Entro fine marzo la pubblicazione del tanto atteso Bando Erasmus

Mentre la didattica del secondo semestre prosegue dall’inizio di marzo in modalità virtuale su Teams (e così per tutto il secondo semestre) e il comparto della ricerca si sta riorganizzando con i mezzi messi a disposizione del web, auspicando con la primavera al rientro graduale nelle biblioteche, il settore della mobilità – che aveva subito a causa della pandemia un arresto considerevole – sta pian piano tornando alla normalità. Ne parla il prof. Augusto Guarino, dal novembre scorso Prorettore Vicario con delega all’Internazionalizzazione. “Nel mio attuale ruolo istituzionale, sulla mobilità abbiamo adottato una duplice linea di comportamento: organizzando ciò che si può fare, come l’Erasmus+ (Studio e Placement), il cui bando dovrebbe uscire da qui a dieci giorni, e rimandare a medio termine le partenze che, per esempio, afferiscono ad accordi internazionali con Paesi attualmente stremati dalla pandemia”. Per l’Erasmus, di cui è docente delegata la prof.ssa Gala Maria Follaco, non dovrebbero sussistere difficoltà, “anche perché – ricordiamo sempre – il bando a breve pubblicato farà riferimento al prossimo anno accademico, 2021/2022, con le prime partenze dal mese di settembre e ci auguriamo che fino a quel periodo la situazione generale possa migliorare”. Intanto, da parte degli studenti si è manifestata una forte ricettività. “Ho ricevuto molte mail da parte di studenti che si trovavano all’estero durante la situazione di emergenza e volevano rassicurarci sulle loro condizioni, così come ci hanno scritto gli studenti che vorrebbero partire entro il prossimo anno e hanno molto insistito affinché i bandi di mobilità fossero pubblicati, senza che la pandemia penalizzasse questo settore”. La domanda resta: con quale consapevolezza partire? “Questo ce lo devono dire i medici, a seconda delle previsioni stimate sulla base dei percorsi naturali di immunizzazione. Sicuramente, gli spostamenti comportano un rischio e bisogna fare un discorso diverso a seconda del Paese verso cui ci si indirizza”. In ogni caso, “i delegati all’internazionalizzazione di ogni Università hanno concordato un protocollo con la CRUI, sottoscrivendo alcune buone norme di comportamento”. Una tra tutte: è consigliabile allo studente in partenza, soprattutto a chi si dirige verso un Paese all’infuori dell’Europa, di adottare una copertura assicurativa in modo da garantirsi una relativa sicurezza. “Questo si faceva anche prima. Lo sanno bene i nostri studenti che per esempio hanno viaggiato in certe aree del mondo come l’India o in altri posti dell’America Latina, dove anche oggi il Covid è stato l’ultimo dei problemi ad arrivare. Del resto, come è noto, il sistema sanitario fuori dall’Europa non è pubblico”. In questo panorama così strutturato, però, “l’Università non può indicare un singolo ente assicurativo a detrimento di altri ma offrire un ventaglio di opzioni percorribili, di cui lo studente è a conoscenza poiché prima di partire firmerà una sorta di liberatoria”. Altra grossa novità riguarda il portale ‘Universitaly’, che dovrebbe fare da tramite tra gli Atenei italiani per la condivisione di informazioni e dati sulla mobilità. Intanto, grazie a un controllo effettuato di recente sull’approvazione del bilancio nelle ultime riunioni in Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico a L’Orientale, il prof. Guarino afferma: “sul piano internazionalizzazione, malgrado la pandemia, non è stato fatto alcun taglio. Anzi, per l’Erasmus vi sarà un lieve aumento nel numero delle borse. Certo, non potrebbero mai partire tutti i nostri diecimila studenti. Ma in proporzione al numero di studenti iscritti che abbiamo, la mobilità – prima del Covid – è sempre stata uno dei nostri fiori all’occhiello, soprattutto vista la vocazione internazionalista di alcuni Corsi di Laurea”. L’auspicio è che, quindi, “possa riprendere il ritmo di due anni fa. Se il piano vaccinale dovesse procedere in maniera spedita entro settembre, dal momento che adesso anche il personale universitario – dai dottorandi ai docenti – è stato convocato in lista di attesa, come quello scolastico, nelle Asl regionali, tutto potrebbe pian piano ristabilirsi per il prossimo anno accademico”. Un’ipotesi che, tuttavia, non fa quadrare tutti i piani. “Mettiamo il caso si riesca a vaccinare tutti e che l’emissione di vaccini sia estesa anche agli studenti in partenza Erasmus, resta un dubbio: perché mai vaccinarli per andare a Madrid se poi lì la Complutense è chiusa? In quest’epidemia, abbiamo capito una cosa: che non ci possiamo salvare da soli e dobbiamo fare sempre i conti con ciò che accade fuori dal nostro orticello, anche se a milioni di chilometri di distanza e fuori dall’Europa”.
