Diritto Pubblico, copia originale del testo all’esame

Gli studenti del Collettivo Orientale hanno fatto quadrato intorno ai colleghi che si sono sollevati contro il prof. Francesco Zammartino, docente di Diritto pubblico al Corso di Laurea in Scienze Politiche, e la sua pronuncia di far sostenere i prossimi esami ai soli studenti che esibiranno la copia originale del libro di testo (di cui Zammartino non è autore). “Il professore l’ha comunicato a lezione, senza peraltro motivare questa imposizione. Perché di imposizione si tratta, dal momento che non esiste alcuna regola d’Ateneo che ammetta una simile condotta”. Esame fondamentale del primo anno, Diritto pubblico è materia ostica per gli studenti, “vuoi per la difficoltà intrinseca del diritto, vuoi per lo stesso docente, troppo esigente in sede d’esame, tant’è che ad ogni seduta la percentuale di bocciati è sempre molto elevata. Unica eccezione, quando Zammartino è accompagnato dal collega Del Giudice, molto più disponibile nei nostri confronti”.
Per protesta, dunque, il Collettivo ha inviato una mail al Preside di Scienze Politiche, Amedeo Di Maio, e al Rettore Ciriello, raccontando l’accaduto. Segnalazione cui Di Maio ha prontamente risposto. “Secondo il docente, da me interpellato, gli studenti avrebbero frainteso il senso delle sue parole – riferisce il Preside – Agli allievi ho spiegato che non esiste alcun regolamento che stabilisca quanto preteso dal professore. A norma di legge, l’unico divieto che sussiste è quello di esibire un testo in fotocopia, per via del copyright”. Gli studenti però si aspettavano “una rettifica a lezione, che invece non c’è stata”. Di qui l’ulteriore malcontento e la decisione del Collettivo di presenziare ai prossimi esami di giugno per vigilare sulla vicenda. “Stiano tranquilli – rassicura Di Maio –  perché non accadrà nulla di anomalo. E se nella peggiore delle ipotesi dovesse succedere, come Preside prenderò provvedimenti in difesa dei diritti degli studenti”.
Mensa, un tecnico di nomina regionale
supervisionerà i lavori
Prima battaglia vinta dal Collettivo, che strappa al Consiglio di Amministrazione dell’Adisu la promessa di una nomina regionale del Rup, il responsabile unico che dovrà supervisionare il progetto di ristrutturazione della mensa, chiusa al pubblico da luglio 2005 per infiltrazioni d’acqua. Un tecnico della Regione Campania – architetto, ingegnere o geometra, non importa – purché non sia un privato: la richiesta degli studenti del Collettivo è stata chiara sin dal primo momento, da quel 30 marzo allorché parteciparono al loro primo CdiA dell’Adisu, uno strappo alla regola concesso loro dal presidente Luigi Serra su proposta degli stessi ragazzi che da allora possono presenziare a tutte le sedute del Consiglio con all’ordine del giorno il punto mensa. “Volevamo evitare – spiegano i membri del Collettivo – che si affidasse questa carica a qualche privato, stimolato ad agire più per interesse personale che per il bene della collettività”. Dopo il sopralluogo effettuato intorno al 20 aprile nei locali di piazzetta Banchi Nuovi, nell’assise dell’8 maggio c’è stata l’assicurazione della nomina regionale, “che dovrà avvenire entro 34 giorni, come da regolamento”. 
Nessun nome è ancora in ballo. L’unica certezza riguarda le funzioni che il rup dovrà svolgere: “Il tecnico dovrà quantificare l’ammontare delle spese per i lavori di ristrutturazione e, in seguito, coordinarli. Tuttavia, poiché i locali della mensa si sviluppano su quattro piani e il suo rifacimento dovrà avvenire a norma di legge, il rup dovrà anche stilare una classifica dei lavori prioritari da affrontare, dato il limitato budget di 380mila euro messo a disposizione dalla Regione”. Circostanza che è ulteriore fonte di preoccupazione per il Collettivo. “Abbiamo seri motivi di credere che i soldi non basteranno, ragion per cui la mancanza di fondi sarà utilizzata come pretesto per non riaprire la mensa. Troppo spesso, infatti, quelli dell’Adisu sottolineano che, per essere a norma, bisogna intervenire in molti punti, troppi punti, dell’edificio, dai battiscopa al terrazzo, al rivestimento delle pareti, ecc.”. Timori rafforzati da quella famosa lettera inviata qualche mese fa dal Rettore alla presidenza del CdiA dell’Adisu, “dove Ciriello ricordava che i locali della mensa sono di proprietà dell’Ateneo, che potrebbe decidere di servirsene diversamente, destinandoli alla didattica”. Di qui il quesito del Collettivo: “Siamo sicuri che il Rettore non metterà il bastone tra le ruote e autorizzerà qualsiasi tipo di operazione, anche strutturale, alla mensa?”. 
Paola Mantovano
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