Un corso interattivo basato sul dibattito fra le parti. Hanno queste caratteristiche le lezioni della prof.ssa Maria D’Arienzo, al primo anno di titolarità dell’insegnamento di Diritto Ecclesiastico (ha insegnato fino a poco tempo fa Diritti Confessionali). “In aula, con l’aiuto dei ragazzi, tratto sempre temi attuali partendo ad esempio dalla
lettura dei quotidiani”, racconta la docente. Si parla così delle libertà e dei diritti delle religioni, basati sulla difesa dell’identità personale di ciascun cittadino. “La materia, diversamente da quanto si pensi, è molto viva ed abbraccia innumerevoli settori disciplinari. Qualunque sbocco occupazionale si voglia intraprendere, un giurista non può prescindere dalla conoscenza del nostro ordinamento religioso, da confrontare con quello di altre comunità. I nostri giudici e avvocati non è raro si possano trovare a tutelare e difendere i diritti di minoranze di altri credo religiosi”. Qualche esempio: “le società che commercializzano i prodotti leciti secondo i dettami islamici necessitano di esperti competenti per le certificazioni di commercio; il notaio che deve gestire una situazione fra culture diverse un funzionario dell’Asl che si ritrova di fronte a modi di agire differenti. In un mondo così globalizzato, un giurista che conosce la materia dei diritti religiosi in modo approfonditoavrà di sicuro una marcia in più”. Anni fa l’impegno riguardava solo la sfera del diritto ecclesiastico: “chi volesse intraprendere ancora oggi una carriera nell’ambito del diritto ecclesiastico (Sacra Rota, Tribunale ecclesiastico), deve sapere che il percorso è lungo e richiede un impegno specifico. Dopo la laurea occorre seguire un percorso di studi settoriale parallelamente alla pratica forense”. Chi invece è attratto dalla multiculturalità “avrà un approccio diverso, orientato a conoscere le altre religioni. I miei studenti mi hanno chiesto di organizzare incontri di geo-politica con esperti dell’Università L’Orientale. In questo modo abbiamo avuto un quadro giuridicamente valido su come gestire la questione religiosa a livello internazionale. Si è parlato del riconoscimento dei diritti altrui e del giurista quale operatore tutelante di tali diritti”. La dinamicità della disciplina, secondo la docente, c’è sempre stata: “Solo che prima tutto era visto solo in relazione alla Chiesa Cattolica, ora i fatti religiosi abbracciano più sfere ed hanno ad oggetto più modi di procedere”. Consigli agli studenti: “affrontare la preparazione con spirito d’iniziativa e curiosità. In futuro, la disciplina potrà servire ad aprire ulteriori possibilità professionali”.
lettura dei quotidiani”, racconta la docente. Si parla così delle libertà e dei diritti delle religioni, basati sulla difesa dell’identità personale di ciascun cittadino. “La materia, diversamente da quanto si pensi, è molto viva ed abbraccia innumerevoli settori disciplinari. Qualunque sbocco occupazionale si voglia intraprendere, un giurista non può prescindere dalla conoscenza del nostro ordinamento religioso, da confrontare con quello di altre comunità. I nostri giudici e avvocati non è raro si possano trovare a tutelare e difendere i diritti di minoranze di altri credo religiosi”. Qualche esempio: “le società che commercializzano i prodotti leciti secondo i dettami islamici necessitano di esperti competenti per le certificazioni di commercio; il notaio che deve gestire una situazione fra culture diverse un funzionario dell’Asl che si ritrova di fronte a modi di agire differenti. In un mondo così globalizzato, un giurista che conosce la materia dei diritti religiosi in modo approfonditoavrà di sicuro una marcia in più”. Anni fa l’impegno riguardava solo la sfera del diritto ecclesiastico: “chi volesse intraprendere ancora oggi una carriera nell’ambito del diritto ecclesiastico (Sacra Rota, Tribunale ecclesiastico), deve sapere che il percorso è lungo e richiede un impegno specifico. Dopo la laurea occorre seguire un percorso di studi settoriale parallelamente alla pratica forense”. Chi invece è attratto dalla multiculturalità “avrà un approccio diverso, orientato a conoscere le altre religioni. I miei studenti mi hanno chiesto di organizzare incontri di geo-politica con esperti dell’Università L’Orientale. In questo modo abbiamo avuto un quadro giuridicamente valido su come gestire la questione religiosa a livello internazionale. Si è parlato del riconoscimento dei diritti altrui e del giurista quale operatore tutelante di tali diritti”. La dinamicità della disciplina, secondo la docente, c’è sempre stata: “Solo che prima tutto era visto solo in relazione alla Chiesa Cattolica, ora i fatti religiosi abbracciano più sfere ed hanno ad oggetto più modi di procedere”. Consigli agli studenti: “affrontare la preparazione con spirito d’iniziativa e curiosità. In futuro, la disciplina potrà servire ad aprire ulteriori possibilità professionali”.