Ex buvette: un luogo malinconico, sporco, abbandonato

Mozziconi di sigaretta spenti qua e là, bicchierini di plastica sporchi di caffè abbandonati in un angolo, il silenzio: l’area di 100 metri quadri al secondo piano dell’edificio di Porta di Massa, fino a più di un anno fa accogliente buvette, è ora un luogo malinconico, sporco, abbandonato. Dalla chiusura del bar, sono circolate tante voci sulla destinazione d’uso dello spazio: punto ristoro da affidare ad un nuovo gestore, aula polifunzionale. “Veniamo qui perché possiamo fumare ‘clandestinamente’ – confessa Renato Pezzella, studente al V anno – mentre prendiamo un caffè al distributore”. “Sono lontani i giorni in cui questa stanza era luogo di aggregazione e relax – ricorda con amarezza Costanzo Castaldo – Quando ero matricola, il bar era il mio posto preferito. Ai tavolini potevo bere un caffè in santa pace, rilassandomi con gli amici. Ora, invece, quando si entra, ti accoglie solo una cappa di fumo”. I distributori di cibo e bevande non possono sostituire il calore del tintinnio della tazzina di caffè, l’odore di toast appena sfornati, le chiacchiere allegre degli studenti. “Con la chiusura del bar, il Dipartimento ha perso la sua dimensione più umana – dichiara Valentina Sannino – Prima c’era un luogo che accomunava un po’ tutti i ragazzi, li spingeva a stare insieme, a socializzare. Ora invece tutti corrono all’esterno, nessuno si ferma più. Al massimo si scambia una parola distratta fra i corridoi”. “Sentiamo molto la mancanza di un punto di ristoro – spiega Elena Fabretti – Nell’ex buvette non possiamo trattenerci più di tanto. Per chi non fuma, prendere un caffè lì dentro è una tortura. Quindi meglio uscire, almeno si va al bar, si stacca la spina. Però fra un corso e l’altro non abbiamo molto tempo, per questo sarebbe auspicabile tenere almeno in modo decente lo spazio”. Quello che si nota, infatti, è la mancanza di manutenzione. “Questo posto fa veramente schifo – sentenzia Fabiana Perrella – Il pavimento è sempre sporco, non ci sono sedie, solo due distributori dovrebbero rendere ‘polifunzionale’ l’aula. Dov’è finita la bellezza delle terrazze?”. Le porte che danno sul lungomare sono chiuse, a stento si apre qualche finestra. “Credo che la questione del bar, non essendo considerata fondamentale, sia stata tralasciata – incalza Rosario Giuliano – Eppure a rendere vivibile l’Università sono proprio gli spazi di aggregazione. Qui, invece, si pensa solo allo studio, poi dicono che Giurisprudenza non è solo un esamificio”. “Che peccato – dice Maria Chiara Pergola – Ci si potrebbero fare tantissime cose di questo spazio, anche una ulteriore aula studio, visto che in questo plesso ve ne sono solo due e non sono sufficienti”. Nessuna notizia confortante all’orizzonte. “Da quando sono diventato Presidente del Parlamentino studentesco – racconta Tommaso Pellegrino – mi sono sempre interessato alla faccenda. Sono stato proprio pochi giorni fa dal Rettore per chiedere spiegazioni al riguardo il quale mi ha ribadito che quell’aula è già destinata a diventare polifunzionale. Si prevede un arredamento consono, magari dei giochi da tavolo, un angolo lettura, una piccola emeroteca. Insomma, le idee ci sono, sono i soldi che mancano”. Eppure erano stati stanziati (più di un anno fa) circa 20 mila euro dal Polo delle Scienze Umane e Sociali per dare nuova vita all’aula. “Da quando il Polo non esiste più – dice Pellegrino – questo fondo è stato bloccato e quindi non è più destinato alla riqualificazione dell’ex buvette. Ogni settimana mi reco negli uffici dell’A.Di.S.U. per saperne di più. La risposta è sempre la stessa: i tempi per lo stanziamento dei fondi sono lunghi, occorre attendere”. L’importante è che l’attesa sia, poi, in qualche modo, ripagata. “Il progetto è stato già previsto. Quando arriveranno i fondi, si dovrà solo procedere. Tempi previsti: febbraio-marzo”. Speriamo siano rispettati. Perché la soluzione del caso buvette era già attesa dopo la pausa estiva. 
Susy Lubrano
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