Un’anticipazione inattesa sul nuovo Bando Erasmus+ Studio per l’anno accademico 2017/2018 lascia esterrefatti gli studenti del primo anno. È stato deciso che le matricole non potranno più prendere parte al progetto. A divulgare prontamente la notizia i membri dell’associazione studentesca Link Orientale, che hanno mostrato già in fase di organi collegiali il proprio dissenso al provvedimento. Si è tenuta, infatti, il 21 dicembre scorso la riunione del Senato Accademico che ha stabilito in via ufficiale l’esclusione dei neoiscritti al Programma. Netta è stata la divisione in due partiti contrapposti: da un lato, il voto contrario alla proposta espresso dai rappresentanti degli studenti e dal lato opposto l’opinione favorevole dei docenti. Ma i ragazzi di Link non si arrendono. E il 5 gennaio hanno convocato un’assemblea in cui discutere sull’opportunità di organizzare una protesta contro questa misura e spingere per l’elaborazione di un Bando più inclusivo. Il dibattito ha visto dalla loro parte centinaia di studenti. “Siamo in un Ateneo a vocazione internazionale, specializzato nello studio delle lingue, delle letterature, delle culture, delle archeologie, delle relazioni internazionali. È il motivo principale per il quale abbiamo preferito L’Orientale ad altri istituti per lo studio delle civiltà straniere. Presupposti come questi dovrebbero garantire a tutti la possibilità di accedere all’Erasmus, sulla base dei propri requisiti di merito”. Questo il pensiero di Francesca Bruno, iscritta a Mediazione Linguistica e Culturale, condiviso dalla maggior parte dei suoi coetanei. Nessuno mette in discussione i parametri di valutazione. Al contrario, quasi tutti battono sullo stesso punto appellandosi al diritto allo studio: impossibile negare a qualsiasi studente la chance di partecipare. “L’Erasmus è prima di tutto un’occasione di crescita e condivisione culturale – parla la collega Lucia D’Angiolella – che nasce con lo scopo di formare i cittadini europei. Deve far circolare conoscenze, idee, saperi, oltre la dimensione nazionale per la costruzione di un’Europa unita, sociale, solidale”. Intanto, l’ondata di malcontento ha colto alla sprovvista tutti coloro che vedono andare in frantumi le loro previsioni. “Mi sono sempre interrogata sull’origine e sull’evoluzione di lingue diverse
dalla mia. Per questa ragione, viaggiare e soggiornare all’estero usufruendo di una borsa Erasmus è sempre stato un obiettivo per cui studiare, ma soprattutto un sogno. È demotivante non aver avuto nemmeno la possibilità di tentare e mettersi in gioco”, prosegue Simona Abate. In vista dell’imminente pubblicazione del Bando, si rimandano al prossimo numero successivi aggiornamenti in merito alla mobilità Erasmus+.
Le polemiche dei rappresentanti
Quali sono le ragioni che spiegano la nuova proposta? In primo luogo, i docenti sostengono la necessità di riformulare il calendario della selezione, che finora prevedeva una chiusura piuttosto tarda del Bando.
Prolungare la data di scadenza al mese di aprile significava consentire anche alle matricole (che avessero superato almeno un esame nella sessione di gennaio-febbraio con un voto minimo di 26/30) di inoltrare la domanda e concorrere per la borsa. Ciononostante, la modifica applicata l’anno scorso per consentire l’accesso ai neoiscritti non ha prodotto gli effetti sperati, perché alla fine solo una ventina di studenti è effettivamente partita.
