Dall’archeologia marina alle feste popolari

Sembrano essere stati pensati apposta per piacere gli indirizzi del Corso di Laurea in Conservazione dei beni culturali. Accattivanti già dalle denominazioni, cui corrispondono contenuti disciplinari di grande interesse. 
Quello che prima della riforma del 1999 era l’indirizzo dei Beni archeologici si è trasformato in una vera e propria area disciplinare cui afferiscono cinque iter formativi (Archeologia classica, Archeologia preistorica, Archeologia medievale, Mediterraneo preclassico, Tecniche e diagnostica), ai quali lo scorso anno si è aggiunto il nuovo Archeologia del mare. Rivolto a chi intende acquisire già durante il triennio le competenze necessarie per dedicarsi all’archeologia subacquea, questo percorso è soggetto a una regolamentazione particolare. Vi si possono iscrivere 20 studenti al massimo (preiscrizione entro il 30 settembre con eventuale selezione sulla base del voto di diploma e del curriculum). 
Beni DemoEtnoAntropologici (DEA) è nato tre anni fa. Ha subito riscosso molto successo tra gli studenti e realizzato risultati entusiasmanti, anche fuori dalle aule dell’università. “E’ un indirizzo con lo sguardo rivolto a beni vivi, quelli che costituiscono la trama viva delle comunità”, spiega il prof. Marino Niola, coordinatore dell’indrizzo.  Nell’Italia del centro-sud non esiste un corso di laurea in Antropologia e il DEA in qualche modo sopperisce a questa lacuna. Ai tre curricula presenti (turistico, mediterraneo e museale) si è affiancato l’anno scorso quello in Musica e Spettacolo, che forma professionisti nel settore delle arti audiovisive. Di rilievo le esperienze di cui gli studenti del Dea sono stati finora protagonisti. Un paio di esempi. Nell’ambito del progetto Eurofiction sono stati realizzati cinque corti da 10 minuti ciascuno e non si è fatto attendere l’invito ai ragazzi da parte della Mostra del cinema di Venezia. “Non solo l’invito – precisa il prof. Niola- ma anche molte offerte di acquisto del prodotto. L’opera si chiama Voti e devoti ed è un documentario sulle feste popolari”. Tre studenti di Giugliano hanno svolto una tesi di laurea in cui viene presentato un progetto di valorizzazione culturale della mela annurca e sono stati premiati dal sindaco il quale ha voluto che il lavoro fosse pubblicato. Uno di loro oggi lavora alla Holiday Inn ed è stato chiamato a collaborare alla realizzazione del progetto Vulcano Buono di Nola. Traballa così la convinzione che studiare certe discipline non sia utile per trovare occupazione. “Determinati saperi umanistici, purché non siano imbalsamati, danno alle persone una duttilità mentale che oggi il mercato richiede fortemente”, dice Niola. Un piano di studi demoetnoantropologico è stato attivato da quest’anno anche nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, si chiama Reportage socio-antropologico. 
Beni mobili e artistici prevede due curricula, uno statutario, l’altro in Valorizzazione e catalogazione dei centri storici, di tipo prettamente architettonico-urbanistico. A quest’ultimo il Preside Craveri tiene particolarmente perché prepara delle professionalità di cui le comunità locali avranno sempre più bisogno. Le discipline contemplate non sono solo umanistiche ma anche tecnico-scientifiche.
Beni paesaggistici e ambientali ha un unico curriculum di studi. L’obiettivo formativo è quello di preparare un laureato le cui conoscenze si estendano all’ambito naturalistico, per poter svolgere domani attività di valorizzazione e tutela di realtà culturali inserite in contesti naturali, come ad esempio parchi e giardini. Ecco perché accanto a materie come Letteratura italiana, Storia antica e Storia medievale troviamo gli insegnamenti di Biologia vegetale, Biologia animale, Botanica, Ecologia.
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