motivo cerchiamo anche noi di servici di canali informali quali i gruppi facebook”. La docente registra una grossa partecipazione al suo corso: “gli studenti sono curiosi, partecipi, interessati. Pongono molte domande a fine lezione. Per ora introduco questioni critiche dello sviluppo evolutivo, con fattori che intervengono dalla nascita alla scuola elementare”. Se i ragazzi sono un po’ disillusi riguardo l’occupazione futura: “è perché sanno che dopo la Triennale c’è solo la possibilità di iscriversi all’albo degli Psicologi junior. Viene poco praticata, perché necessita assistenza di un senior. Sono più consapevoli del lungo percorso che li aspetta e quasi tutti orientati a proseguire con la Magistrale. Il problema occupazionale è una nota dolente, poiché i concorsi nel pubblico sono ancora bloccati e molti sperano in un lavoro clinico nel privato”. Per quanto riguarda l’aula Ottagono: “ci piacerebbe fare lezione in un’altra aula. Nulla togliendo alla bellissima aula Ottagono, dove si sono tenute lezioni di premi Nobel, ma è un po’ scomoda per la scalinata e l’acustica. L’Ateneo comunque sta andando incontro a trasformazioni, e passi in avanti sono stati fatti. Informatizzare aule storiche come le nostre non è facile. In più dobbiamo prevedere capienza per 250 persone. Si arriva quindi ad un paradosso: gli studenti vorrebbero lezioni in aule più confortevoli ma allo stesso tempo l’abolizione del numero chiuso”. I tre giorni dalle 9.00 alle 18.00 sono stati pensati per consentire di studiare negli altri due della settimana: “in più, se decidessimo di tenere lezioni delle 9.00 alle 13.00 tutti i giorni per il primo anno, gli studenti del secondo dovrebbero seguire solo di pomeriggio e questo creerebbe non pochi problemi. La macchina organizzativa è piuttosto complessa e gli studenti dovrebbero liberarsi dalle abitudini del liceo”.