Insomma, una cifra piuttosto esigua per la quale invece sono stati riscontrati numerosi problemi d’ordine amministrativo con le Università straniere a causa del ritardo nella nomina dei vincitori. “Problemi – a detta di Link – assolutamente superabili, perché il prezzo dell’esclusione di anche un solo studente è troppo alto se paragonato al vantaggio organizzativo che ne consegue”. Alla luce di quanto è emerso, la pubblicazione del Bando stavolta
avverrà verso la fine di gennaio e si chiuderà entro la metà di febbraio. Ma saranno presi in considerazione solo i dati relativi alla carriera dello studente, ovvero i voti riportati, assunti fino al 31 dicembre 2016. Così facendo, non saranno oggetto di valutazione gli esami sostenuti nella sessione straordinaria invernale, dunque le matricole restano escluse a priori. Quali sono, invece, le argomentazioni che porta avanti il sindacato studentesco? La prerogativa di laurearsi in corso. “La partenza, per chi vince una borsa Erasmus, avviene dopo un anno: chi fa domanda al primo anno, parte al secondo e così via. I più svantaggiati sono proprio quelli che presentano la domanda al secondo anno, perché potranno partire solo l’anno successivo e, se non riescono a completare il numero di crediti ipotizzato, rischiano di trovarsi con molti esami arretrati, altri da recuperare rapidamente, e in alcuni casi anche la tesi”. Altrettanto problematica è la scelta per gli studenti iscritti al terzo anno, al bivio tra due possibilità: “concorrere anticipatamente per una borsa di studio della Magistrale rischiando, però, di non conseguire nel tempo previsto il titolo Triennale e di non poter successivamente formalizzare l’immatricolazione per un Corso di Laurea di secondo livello”. Altrimenti, si può fare domanda per una borsa di ciclo Triennale e poi
partire l’anno seguente, che sarebbe in altre parole il primo da fuori corso. Date le premesse, quelli di Link insistono: “i tempi tecnici relativi alle partenze penalizzano gli studenti del secondo e del terzo anno, causando ritardi e complicazioni nel loro percorso, mentre sono favorevoli alle matricole, che purtroppo però saranno di fatto escluse”. Un ulteriore vantaggio dell’inclusione delle matricole come papabili candidate per la borsa Erasmus risiede, inoltre, nell’opportunità di una più ampia scelta delle destinazioni. In verità, le mete a disposizione sono di per sé limitate, poiché ciascuno studente può selezionare solo accordi che gli consentano di sostenere all’estero esami previsti all’interno del proprio piano di studi. “Le matricole, invece, avendo dato pochi esami, possono accedere a un numero di destinazioni più esteso rispetto a coloro iscritti negli anni precedenti”, ribadisce Lucia.
Le reazioni degli studenti: la fotopetizione sui social
Far valere la propria voce attraverso i social è l’ultima iniziativa di Link, che ha fatto partire una fotopetizione con l’hashtag #vengoanchio. Ogni studente del primo anno deve pubblicare su Facebook una foto con un cartello che esponga brevemente le motivazioni per cui desidera partecipare. Ad esempio, “#vengoanchio perché la mia Università deve creare ponti, non barriere all’apprendimento”, la risposta di Amalia Cipriani, o ancora “#vengoanchio perché ho bisogno delle risorse Erasmus per arricchire il mio percorso di formazione”, di Nello Amato. Tuttavia, la trovata ha suscitato non poche polemiche da parte di alcuni studenti più scettici.
“Che senso ha per una matricola conoscere al primo anno un sistema universitario straniero e non il proprio? L’Erasmus può benissimo farlo più in là, anche alla Magistrale. Che vengano date più possibilità a gente con esperienza solida e che ha dimostrato di essere in grado di saper studiare all’Università. Detto molto francamente, tantissime matricole mollano dopo pochi mesi. La nuova proposta mi pare sia una scelta molto intelligente. È peraltro così già in molti altri Atenei italiani e la cosa funziona benissimo”, è il discorso motivato di Umberto Ulisse,
studente al terzo anno, prossimo a partire per Friburgo. Una decisione definitiva quella di lasciar fuori i neoiscritti da prendere, secondo alcuni, come momento di riflessione per poi ritentare in seguito con maggiore consapevolezza. “Al primo anno di solito non si hanno troppe nozioni per poter praticare la lingua all’estero, né alcuna esperienza dei meccanismi universitari”, ritiene Maria Pasquariello, di ritorno da Ginevra. “Sarebbe un po’ prematuro partire ‘al buio’. Meglio affrontare i primi mesi con serenità, entrare nel ritmo dei corsi, nella routine degli esami e prendersi il tempo necessario per sottoporre al vaglio la cerchia di tutte le destinazioni, così da non incorrere in scelte troppo affrettate o assumersi il rischio di dover rinunciare”, suggerisce Serena Mottola, neolaureata.
