Sono tanto entusiasti e soddisfatti che molti decidono di prolungare il loro periodo di studi all’estero. E’ il caso di Salvatore Ascione, 23enne, di Torre del Greco, laureando in Architettura che ha studiato ad Istanbul per due semestri (settembre 2010 – luglio 2011). “In pochi scelgono la Turchia come meta Erasmus, – dice Salvatore – magari perché si parte con dei pregiudizi rispetto ad una cultura diversa dalla nostra. Anch’io avrei preferito andare in Germania, poi, in Facoltà, ho conosciuto un ragazzo turco dal quale ho appreso tante cose della cultura islamica, mi sono documentato e sono partito con la volontà di vivere appieno questa avventura. Oggi rifarei questa scelta miliardi di volte”. All’Università, “lo studio dell’Architettura è basato sulla pratica. Diverse lezioni, come quelle di Storia dell’arte, erano integrate da visite guidate in città, durante le quali ho compreso la storia delle moschee e paragonato le differenti architetture storiche”. Nessun problema per gli esami e la relativa convalida, in Italia. “Ne ho sostenuti molti, in modo da accumulare il numero di crediti formativi necessari: Estimo, Fotografia, Progettazione, Inglese e anche alcuni di Grafica pubblicitaria, insegnamento utilissimo per gli architetti che, nella nostra Facoltà, è stato attivato solo quest’anno”. Il campus ospita studenti di tutte le nazionalità. “Ho conosciuto tanti ragazzi – conclude Salvatore il quale, dopo la laurea, pensa di intraprendere un Master in Restauro – Sembrerà strano ma, a contatto con i turchi, molto nazionalisti, ho imparato a guardare in maniera oggettiva il nostro Paese e ad amarlo di più”. La curiosità per una cultura diversa da quella occidentale ha spinto anche Roberta Auriemma, studentessa napoletana di Design e Comunicazione, a scegliere Istanbul come meta per l’Erasmus. “Quella turca è una cultura molto più vicina alla nostra di quanto non immaginiamo – dice Roberta, che sogna di crescere professionalmente all’estero – Io ho vissuto in un appartamento con due ragazze turche e mi sono trovata benissimo”. Alla Okan University, “l’approccio con i docenti è diretto. Le lezioni sono tenute in aule da dieci studenti, tutti parlano l’inglese, anzi è obbligatorio seguire il trenta per cento dei corsi in lingua. Le lezioni erano stimolanti, i laboratori bellissimi, si respirava creatività”. In una metropoli di 18milioni di abitanti, l’approccio iniziale può essere disorientante: “Dal punto di vista culturale è una città molto ricca, il problema è che tutti parlano turco e non inglese. Dopo i primi tempi, può diventare un po’ pesante”. Destinazione diversa per Cesare Mangiacapra, 27 anni, di Cesa, iscritto ad Ingegneria per l’ambiente e il territorio, il quale, dopo nove mesi trascorsi a Madrid, non vede l’ora di ripartire (ha intenzione, dopo la laurea, di sperimentare uno stage all’estero, magari con il programma Leonardo). “Avevo voglia di confrontarmi con studenti stranieri, capire come si studia in altri Atenei – afferma Cesare – Mi sono reso conto che, in Italia, curiamo poco l’aspetto pratico, piuttosto abbiamo una visione molto ampia e generica e forti conoscenze di base. Le lezioni, ed anche gli esami, in Spagna, erano integrati da laboratori ed esercitazioni sul campo. Per esempio, abbiamo partecipato ad una visita guidata alla metropolitana di Madrid ed eseguito prove sui binari. Anche i docenti sono molto disponibili”. Ora Cesare parla perfettamente lo spagnolo, “l’Università ci ha offerto una full immersion di tre mesi al costo di soli venti euro”, e consiglia quella che definisce “un’esperienza di vita” a tutti. “Lavoro gratis presso l’Ufficio Erasmus di Facoltà – conclude – rispondendo ai mille dubbi dei ragazzi in partenza”.