Cristina e Giuseppe: un diritto e un rovescio tra la chimica e la finanza

Vive in via Campegna e si allena fin da bambina al CUS l’italoamericana Cristiana Todisco, matricola di Chimica alla Federico II con l’idea di riprovare il test di accesso a Medicina. La doppia cittadinanza viene da papà Michael, docente di Inglese al Suor Orsola Benincasa e all’Università L’Orientale, nato a Boston, città che ha ospitato i Todisco, allora emigrati da Avellino, fino al ritorno in Campania. Proprio negli USA le principali soddisfazioni di Cristiana da tennista. In più occasioni è stata ad Harvard per il Tennis Academy:  “ho vinto il torneo per ATP, che raccoglieva i più bravi del gruppo”. In famiglia è la sola ad avere familiarità con la racchetta: “ho cambiato spesso sport. Il primo amore è stato l’Atletica leggera che poi ho abbandonato per problemi al ginocchio”. Ai tempi delle medie ha iniziato a calcare il rettangolo rosso: “al CUS, sotto casa. Per un po’ ho smesso, sempre per problemi al ginocchio e al polso. Mi sono iscritta in palestra, ma mi annoiava, quindi ho ricominciato quest’anno con il tennis. Mi alleno tre volte a settimana. Alterniamo partite a esercizi tecnici. Cerco di non saltare mai perché per me è uno svago. Non ho avuto difficoltà a conciliare lo sport con gli esami. Non so cosa succederà con la ripresa dei corsi e la preparazione per il test di Medicina”. È un neofita Giuseppe Travaglino, all’ultimo anno della Magistrale in Finanza alla Federico II: “ho iniziato quest’anno. È uno sport che mi ha sempre incuriosito seguendolo in tv. Ho scelto di praticarlo al CUS perché la struttura è vicino alla mia Università, quindi comoda da raggiungere. Ho trovato un bell’ambiente, mi trovo bene”. Al tennis dedica due sere a settimana: “il lunedì e il mercoledì, per un’ora. Si tratta di allenamenti di gruppo. È molto dinamico. Iniziamo con il palleggio, per riscaldarci, e poi passiamo ad esercizi di tecnica”. In passato ha praticato “nuoto per circa cinque anni, palestra e, solo per poco tempo, karate. In generale non sono portatissimo per lo sport, ma credo di cavarmela meglio con il tennis che con le altre attività”. Dopo i primi mesi si è scoperto “portato con rovescio e battuta”. Col dritto, invece, “ho bisogno di lavorarci su”. Diversi i tornei che si disputeranno a via Campegna: “penso di partecipare a qualcuno, soprattutto se differenziati per categorie”. A sorprenderlo favorevolmente finora: “il rapporto con i maestri Espedito e Giulia e con gli altri ragazzi. Si è formato un gruppo di amici. Siamo andati già una volta a una cena di gruppo e a breve dovremmo replicare”.
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