Le novità: Cambiano le modalità di selezione e di calcolo punteggio
Negli ultimi due anni il Bando Erasmus ha subito sostanziali modifiche che hanno rivisitato sia le procedure di selezione che il calcolo dei punteggi attribuiti per l’assegnazione della borsa. Tuttavia, dopo gli esperimenti dell’anno scorso, volti al miglioramento e alla semplificazione delle modalità burocratiche, sono stati riscontrati – soprattutto in base alle segnalazioni degli stessi studenti – alcuni aspetti problematici cui si è cercato di porre rimedio. La difficoltà principale consisteva dapprima nella verifica dei dati dichiarati dal candidato nella domanda
on line, dal momento che il software impiegato non prevedeva un’interfaccia diretta con la pagina personale dello studente e il suo libretto elettronico. La novità presto annunciata: un nuovo software che elabora automaticamente le informazioni relative alla carriera di ciascuno studente. “Approfitto di questa notizia per raccontare la mia storia – esordisce Valeria – L’anno scorso sono stata esclusa dalla graduatoria Erasmus, nonostante avessi tutti i requisiti, perché il personale dell’Ufficio Relazioni Internazionali riteneva che non avessi inviato via mail il certificato d’iscrizione con gli esami sostenuti. In realtà, l’avevo fatto ma la mia mail non è mai arrivata per un problema con il server. Dopo aver provato la verità, mi è stato risposto che ormai ‘i giochi erano fatti’ e pur partecipando alla seconda tornata, il ripescaggio, non avrei ottenuto la meta prescelta. È assurdo dover inviare in allegato alla domanda un’attestazione di esami che sono stati sostenuti presso lo stesso Ateneo e per giunta fare di questo un motivo di esclusione. Sono davvero contenta che un equivoco tale non sarà ripetuto nel prossimo Bando”. Il nuovo
software consente altresì la gestione di tutte le fasi del Programma, perché regola in un secondo momento anche l’assegnazione delle sedi, lo scorrimento delle graduatorie in base alle rinunce, il blocco delle domande incomplete. Altre correzioni sono state apportate alla tabella dei punteggi, il cui obiettivo è premiare la qualità dello studente grazie a una diversa formula di calcolo matematico, elaborata dalla prof.ssa Emma Sarno, docente di
Statistica. Quali erano le défaillances della tabella precedente? Quella di assegnare un peso troppo forte alla media ponderata dei voti rispetto al punteggio per il numero di esami sostenuti. “Credo sia giusto nei confronti degli studenti del secondo e terzo anno aver ripensato i punteggi. Prima per una matricola era praticamente sufficiente prendere un 30 al primo esame per avere la certezza di vincere la borsa. Con il nuovo algoritmo di calcolo è stato assegnato un peso determinante al numero di crediti acquisiti e ridotto quello della media ponderata con la finalità di tutelare in modo esclusivo il merito”, commenta Valeria. La vecchia tabella, inoltre, assegnava due volte un punteggio per la Laurea Triennale, se si tiene conto del fatto che il voto di laurea si basa sulla media ponderata dei voti ottenuti agli esami. Si è giunti perciò a una conclusione drastica eliminando la componente ‘laurea’ dal punteggio. Infine, per non favorire troppo i biennalisti, dal momento che alcune borse per il primo e il secondo livello sono unificate, si è pensato di valutare il punteggio per il triennio all’80% e quello del biennio al 20%. Lo stesso discorso vale per i dottorandi, cui non saranno assegnati più punti per titoli e pubblicazioni, ma per ogni anno di dottorato con l’intento di premiare la maturità del ricercatore.
Sabrina Sabatino
dalla mia. Per questa ragione, viaggiare e soggiornare all’estero usufruendo di una borsa Erasmus è sempre stato un obiettivo per cui studiare, ma soprattutto un sogno. È demotivante non aver avuto nemmeno la possibilità di tentare e mettersi in gioco”, prosegue Simona Abate. In vista dell’imminente pubblicazione del Bando, si rimandano al prossimo numero successivi aggiornamenti in merito alla mobilità Erasmus+.
Le polemiche dei rappresentanti
Quali sono le ragioni che spiegano la nuova proposta? In primo luogo, i docenti sostengono la necessità di riformulare il calendario della selezione, che finora prevedeva una chiusura piuttosto tarda del Bando.
Prolungare la data di scadenza al mese di aprile significava consentire anche alle matricole (che avessero superato almeno un esame nella sessione di gennaio-febbraio con un voto minimo di 26/30) di inoltrare la domanda e concorrere per la borsa. Ciononostante, la modifica applicata l’anno scorso per consentire l’accesso ai neoiscritti non ha prodotto gli effetti sperati, perché alla fine solo una ventina di studenti è effettivamente partita.
