Ad una settimana dalla conclusione delle lezioni, ecco sbucare i primi appelli d’esame. Otto giorni per ripetere il programma, fare il punto della situazione ed impostare un discorso omogeneo possono non bastare per discipline un po’ complicate. “Posizionare il primo appello di Diritto Privato l’8 giugno mi è sembrata una cattiveria – afferma Stefania Minieri, matricola – Ma come si può pensare che in una settimana si riesca ad essere belli pronti per l’esame? È una decisione assurda, magari assunta per chi deve recuperare la prova dall’anno precedente, non per noi matricole”. “So che ci si prepara agli esami durante l’arco dei mesi – spiega Eleonora Cittadino, matricola – ma è pur sempre vero che occorre un po’ di tempo per far mente locale sul programma. Privato equivale ad un manuale enorme, che la stessa prof.ssa Carolina Perlingieri non è riuscita ancora a spiegare del tutto. Come faremo a mettere in ordine gli Istituti in soli 8 giorni? Questo appello sarà un deserto”. Secondo Angelo Merola, matricola: “La prof.ssa Oriana Clarizia avrà pensato di renderci le cose più semplici, fissando l’esame al termine delle ultime spiegazioni. Purtroppo non siamo docenti e abbiamo bisogno di tempo per metabolizzare gli argomenti. Non credo che sarò presente l’8 giugno, equivarrebbe ad auto-bocciarmi. Conviene aspettare il mese successivo”. Così facendo, però, si rischia il pienone a luglio “con candidati afferenti ai vari anni – dice Luca Mattera – Dal canto mio, darò Filosofia a giugno per dedicarmi a Privato in seguito. Quando è stato pubblicato il calendario degli appelli, ho stravolto i miei piani per programmare almeno due esami”.
Al secondo anno, affiora lo stesso problema con Diritto Commerciale, cattedra del prof. Massimo Miola. L’8 giugno è – a detta degli studenti – una data improponibile, considerando la fine dei corsi e dei seminari nella settimana antecedente. “Vorrei tanto sapere chi decide quando fissare la data d’esame – si chiede Valeria Lobianco – Nessuno che abbia un minimo di consapevolezza può consigliare un appello la settimana dopo la conclusione delle lezioni. Quando ho visto il calendario sono impazzita, due date posizionate a poca distanza l’una dall’altra, nella prima decade del mese. Ciò vuol dire che darò solo Commerciale, a luglio però”. “Ogni anno è sempre la stessa storia – fa notare Maurizio Nocerino – Appelli disordinati e posizionati i primi di luglio, così poi per i docenti arriva il tempo di andare finalmente al mare. Non credo che riuscirò ad essere pronto per l’8 giugno, mi manca l’ultima parte e una buona ripetizione dell’intero programma. Vorrei chiedere ai nostri docenti se, secondo la loro esperienza, Commerciale si possa ripetere in 8-10 giorni. Diranno sicuramente di no”. Senza speranza Angela Marino: “Sono all’ultimo anno ed ho imparato a convivere con queste ingiustizie. Il mese di giugno è composto da 30 giorni, spostare un esame a metà mese e dare la possibilità ai ragazzi di poter usufruire così dell’appello non mi sembra una cosa impossibile. Invece, alcuni docenti si ostinano a fissare le date in giorni assurdi, facendo perdere l’opportunità di preparare discipline meno corpose. Se ho Commerciale il 6 luglio, di sicuro studierò solo quello fino ad allora”.
Alcuni studenti del III anno hanno chiesto al prof. Bruno Assumma, Diritto Penale, di posticipare la data del 4 giugno di una decina di giorni. “Ci sembra una richiesta giusta, considerando che il 4 giugno non è così lontano – dichiara Miriam, una delle studentesse promotrici della proposta – Molti studenti, come me, non hanno ancora terminato il programma. Siamo in seria difficoltà. In primis, abbiamo chiesto al docente di fissare due date a giugno, in modo da ampliare il calendario e senza troppi stravolgimenti. Purtroppo ci è già stato risposto negativamente, la proposta è stata respinta, con la motivazione che, se fosse così, nella prima data non si presenterebbe nessuno”. In seconda istanza, continua, “sono state raccolte delle firme per chiedere almeno uno slittamento dell’appello. Per ora tutto tace, quello che cresce è solo la nostra rabbia nel doversi mettere ancora una volta il cuore in pace”.
