Diritto allo studio: un’unica Azienda in Campania per risparmiare un milione di euro l’anno

Un’unica Azienda per il diritto allo studio universitario, contro le attuali sette (Federico II, L’Orientale, Parthenope e Suor Orsola Benincasa a Napoli, quella della Sun a Caserta, del Sannio a Benevento, e Salerno), istituita a livello regionale e in linea con il processo di riorganizzazione amministrativa volto alla razionalizzazione dei servizi e dei costi. Denominata ADISURC, sarà dotata di personalità giuridica, di autonomia amministrativa e gestionale e di proprio personale. Se ne sta discutendo in Consiglio regionale, grazie al disegno di legge predisposto dall’assessore all’Istruzione Caterina Miraglia, secondo la quale la realizzazione di un unico ente – con una conseguente notevole riduzione di personale (si passerebbe dagli attuali novantuno componenti degli organi a quaranta) e degli ingenti costi di gestione (oltre un milione di euro annui risparmiati rispetto al pregresso modello organizzativo delle sette Adisu) – sarebbe garanzia della tutela del diritto allo studio e della gestione delle diverse attività diffuse sul territorio nazionale. L’ADISURC, secondo la relazione tecnico-descrittiva della Miraglia, dovrebbe avere sede legale a Napoli e altrettante sedi operative per l’erogazione dei servizi nelle province in cui hanno sedi legali le Università (Caserta, Benevento, Salerno), per non perdere il contatto diretto con la platea studentesca distribuita nell’intera regione. Una particolare attenzione è dedicata proprio al maggior coinvolgimento degli studenti negli organi di governo dell’ADISURC. Nel disegno di legge, infatti, i rappresentanti in Consiglio di Amministrazione passano da due a tre, mentre, per assicurare il controllo sulla qualità e la quantità dei servizi offerti, è stato pensato un organo ad hoc: la Consulta Regione–Università, con la partecipazione attiva di sette rappresentanti degli studenti, tanti quanti sono le Università sull’intero territorio regionale, oltre che di sette rappresentanti della Regione e altrettanti dell’Università. Per garantire, poi, l’effettiva erogazione dei servizi ai ragazzi capaci e meritevoli e debellare il fenomeno delle dichiarazioni mendaci da parte degli stessi studenti, è previsto un sistema di modifiche e controlli con l’ausilio delle articolazioni territoriali della Guardia di Finanza e l’applicazione di sanzioni amministrative. Diversi i progetti per gli studenti fuori-sede: dall’istituzione di una banca dati unica, con gli annunci di proprietari di immobili e di studenti che cercano compagni di stanza, fino al progetto di co-abitazione studenti/anziani.
“Non abbiamo ancora esaminato il disegno di legge, perché abbiamo avuto altre priorità – afferma l’on. Antonia Ruggiero, Presidente della VI Commissione regionale – Di certo, faremo un passaggio con i sindacati e le attuali Adisu, anche per capire quale è l’indirizzo politico”. Secondo la Ruggiero, piuttosto che un’unica Azienda, “sarebbe giusto accorpare le quattro Adisu napoletane e lasciare quelle di Benevento e Salerno, in quanto le aree interne sono già penalizzate e i ragazzi di quelle zone lo sarebbero ancora di più se dovessero recarsi a Napoli per qualsiasi informazione a loro utile”. Centralizzare, dunque, le esigenze delle attuali sette aziende “non significa tagliare, ma comprendere le problematiche del territorio al fine di migliorare sempre più la qualità dei servizi – continua la Ruggiero – Si può fare una buona politica di sviluppo solo dando spazio alle esigenze concrete che vengono dal territorio”. Massima attenzione ai ragazzi. “Potremmo anche coinvolgerli nelle decisioni che prenderemo, magari interfacciandoci con i loro rappresentanti per concertare insieme le reali possibilità, senza dare false speranze”. 
Maddalena Esposito
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