Economia e diritto “con una marcia in più: lo studio delle lingue”

Più di 200 gli studenti che hanno affollato nel pomeriggio di lunedì 11 settembre l’Aula 3.1 di Palazzo Giusso per assistere alla presentazione di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, svoltasi subito dopo la prima tornata del test di autovalutazione. A illustrare le coordinate generali, i contenuti e soprattutto i tanto attesi sbocchi lavorativi è intervenuto il Coordinatore Giuseppe Moricola, docente di Storia economica. “La prova di verifica – obbligatoria per gli immatricolandi al fine di valutare la propria attitudine a seguire le attività didattiche in programma – ha riscosso un notevole numero di presenze, testimonianza dell’appeal che il percorso formativo esercita da lungo tempo”. Qual è la sua cifra distintiva? “Fondere diversi saperi: il diritto, l’economia,
le scienze storico-sociologiche con una marcia in più: lo studio delle lingue” (a scelta tra europee, asiatiche  africane), queste ultime l’attrattiva che fa del Corso un unicum sul territorio nazionale. Ne sia prova il fatto che molti, impossibilitati a sostenere il test alla prima occasione, abbiano fatto richiesta di una seconda data utile, fissata al 25 settembre. Nel frattempo le matricole seguiranno i corsi di potenziamento in attesa di quelli ufficiali e potranno accedere alla piattaforma e-learning per assimilare gradualmente le basi di discipline nuove, come l’Economia politica o il Diritto pubblico. La peculiarità del Corso,
che non a caso ha denominazione plurale, sta proprio nella sua natura ‘generalista’, “attributo spesso mal interpretato che invece per noi costituisce un valore aggiunto”. Unica chiave d’accesso per offrire allo studente una visione del mondo a 360 gradi è l’interdisciplinarità. “Il nostro compito è quello di trasmettere nei tre anni un bagaglio utile di conoscenze strategiche per accedere, malgrado il circolo vizioso di questa lunga crisi, a mercati del lavoro in rapida trasformazione”. Due i curricula opzionabili: il primo (Studi Internazionali) intreccia lo studio dei sistemi politici, economici e istituzionali; il secondo
(Asia-Africa), illustrato dettagliatamente in sede dalla prof.ssa Noemi Lanna, mira all’approfondimento di alcune aree territoriali. In comune a entrambi, oltre agli insegnamenti a scelta libera, c’è un’annualità obbligatoria di Lingua Inglese senza contare una costante apertura al confronto, “sia interno per la possibilità di seguire corsi afferenti agli altri due Dipartimenti, sia esterno grazie alle iniziative culturali, i programmi di scambio e molto altro”. Concluso il Triennio, “il nostro laureato avrà acquisito un profilo professionale dal taglio poliedrico in grado di operare in diversi settori”: dall’amministrazione agli enti pubblici e privati, dai centri di ricerca alle risorse umane, dalle relazioni estere all’ambito della comunicazione e della cooperazione internazionale. Sogno nel cassetto dei più è la carriera diplomatica. Per coltivarlo è consigliabile proseguire gli studi con la Laurea Magistrale. “Siamo pronti ad investire sulle vostre ambizioni e a interloquire dentro e fuori queste mura per accendere focolai di dibattito sui fenomeni di cui la realtà contemporanea si fa spettatrice”. Come intuire se è il Corso giusto? “Lo è se argomenti come ‘internazionalizzazione’, ‘mercati e società’ o ‘globalizzazione’ stuzzicano la vostra curiosità”. Ampio spazio sul finire dell’incontro hanno avuto le domande della platea. “Per qualsiasi informazione fate capo a noi docenti – assicura il Coordinatore – o ai vostri rappresentanti”, le studentesse Cristina Trey e Flavia Anna Cimmino. “Ci auguriamo di avere sempre in tasca la risposta pronta. In caso contrario, ci adopereremo insieme per trovare una soluzione”. Se prima d’ora a scuola “altri per voi hanno deciso tempi e modalità, l’Università vi pone dinanzi a un sistema complesso e ramificato cui dovrete fare il callo”. Ecco, “immaginate una grande piovra e i suoi tentacoli: all’inizio potrebbe incutere timore, ma saranno proprio le sue innumerevoli diramazioni a plasmare il modello di vita che vi formerà come cittadini del mondo”, conclude il prof. Moricola.
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