Anche l’esame di Procedura Civile, cattedra prof. Salvatore Boccagna, previsto per l’11 giugno, non è passato di certo inosservato. “Quanto più un esame è difficile, tanto meno è il tempo concesso per prepararlo degnamente – commenta Luigi Zaccaro – Sono all’ultimo anno, sosterrò l’esame per la seconda volta e rischiare una nuova bocciatura non mi va. Il corso termina a fine maggio, non credo che in dieci giorni si possa fare il miracolo, rimanderò la prova a luglio”. A volte la questione è puramente psicologica. “Una data fissata più in là rassicura e fa ben sperare – ammette Patrizia Russo – Magari per l’11 giugno si è preparati ugualmente, ma il fatto che intercorra così poco tempo con la fine del corso crea un blocco mentale. I docenti dovrebbero pensare anche a questo, dopotutto sarebbe un’ulteriore mossa per metterci a nostro agio”. “Per migliorare le cose – suggerisce Ludovico, studente all’ultimo anno – i professori dovrebbero avere un confronto fra loro, prima di decidere il calendario delle sessioni. Per non perdere tempo e sfruttare tutti i giorni del mese, si deve trovare un accordo fra cattedre e discipline. Magari si potrebbe proporre che nelle prime settimane si svolgano esami come Filosofia o Storia del diritto, discipline che hanno la loro importanza, ma di sicuro sono di approccio più facile”. Così facendo, secondo lo studente, “le materie più complesse si sposterebbero a metà mese, lasciando agli studenti la possibilità di decidere cosa affrontare per prima. Di certo, trovare i primi di giugno Diritto Internazionale, anziché Commerciale, non è proprio la stessa cosa”.
Susy Lubrano
Al secondo anno, affiora lo stesso problema con Diritto Commerciale, cattedra del prof. Massimo Miola. L’8 giugno è – a detta degli studenti – una data improponibile, considerando la fine dei corsi e dei seminari nella settimana antecedente. “Vorrei tanto sapere chi decide quando fissare la data d’esame – si chiede Valeria Lobianco – Nessuno che abbia un minimo di consapevolezza può consigliare un appello la settimana dopo la conclusione delle lezioni. Quando ho visto il calendario sono impazzita, due date posizionate a poca distanza l’una dall’altra, nella prima decade del mese. Ciò vuol dire che darò solo Commerciale, a luglio però”. “Ogni anno è sempre la stessa storia – fa notare Maurizio Nocerino – Appelli disordinati e posizionati i primi di luglio, così poi per i docenti arriva il tempo di andare finalmente al mare. Non credo che riuscirò ad essere pronto per l’8 giugno, mi manca l’ultima parte e una buona ripetizione dell’intero programma. Vorrei chiedere ai nostri docenti se, secondo la loro esperienza, Commerciale si possa ripetere in 8-10 giorni. Diranno sicuramente di no”. Senza speranza Angela Marino: “Sono all’ultimo anno ed ho imparato a convivere con queste ingiustizie. Il mese di giugno è composto da 30 giorni, spostare un esame a metà mese e dare la possibilità ai ragazzi di poter usufruire così dell’appello non mi sembra una cosa impossibile. Invece, alcuni docenti si ostinano a fissare le date in giorni assurdi, facendo perdere l’opportunità di preparare discipline meno corpose. Se ho Commerciale il 6 luglio, di sicuro studierò solo quello fino ad allora”.
Alcuni studenti del III anno hanno chiesto al prof. Bruno Assumma, Diritto Penale, di posticipare la data del 4 giugno di una decina di giorni. “Ci sembra una richiesta giusta, considerando che il 4 giugno non è così lontano – dichiara Miriam, una delle studentesse promotrici della proposta – Molti studenti, come me, non hanno ancora terminato il programma. Siamo in seria difficoltà. In primis, abbiamo chiesto al docente di fissare due date a giugno, in modo da ampliare il calendario e senza troppi stravolgimenti. Purtroppo ci è già stato risposto negativamente, la proposta è stata respinta, con la motivazione che, se fosse così, nella prima data non si presenterebbe nessuno”. In seconda istanza, continua, “sono state raccolte delle firme per chiedere almeno uno slittamento dell’appello. Per ora tutto tace, quello che cresce è solo la nostra rabbia nel doversi mettere ancora una volta il cuore in pace”.
Anche l’esame di Procedura Civile, cattedra prof. Salvatore Boccagna, previsto per l’11 giugno, non è passato di certo inosservato. “Quanto più un esame è difficile, tanto meno è il tempo concesso per prepararlo degnamente – commenta Luigi Zaccaro – Sono all’ultimo anno, sosterrò l’esame per la seconda volta e rischiare una nuova bocciatura non mi va. Il corso termina a fine maggio, non credo che in dieci giorni si possa fare il miracolo, rimanderò la prova a luglio”. A volte la questione è puramente psicologica. “Una data fissata più in là rassicura e fa ben sperare – ammette Patrizia Russo – Magari per l’11 giugno si è preparati ugualmente, ma il fatto che intercorra così poco tempo con la fine del corso crea un blocco mentale. I docenti dovrebbero pensare anche a questo, dopotutto sarebbe un’ulteriore mossa per metterci a nostro agio”. “Per migliorare le cose – suggerisce Ludovico, studente all’ultimo anno – i professori dovrebbero avere un confronto fra loro, prima di decidere il calendario delle sessioni. Per non perdere tempo e sfruttare tutti i giorni del mese, si deve trovare un accordo fra cattedre e discipline. Magari si potrebbe proporre che nelle prime settimane si svolgano esami come Filosofia o Storia del diritto, discipline che hanno la loro importanza, ma di sicuro sono di approccio più facile”. Così facendo, secondo lo studente, “le materie più complesse si sposterebbero a metà mese, lasciando agli studenti la possibilità di decidere cosa affrontare per prima. Di certo, trovare i primi di giugno Diritto Internazionale, anziché Commerciale, non è proprio la stessa cosa”.
Susy Lubrano