Farmacia va in Sudafrica

Il mondo ha pianto la scomparsa del Presidente emerito del Sudafrica Nelson Mandela. Lo ha ricordato il professore di Chimica degli alimenti Alberto Ritieni il quale, al termine del convegno sulla Dieta mediterranea tenutosi l’11 dicembre nell’Aula Magna del Dipartimento di Farmacia, avrebbe dovuto sottoscrivere con l’ambasciatrice della Repubblica del Sudafrica in Italia Nomatemba Tambo l’accordo quadro tra l’Ateneo federiciano e l’University of Technology di Tshawane, in Pretoria. La Tambo, ritornata in patria per le commemorazioni funebri di Madiba, è stata costretta a mancare all’appuntamento ma ha comunque ribadito la gioia per questa collaborazione tra i due Atenei attraverso qualche riga letta ai presenti dal professor Ritieni che, in qualità di coordinatore dei lavori, ha spiegato: “l’idea è di sviluppare questo progetto promuovendo un titolo di studio congiunto che possa essere riconosciuto da ambedue i paesi. Potrebbe essere importante per confrontarsi con un mondo e un know how completamente diversi. La scelta di questa sede è legata all’affezione verso il Sudafrica da parte mia, essendo già stato titolare di due scambi di personale docente con l’Università di Cape Town”. Le porte di questa esperienza sono aperte a tutti, dagli studenti fino ai docenti, passando per dottorandi e ricercatori: “Il nostro desiderio sarebbe scambiare il personale che è coinvolto nella ricerca e, per la didattica, consentire a nostri dottori di ricerca e studenti di poter soggiornare per un periodo relativamente lungo nell’Università di Tshawane. È una sorta di Erasmus che permette di utilizzare, in questo caso, il Sudafrica come appoggio. Si tratterebbe di un’esperienza molto interessante perché quel paese è unico per il suo patrimonio di piante e di vegetali. Per il settore della nutraceutica, poi, rappresenta un qualcosa in più”. Proprio la nutraceutica sta scalando rapidamente posizioni nella didattica del Dipartimento di Farmacia. Lo conferma anche la mattinata di studi sulla Dieta mediterranea. L’incontro, moderato dal Capostruttura per la cultura di Rai 1 Gigi Marzullo, è stato organizzato dal Direttore di Dipartimento Ettore Novellino che ha spiegato: “visto che c’è Marzullo, mi faccio una domanda e mi do una risposta. Perché parlare di dieta mediterranea a Farmacia? Oggi la patologia con maggiori incidenze epidemiologiche a livello nazionale è quella legata al sovrappeso e all’obesità dovuti a stili di vita non corretti. Il messaggio che noi vogliamo lasciare è quello di prestare attenzione alle malattie comuni e più diffuse, come appunto questa della sindrome metabolica. Il nostro obiettivo è il passaggio da una medicina d’attesa a una medicina d’iniziativa”. Hanno preso poi la parola il Presidente dell’Osservatorio regionale per la Dieta Mediterranea Vito Amendolara, il quale ha ricordato che “la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità”, e il professor Giorgio Calabrese, che è intervenuto prima in difesa del territorio campano, “la questione della Terra dei Fuochi che interessa un distretto si è allargata ad un’intera regione. Dovete essere forti voi a dimostrare che la dieta mediterranea è nata in questa regione che adesso è attaccata”, e poi ha spiegato le novità didattiche che attengono al Dipartimento di Farmacia: “la dieta mediterranea sarà la base di una nutraceutica che nasce in questo Ateneo. Non verranno raccontati nuovi cibi, ma nuove conoscenze di vecchi elementi che portano il nostro organismo a essere buona salute”. In aula anche l’assessore regionale Guido Trombetti: “oggi l’università non si può fermare alla didattica e alla ricerca, ma deve mettere in campo la sua terza missione, cioè quello che viene chiamato trasferimento tecnologico. Si tratta del rapporto con il territorio. Chi studia qualcosa, non può tenerlo chiuso nelle mura dell’Ateneo, ma deve trovare l’occasione per divulgare la conoscenza nel paese e nel mondo, interagendo con le imprese che operano sul territorio”. Ad ascoltare i diversi relatori che si sono susseguiti docenti, studenti e ricercatori che, a fine convegno, hanno anche potuto assaggiare piatti tipici della dieta mediterranea grazie a un buffet organizzato dal Dipartimento. Spettatrice interessata Immacolata Maione, laureatasi l’anno scorso in Scienze degli alimenti e nutrizione: “ho seguito tutti i seminari del professor Calabrese. Sono qui per una cultura mia personale. Io sarei una nutrizionista, ma dal punto di vista pratico l’università finora non mi ha dato niente. Adesso sto seguendo un Master a Roma che mi sta aiutando da questo punto di vista”. Il carisma del professor Calabrese ha colpito Gennaro Balsamo, iscritto al terzo anno di Controllo di qualità: “Di questo incontro mi è piaciuto il modo diverso di spiegare le cose”. Esperienza interessante anche per Carmine Roberto Bellino, che si è soffermato sulle nuove opportunità offerte dall’accordo con l’Università di Tshawane: “penso sia un’ottima opportunità perché così ci apriamo al mondo, affrontiamo nuove conoscenze e ci rapportiamo ad altre persone”. 
Ciro Baldini 
- Advertisement -




Articoli Correlati