Per essere più attrattivi, Corsi di Laurea in inglese
Anche per la mobilità docenti qualcosa si sta finalmente muovendo: “abbiamo concordato la nostra presenza in quanto Ateneo a una fiera in Vietnam e alla fiera di Dubai grazie a un’iniziativa culturale promossa dalla prof.ssa Roberta Denaro”. Non si teme, invece, al contrario che molte borse possano rimanere vacanti per il timore di alcuni studenti di andare all’estero? “Ne dubito. I nostri studenti sono partiti lo stesso, anche nel periodo più tremendo, quando non si capiva bene cosa fosse questa epidemia”. In generale, “quella che molto spesso si ritiene essere il nostro problema più grave, la cosiddetta ‘disorganizzazione’, costituisce invece un punto di forza che rende L’Orientale un Ateneo forse senza eguali nel mondo”, ovvero l’eterogeneità. “Abbiamo studenti interessati a lingue che vanno dall’inglese al tibetano, archeologi, politologi… è molto difficile che avanzino i posti. Me ne rendevo conto già quand’ero Direttore di Dipartimento a Studi Letterari, Linguistici e Comparati. A volte, promuovevamo seminari con un massimo di 50 posti dicendoci ‘Ma chi mai si iscriverà a un Laboratorio di neogreco?’. Eppure, ricevevamo ogni volta centinaia di adesioni. Anche stavolta sono fiducioso”.
Le incertezze riguardano più che altro gli incoming. “È una domanda a cui non sappiamo ancora rispondere. I cinesi, ad esempio, ci vorranno ancora venire in Italia?”. A proposito della tanto vituperata Università italiana, “ricordiamo che nell’ultima classifica stilata da QS World University Rankings, L’Orientale si è piazzata tra le prime 400 e con essa più del 60% degli Atenei italiani, con dei risultati di gran lunga migliori rispetto ad altri Paesi come ad esempio gli Stati Uniti. C’è da dire anche che abbiamo molte meno Università e meno laureati di quanti ne potremmo avere, anzi siamo agli ultimi posti se rapportiamo il numero di laureati agli abitanti”. Oltre a uno specifico monitoraggio sulla qualità dei corsi, una delle sfide a cui guardare è: “come possiamo rendere il nostro Ateneo attrattivo per gli studenti all’estero? La risposta, sicuramente, è: attivando un maggior numero di Corsi di Laurea in lingua inglese. Uno di Italian Studies, con una base di comparatistica; uno sulle relazioni internazionali e, infine, uno di orientalistica e legato anche all’archeologia. L’obiettivo sarebbe averne almeno tre: cioè, uno per Dipartimento. Adesso non siamo nel migliore dei contesti e abbiamo tempi stretti per ultimare la programmazione didattica accessibile da settembre. All’inizio prospettavamo di riuscirci già con l’inizio del prossimo anno accademico ma ci stiamo lavorando duramente proprio in questo periodo e immaginiamo di partire con queste novità nel 2022”.
Sabrina Sabatino

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