Dalla Germania alla Turchia per vivere un’indimenticabile esperienza: Erasmus

Un’esperienza forte. Il cui racconto è condito da aggettivi del tipo: “fantastica”, “meravigliosa”, “splendida”. Un confronto con altre realtà dal quale, non di rado, si torna cambiati. Magari con un accresciuto senso di autostima ed una maggiore consapevolezza di quanto si possiede in casa propria. Biblioteche aperte fino a notte fonda, strutture efficienti, niente file agli sportelli, facilitazioni nei trasporti, rapporti meno gerarchici con i docenti, da un lato.  Dall’altro, può capitare, lezioni noiose alla stregua dei programmi televisivi domenicali, come ha ben descritto una studentessa in una lettera al settimanale di Repubblica “Il Venerdì”. Insomma, un’esperienza che può anche insegnare ad apprezzare il caos creativo (e l’eccellenza) che anima le aule universitarie del nostro Paese. Erasmus, il programma di mobilità studentesca europeo, è anche questo. Un motivo in più per non farsi sfuggire l’occasione di  trascorrere presso un’università straniera un periodo di studi -tra i tre ed i dodici mesi – durante il quale poter seguire corsi e sostenere i relativi esami, preparare la tesi di laurea. Ma anche praticare una full immersion in una cultura diversa, conoscere ed interagire con coetanei di altre nazioni.   
Nonostante la crisi economica (la borsa di studio non copre mai del tutto il soggiorno, ammonta più o meno a 230 euro mensili più le integrazioni dei singoli atenei che al Suor Orsola sono corrisposte lo scorso anno a 150 euro) freni le motivazioni, l’invito delle università è insistere. 
Erasmus “è un’esperienza impagabile, utile per la vita perchè si ritorna più maturi, più autonomi”, afferma la prof.ssa Giovanna Calabrò, docente di Letteratura spagnola e delegata d’Ateneo al programma. E rassicura gli studenti che temono si rallenti il percorso verso la laurea: “è un timore del tutto infondato perché abbiamo fatto di tutto per rendere fluida la prassi di riconoscimento delle attività”. Conferma Barbara De Rogatis, iscritta all’ultimo anno della Triennale in Lingue e Culture Moderne. Qualsiasi destinazione si scelga – sottolinea – “si è sempre guidati ed assistiti”. Lo studente, dice Barbara, “non è mai abbandonato”, nella fase di preparazione (“quella in cui si scelgono gli esami che si vorrebbero sostenere all’estero”), come alla partenza e nel corso del soggiorno. Lei che studia tedesco è stata in Germania, a Berlino, presso la Freie Universitaet nel semestre ottobre-marzo dello scorso anno. Ha sostenuto Letterature straniere ed italiana e Storia confrontandosi con un sistema diverso, gli esami “prevedono scritto, orale e lavori di ricerca simili alle nostre tesine”.  Un’esperienza – “fantastica”, “formativa”, “un arricchimento personale, per la varietà di situazioni quotidiane che si presentano, facili o difficili che siano” – che, senza esitazioni, Barbara consiglia ai suoi colleghi. Una testimonianza incoraggiante per gli studenti (anche gli iscritti al primo anno della laurea di primo livello purché prima della partenza dimostrino di aver acquisito almeno 40 crediti) che in questi giorni stanno valutando se partecipare al bando pubblicato dall’Ateneo (è reperibile sul sito www.unisob.na .it) in scadenza il 26 febbraio. E’ possibile indicare un massimo di tre Università straniere, in ordine di preferenza tra quelle indicate nella lista dei partners della propria Facoltà; la selezione avverrà in base alla media e al numero dei crediti conseguiti ed ai risultati di un test linguistico (si terrà il 1°marzo) e di un colloquio motivazionale (previsto per l’8 marzo).
Scienze della Comunicazione e Lingue i Corsi di Laurea che si segnalano per dinamicità degli scambi. Fra le destinazioni preferite, la Spagna; è in crescita l’interesse per la Turchia, “ci sono stati cinque ragazzi, si sono trovati molto bene ad Instanbul”, informa la prof.ssa Calabrò. Qualcuno addirittura ha scelto di prolungare il soggiorno di tre mesi, come Consiglia Maglio (la sua entusiasmante avventura la raccontiamo in pagina), da settembre alla Istanbul University “così avrò l’opportunità di realizzare una tesi di ricerca su un’azienda turca, continuare a migliorare l’inglese e, perché no, imparare un po’ meglio il turco, che ho iniziato a masticare”, afferma.
Molto si fa al Suor Orsola anche per l’incoming (fra le altre iniziative una Giornata dell’accoglienza). Gli studenti in entrata – “Napoli è molto ambita come meta dai Paesi dell’Est e dalla Turchia” – scelgono in prevalenza l’area dei Beni Culturali “per il nostro patrimonio e per i nostri laboratori”, spiega la docente.
Ottimo bilancio anche per il progetto collaterale Erasmus Placement (permette agli studenti di accedere a tirocini presso imprese, centri di formazione e di ricerca presenti in uno dei Paesi partecipanti al Programma) “che abbiamo gestito direttamente. Negli anni scorsi alcuni nostri studenti sono  stati in Grecia (Creta) a specializzarsi presso un centro di formazione in Archeologia, ma anche in Germania, Francia, Spagna, nella Repubblica Ceca presso scuole di lingue, in agenzie di pubblicità”.
In dirittura d’arrivo anche un’altra bella iniziativa voluta dall’Ateneo: il Premio “Racconta Erasmus” destinato agli studenti che con maggiore creatività ed entusiasmo abbiano descritto la loro esperienza attraverso racconti brevi, poesie, articoli, immagini, video, dipinti, sculture. La Commissione sta valutando una ventina di lavori pervenuti. A breve – assicura la prof.ssa Calabrò – la cerimonia di premiazione. Oltre alla soddisfazione morale, i vincitori potranno contare su un piccolo gruzzoletto (600 euro al primo classificato, 400 al secondo). Magari da utilizzare per un bel viaggio.  
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