Insomma, una cifra piuttosto esigua per la quale invece sono stati riscontrati numerosi problemi d’ordine amministrativo con le Università straniere a causa del ritardo nella nomina dei vincitori. “Problemi – a detta di Link – assolutamente superabili, perché il prezzo dell’esclusione di anche un solo studente è troppo alto se paragonato al vantaggio organizzativo che ne consegue”. Alla luce di quanto è emerso, la pubblicazione del Bando stavolta
avverrà verso la fine di gennaio e si chiuderà entro la metà di febbraio. Ma saranno presi in considerazione solo i dati relativi alla carriera dello studente, ovvero i voti riportati, assunti fino al 31 dicembre 2016. Così facendo, non saranno oggetto di valutazione gli esami sostenuti nella sessione straordinaria invernale, dunque le matricole restano escluse a priori. Quali sono, invece, le argomentazioni che porta avanti il sindacato studentesco? La prerogativa di laurearsi in corso. “La partenza, per chi vince una borsa Erasmus, avviene dopo un anno: chi fa domanda al primo anno, parte al secondo e così via. I più svantaggiati sono proprio quelli che presentano la domanda al secondo anno, perché potranno partire solo l’anno successivo e, se non riescono a completare il numero di crediti ipotizzato, rischiano di trovarsi con molti esami arretrati, altri da recuperare rapidamente, e in alcuni casi anche la tesi”. Altrettanto problematica è la scelta per gli studenti iscritti al terzo anno, al bivio tra due possibilità: “concorrere anticipatamente per una borsa di studio della Magistrale rischiando, però, di non conseguire nel tempo previsto il titolo Triennale e di non poter successivamente formalizzare l’immatricolazione per un Corso di Laurea di secondo livello”. Altrimenti, si può fare domanda per una borsa di ciclo Triennale e poi
partire l’anno seguente, che sarebbe in altre parole il primo da fuori corso. Date le premesse, quelli di Link insistono: “i tempi tecnici relativi alle partenze penalizzano gli studenti del secondo e del terzo anno, causando ritardi e complicazioni nel loro percorso, mentre sono favorevoli alle matricole, che purtroppo però saranno di fatto escluse”. Un ulteriore vantaggio dell’inclusione delle matricole come papabili candidate per la borsa Erasmus risiede, inoltre, nell’opportunità di una più ampia scelta delle destinazioni. In verità, le mete a disposizione sono di per sé limitate, poiché ciascuno studente può selezionare solo accordi che gli consentano di sostenere all’estero esami previsti all’interno del proprio piano di studi. “Le matricole, invece, avendo dato pochi esami, possono accedere a un numero di destinazioni più esteso rispetto a coloro iscritti negli anni precedenti”, ribadisce Lucia.
Le reazioni degli studenti: la fotopetizione sui social
Far valere la propria voce attraverso i social è l’ultima iniziativa di Link, che ha fatto partire una fotopetizione con l’hashtag #vengoanchio. Ogni studente del primo anno deve pubblicare su Facebook una foto con un cartello che esponga brevemente le motivazioni per cui desidera partecipare. Ad esempio, “#vengoanchio perché la mia Università deve creare ponti, non barriere all’apprendimento”, la risposta di Amalia Cipriani, o ancora “#vengoanchio perché ho bisogno delle risorse Erasmus per arricchire il mio percorso di formazione”, di Nello Amato. Tuttavia, la trovata ha suscitato non poche polemiche da parte di alcuni studenti più scettici.
