Sono riprese le attività didattiche del secondo semestre. Gli studenti tracciano un bilancio di metà anno. Leandro Tramontano, matricola ad Economia delle Imprese Finanziarie, è reduce da una sessione che per inesperienza non ha saputo gestire al meglio: “ho scelto questi studi perché l’economia mi interessa da sempre. È vero che si tratta di un percorso di studi che dà anche buone possibilità lavorative, ma non l’ho scelto per questo. Mi piace proprio, però le basi matematiche scolastiche non erano delle migliori e ho dovuto recuperare una preparazione scadente. Non ho superato lo scritto di Matematica ed ho rifiutato 18 ad Economia Aziendale perché mi sono accorto di aver commesso errori banali. Spero di riuscire a recuperare ad aprile e nella sessione estiva. Per fortuna, nonostante gli esami comincino appena terminano i corsi, la distribuzione degli appelli mi sembra buona, migliore di altre Facoltà, e le date sono note in anticipo”. Anche per Nunzia De Angelis, iscritta allo stesso Corso di Laurea, attratta dalle prospettive occupazionali, la sessione appena trascorsa ha riservato amare sorprese. “Non sono riuscita ad organizzarmi. Gli appelli sono cominciati un giorno o due dopo la fine dei corsi, non ce l’ho fatta a ripetere e sono stata bocciata sia in Matematica che in Economia Aziendale”, racconta la studentessa che non appare minimamente scoraggiata. “Adesso ho capito come funziona l’università e impiegherò tutto il tempo per studiare fino ad aprile”. Il suo obiettivo: “sostenere tutti e cinque gli esami entro settembre”, afferma.
Tanti gli studenti di anni successivi impegnati a seguire le lezioni di Microeconomia. “È una materia da seguire a parte, perché è complicata e, per una preparazione adeguata, non perdere nemmeno una lezione è indispensabile. Al primo anno abbiamo deciso di tralasciarla, per dedicarci alle altre discipline”, raccontano i cugini Giulia e Gianluigi Campolo, al terzo anno di Economia Aziendale, che parlano volentieri anche di altre questioni di interesse studentesco. “I ritmi sono sempre abbastanza stretti, soprattutto per quanto riguarda le date d’esame che, spesso, coincidono fra loro o si accavallano ai corsi”, sostiene Giulia. “Per non rischiare di perdere tutto, ci si riduce a sostenere quanti più esami possibili in pochi giorni, ma è difficile che si superino tutti. Così si accumulano ritardi e ci si allontana dalla laurea”, aggiunge il cugino Gianluigi.
Come per tanti loro colleghi, anche di altri ambiti, agli studenti di Economia la soppressione degli esami durante la pausa di Carnevale non è andata proprio giù. “Ci hanno costretto a spostare gli appelli, che si sono accavallati ad altri esami, ed abbiamo svolto gli orali, già stabiliti in base ad un certo calendario, a corsi già iniziati – spiega Antonio Accietto, secondo anno di Economia Aziendale, che ci tiene a manifestare la propria indignazione – Il tempo che ci concedono è già scarso da fine gennaio a metà febbraio, non si possono ricordare di guardare sul calendario per verificare se ci sono date segnate in rosso?”. “In effetti, i calendari sono gestiti male. Le sessioni sono brevi e gli esami vicini fra loro. Inoltre, con la regola dei quaranta giorni che, per legge, devono intercorrere fra un appello e l’altro della stessa disciplina per poter ripetere l’esame, ad ogni sessione è possibile un solo tentativo per materia. Una grave penalizzazione”, dice Elisa Castellone, anche lei iscritta al secondo anno di Economia Aziendale. Poi la studentessa aggiunge: “come ad ogni sessione, ho dato un solo esame. Pensare di farne due è quasi impossibile, soprattutto se, come a Carnevale, prima stabiliscono le date e poi le cambiano”. “Se la mano destra non sa cosa fa la sinistra, programmarsi è, oltre che impossibile, inutile. Eppure non dovrebbe essere complicato, non ci vorrà mica la Statistica Comparata per fare un calendario”, ironizza la collega Miriam Cirillo. Antonio, terzo anno di Economia Aziendale, non è d’accordo fino in fondo con i colleghi: “è vero, la concomitanza delle date è una cosa sbagliata, ma le sessioni sono molte e ci si può organizzare”. “Una gestione confusa rende difficile sostenere lo studio. A volte, anche i calendari di lezione sono male articolati, perché ti obbligano ad andare in Facoltà per una sola lezione, facendo perdere intere giornate”, sottolinea il compagno di studi Gianluca Borriello.
