Diritto Sanitario: “i miei laureati ad un anno e mezzo dalla conclusione degli studi sono inseriti nel mondo del lavoro”

“Durante il corso facciamo, con gli studenti, una panoramica generale collegata agli insegnamenti di Diritto Amministrativo e Costituzionale. Le lezioni hanno anche un carattere interdisciplinare. Attraverso delle slide, i ragazzi studiano i discorsi generali di principi fondamentali dell’Unione Europea, per poi passare all’organizzazione aziendale del Sistema sanitario nazionale e regionale, evidenziandone le criticità”, spiega la prof.ssa Maria Camilla Spena, titolare della disciplina a scelta Diritto Sanitario. A lezione, “ci chiediamo quale sia il ruolo delle Regioni nel sistema sanitario, come si affrontano, ad esempio, i problemi del bilancio. Dalla teoria via via passiamo ai modelli pratici a cui affianco la casistica. Gli studenti devono imparare a relazionarsi con i professionisti, occuparsi di responsabilità medica e, al contempo, come legali di un paziente il tipo di tutela che si può offrire”. Altro argomento importante: il diritto alla privacy. La docente riporta un esempio citato a lezione in modo che chi ha interesse può comprendere com’è strutturato il percorso: “In una causa di separazione il marito presenta un fascicolo sanitario in cui si dichiara che la moglie è pazza. Questa può definirsi violazione della privacy o può essere ammessa come prova in ambito sanitario e legale?”.
Il tema che il corso affronterà quest’anno sarà la tutela della salute in materia di immigrazione: “Ci occuperemo di minori. Spesso gli avvocati specializzati in questo settore assumono il ruolo di tutor dei minori immigrati. Come ci si regola in questo caso in materia di salute?”. Altri argomenti: “L’autodeterminazione (il fine vita) con i relativi problemi di bioetica. Un tutor può, ad esempio, decidere del fine vita di un minore gravemente malato? In Svezia c’è questa possibilità, in Italia no. Ci chiediamo se possiamo valutare la situazione alla stregua di un suicidio assistito e cosa significhi veramente autodeterminazione”. Ogni studente al corso “diventa responsabile di un argomento, prepara una scheda ed espone il suo punto di vista al cospetto dei colleghi. È un modo per abituarli alla professione che svolgeranno in futuro”. Inevitabile quest’anno che si parli anche di COVID: “la pandemia ha avuto ricadute pratiche sulla vita di tutti noi”.
Chi si laurea con una tesi in Diritto Sanitario “spesso continua con un Master nel campo per specializzarsi. I miei laureati ad un anno e mezzo dalla conclusione degli studi sono inseriti nel mondo del lavoro. Non solo nella sanità pubblica, ma di realtà che necessitano di professionisti del settore”.
Susy Lubrano

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