Cuffie per studiare in silenzio

A Medicina l’originalità ormai è di casa. Qualche mese fa vi abbiamo raccontato di uno studente che ha “reinventato” una barella, trasformandola in un banco. L’inventiva, all’edificio 20 del Policlinico, adesso porta due nomi nuovi. Sono quelli delle matricole Dario Bolchini e Francesco Passaro, che hanno trovato un modo particolare per combattere i rumori di sottofondo che distraggono dallo studio. Seduti lungo uno dei corridoi, i due studenti indossano delle enormi cuffie gialle. Se non avessero davanti a sé dei libri, li si potrebbe facilmente confondere con operai intenti a dare colpi di martello pneumatico. Il motivo è presto spiegato: “le usiamo per evitare tutti i rumori di fondo, perché qua a volte fanno i lavori e ci sono troppe persone. Quindi ci servono per studiare meglio”. Perché non andare altrove? “Perché qui possiamo studiare fino a tardi e possiamo confrontarci. Stiamo preparando l’esame di Fisica. È il nostro quarto esame”. I rumori non sono, però, l’unico problema. Difficoltà arrivano anche da alcuni esami per i quali sono state modificate in itinere le tipologie delle prove. Su questo, Francesco: “Allo scritto di Fisica, ad esempio, solo dopo il compito è stato detto ai ragazzi che la soglia della sufficienza era stata alzata rispetto agli altri anni. Anche per Statistica ci sono state delle novità improvvise. Credo che tutto questo crei scompiglio”. A determinare queste misure, l’aumento del numero degli iscritti dovuto ai ricorsi. La situazione, adesso difficile, secondo Dario rischia di precipitare nel secondo semestre: “per ora non abbiamo incontrato molte difficoltà, ma sappiamo che dal semestre prossimo non riusciremo a fare molte attività perché siamo troppi. I problemi verranno in seguito quando ci saranno corsi impossibili da seguire stando seduti sui gradini. Spero prendano provvedimenti, magari istituendo più canali”. Si è soffermato sui cambiamenti delle prove anche un’altra matricola, Pierpaolo Imperatore: “sto preparando l’esame di Chimica. Le difficoltà vengono dal fatto che sono cambiate le modalità di alcuni esami. Nel caso di Chimica, la tipologia del test è rimasta la stessa, ma gli esercizi sono passati da uno a due. Ho già dato Bioetica, anche lì si è passati dalle risposte a domanda aperta a quelle a risposta multipla. Per fortuna è andata bene”. È impegnato con un altro esame del primo anno Lorenzo Menna, che ha già portato a casa un 21 in Chimica e un 23 in Statistica: “sto preparando Fisica medica. Per ora mi sembra meno difficile di quanto sia apparsa al corso. Ho saputo da chi è andato all’appello di gennaio che è un esame abbastanza difficile, soprattutto dal punto di vista degli esercizi, quindi non si può prendere alla leggera”. Poco rincuorante, a suo avviso, anche il “premio” garantito a chi accetta lo scritto: “a causa dei ricorsi, al primo anno hanno aggiunto un bonus di +2 allo scritto. Questo significa che possiamo non presentarci all’orale accettando il voto ottenuto allo scritto aumentato di due punti. Ovviamente la difficoltà degli esercizi è stata incrementata”. 
Più serena la situazione degli anni successivi al primo. Questo almeno emerge dalle parole di Angelo Ruggiero, iscritto al terzo anno e impegnato con Fisiologia 2: “i professori sono sempre stati molto disponibili, quindi non ho avuto particolari difficoltà. C’è stata molta chiarezza anche per quanto riguarda l’esame, la tipologia della prova e il tempo a disposizione”. Un po’ più critica un’altra studentessa del terzo anno che preferisce rimanere anonima: “sto preparando Fisiologia 1. Le difficoltà principali sono venute dal tempo a disposizione per lo scritto, perché si tratta di un compito di 30 domande di ragionamento per il quale c’è stata data solo mezz’ora. L’ho provato già a gennaio ma è andata male, adesso devo rifarlo”. Resta anonimo anche uno studente del quarto anno alle prese con uno “scoglio”, Anatomia 2: “è un esame molto complesso. Oltre a basarsi sui libri di testo, i docenti chiedono anche delle particolarità spiegate a lezione. L’esame prevede una parte scritta con 30 domande a risposta multipla in 45 minuti di tempo. Dopo questa, c’è l’orale”. Il terzo appello, per lui, si è rivelato un problema: “nel mio caso l’appello di marzo è stato uno svantaggio. Prima c’era la possibilità di congelare lo scritto, riprovando l’orale in seguito. Adesso, invece, questa opportunità è stata persa”. Decisamente diversi i toni di Valeria Flaminio, studentessa del quinto anno: “sto preparando Oncologia ed Ematologia. Sono argomenti che mi interessano e che studio volentieri, anche perché io sono interna ad Oncologia. Sono stata molto soddisfatta di questo corso, i professori erano disponibilissimi”. Non può ritenersi soddisfatta, invece, sotto altri punti di vista: “purtroppo studio in condizioni pessime. Ci siamo organizzati con i fornelletti per provare a riscaldare il pranzo e per farci un caffè. Facciamo quello che si può visto che l’università non ci assiste in questo senso. Spesso i professori ci dicono che roviniamo il decoro dell’Università, anche se sinceramente non so dove sia questo decoro”. Arriverà qualche idea originale anche per questo?
Ciro Baldini
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