Dolori e recriminazioni anche per gli studenti più grandi. “I tempi per sostenere degli esami, tutti da 12 crediti, sono insostenibili. Non si può pretendere di fissare le date delle prove di materie diverse a ridosso della fine dei corsi e tutte di seguito fra loro, senza concedere il tempo di assimilare i concetti. Poi, in aula le condizioni sono tragiche. Al corso di Tecnica Professionale, che pure si svolgeva in un’aula grande, le slide erano proiettate su uno schermo piccolissimo. Su duecento persone, solo una cinquantina riusciva a vedere cosa ci fosse scritto”, sostiene con una certa veemenza Amedeo Ciotola, studente Magistrale di Economia e Commercio, il quale sostiene anche di averne parlato con l’ex Preside, ma “mi ha risposto che ero l’unico a lamentarsi”. “Di questi tempi non fanno altro che chiederci flessibilità, all’università, nel mondo del lavoro. Anche i professori per favorire una migliore organizzazione dovrebbero essere più flessibili”, intervengono a sostegno le colleghe Antonella Costanzo e Loredana De Luca.
Simona Pasquale
Tanti gli studenti di anni successivi impegnati a seguire le lezioni di Microeconomia. “È una materia da seguire a parte, perché è complicata e, per una preparazione adeguata, non perdere nemmeno una lezione è indispensabile. Al primo anno abbiamo deciso di tralasciarla, per dedicarci alle altre discipline”, raccontano i cugini Giulia e Gianluigi Campolo, al terzo anno di Economia Aziendale, che parlano volentieri anche di altre questioni di interesse studentesco. “I ritmi sono sempre abbastanza stretti, soprattutto per quanto riguarda le date d’esame che, spesso, coincidono fra loro o si accavallano ai corsi”, sostiene Giulia. “Per non rischiare di perdere tutto, ci si riduce a sostenere quanti più esami possibili in pochi giorni, ma è difficile che si superino tutti. Così si accumulano ritardi e ci si allontana dalla laurea”, aggiunge il cugino Gianluigi.
Come per tanti loro colleghi, anche di altri ambiti, agli studenti di Economia la soppressione degli esami durante la pausa di Carnevale non è andata proprio giù. “Ci hanno costretto a spostare gli appelli, che si sono accavallati ad altri esami, ed abbiamo svolto gli orali, già stabiliti in base ad un certo calendario, a corsi già iniziati – spiega Antonio Accietto, secondo anno di Economia Aziendale, che ci tiene a manifestare la propria indignazione – Il tempo che ci concedono è già scarso da fine gennaio a metà febbraio, non si possono ricordare di guardare sul calendario per verificare se ci sono date segnate in rosso?”. “In effetti, i calendari sono gestiti male. Le sessioni sono brevi e gli esami vicini fra loro. Inoltre, con la regola dei quaranta giorni che, per legge, devono intercorrere fra un appello e l’altro della stessa disciplina per poter ripetere l’esame, ad ogni sessione è possibile un solo tentativo per materia. Una grave penalizzazione”, dice Elisa Castellone, anche lei iscritta al secondo anno di Economia Aziendale. Poi la studentessa aggiunge: “come ad ogni sessione, ho dato un solo esame. Pensare di farne due è quasi impossibile, soprattutto se, come a Carnevale, prima stabiliscono le date e poi le cambiano”. “Se la mano destra non sa cosa fa la sinistra, programmarsi è, oltre che impossibile, inutile. Eppure non dovrebbe essere complicato, non ci vorrà mica la Statistica Comparata per fare un calendario”, ironizza la collega Miriam Cirillo. Antonio, terzo anno di Economia Aziendale, non è d’accordo fino in fondo con i colleghi: “è vero, la concomitanza delle date è una cosa sbagliata, ma le sessioni sono molte e ci si può organizzare”. “Una gestione confusa rende difficile sostenere lo studio. A volte, anche i calendari di lezione sono male articolati, perché ti obbligano ad andare in Facoltà per una sola lezione, facendo perdere intere giornate”, sottolinea il compagno di studi Gianluca Borriello.
Dolori e recriminazioni anche per gli studenti più grandi. “I tempi per sostenere degli esami, tutti da 12 crediti, sono insostenibili. Non si può pretendere di fissare le date delle prove di materie diverse a ridosso della fine dei corsi e tutte di seguito fra loro, senza concedere il tempo di assimilare i concetti. Poi, in aula le condizioni sono tragiche. Al corso di Tecnica Professionale, che pure si svolgeva in un’aula grande, le slide erano proiettate su uno schermo piccolissimo. Su duecento persone, solo una cinquantina riusciva a vedere cosa ci fosse scritto”, sostiene con una certa veemenza Amedeo Ciotola, studente Magistrale di Economia e Commercio, il quale sostiene anche di averne parlato con l’ex Preside, ma “mi ha risposto che ero l’unico a lamentarsi”. “Di questi tempi non fanno altro che chiederci flessibilità, all’università, nel mondo del lavoro. Anche i professori per favorire una migliore organizzazione dovrebbero essere più flessibili”, intervengono a sostegno le colleghe Antonella Costanzo e Loredana De Luca.
Simona Pasquale