“Che senso ha per una matricola conoscere al primo anno un sistema universitario straniero e non il proprio? L’Erasmus può benissimo farlo più in là, anche alla Magistrale. Che vengano date più possibilità a gente con esperienza solida e che ha dimostrato di essere in grado di saper studiare all’Università. Detto molto francamente, tantissime matricole mollano dopo pochi mesi. La nuova proposta mi pare sia una scelta molto intelligente. È peraltro così già in molti altri Atenei italiani e la cosa funziona benissimo”, è il discorso motivato di Umberto Ulisse,
studente al terzo anno, prossimo a partire per Friburgo. Una decisione definitiva quella di lasciar fuori i neoiscritti da prendere, secondo alcuni, come momento di riflessione per poi ritentare in seguito con maggiore consapevolezza. “Al primo anno di solito non si hanno troppe nozioni per poter praticare la lingua all’estero, né alcuna esperienza dei meccanismi universitari”, ritiene Maria Pasquariello, di ritorno da Ginevra. “Sarebbe un po’ prematuro partire ‘al buio’. Meglio affrontare i primi mesi con serenità, entrare nel ritmo dei corsi, nella routine degli esami e prendersi il tempo necessario per sottoporre al vaglio la cerchia di tutte le destinazioni, così da non incorrere in scelte troppo affrettate o assumersi il rischio di dover rinunciare”, suggerisce Serena Mottola, neolaureata.
Le novità: Cambiano le modalità di selezione e di calcolo punteggio
Negli ultimi due anni il Bando Erasmus ha subito sostanziali modifiche che hanno rivisitato sia le procedure di selezione che il calcolo dei punteggi attribuiti per l’assegnazione della borsa. Tuttavia, dopo gli esperimenti dell’anno scorso, volti al miglioramento e alla semplificazione delle modalità burocratiche, sono stati riscontrati – soprattutto in base alle segnalazioni degli stessi studenti – alcuni aspetti problematici cui si è cercato di porre rimedio. La difficoltà principale consisteva dapprima nella verifica dei dati dichiarati dal candidato nella domanda
on line, dal momento che il software impiegato non prevedeva un’interfaccia diretta con la pagina personale dello studente e il suo libretto elettronico. La novità presto annunciata: un nuovo software che elabora automaticamente le informazioni relative alla carriera di ciascuno studente. “Approfitto di questa notizia per raccontare la mia storia – esordisce Valeria – L’anno scorso sono stata esclusa dalla graduatoria Erasmus, nonostante avessi tutti i requisiti, perché il personale dell’Ufficio Relazioni Internazionali riteneva che non avessi inviato via mail il certificato d’iscrizione con gli esami sostenuti. In realtà, l’avevo fatto ma la mia mail non è mai arrivata per un problema con il server. Dopo aver provato la verità, mi è stato risposto che ormai ‘i giochi erano fatti’ e pur partecipando alla seconda tornata, il ripescaggio, non avrei ottenuto la meta prescelta. È assurdo dover inviare in allegato alla domanda un’attestazione di esami che sono stati sostenuti presso lo stesso Ateneo e per giunta fare di questo un motivo di esclusione. Sono davvero contenta che un equivoco tale non sarà ripetuto nel prossimo Bando”. Il nuovo
software consente altresì la gestione di tutte le fasi del Programma, perché regola in un secondo momento anche l’assegnazione delle sedi, lo scorrimento delle graduatorie in base alle rinunce, il blocco delle domande incomplete. Altre correzioni sono state apportate alla tabella dei punteggi, il cui obiettivo è premiare la qualità dello studente grazie a una diversa formula di calcolo matematico, elaborata dalla prof.ssa Emma Sarno, docente di
Statistica. Quali erano le défaillances della tabella precedente? Quella di assegnare un peso troppo forte alla media ponderata dei voti rispetto al punteggio per il numero di esami sostenuti. “Credo sia giusto nei confronti degli studenti del secondo e terzo anno aver ripensato i punteggi. Prima per una matricola era praticamente sufficiente prendere un 30 al primo esame per avere la certezza di vincere la borsa. Con il nuovo algoritmo di calcolo è stato assegnato un peso determinante al numero di crediti acquisiti e ridotto quello della media ponderata con la finalità di tutelare in modo esclusivo il merito”, commenta Valeria. La vecchia tabella, inoltre, assegnava due volte un punteggio per la Laurea Triennale, se si tiene conto del fatto che il voto di laurea si basa sulla media ponderata dei voti ottenuti agli esami. Si è giunti perciò a una conclusione drastica eliminando la componente ‘laurea’ dal punteggio. Infine, per non favorire troppo i biennalisti, dal momento che alcune borse per il primo e il secondo livello sono unificate, si è pensato di valutare il punteggio per il triennio all’80% e quello del biennio al 20%. Lo stesso discorso vale per i dottorandi, cui non saranno assegnati più punti per titoli e pubblicazioni, ma per ogni anno di dottorato con l’intento di premiare la maturità del ricercatore.
Sabrina Sabatino