Formazione eterogenea per gli aspiranti sociologi

“Sociologia non è a numero chiuso – chiarisce il prof. Gianfranco Pecchinenda, Preside della Facoltà – Coloro che non superano la prova d’ingresso possono ugualmente iscriversi ma avranno l’obbligo di seguire corsi di recupero in modalità on-line e, fino a quando non li supereranno – i test verranno riproposti a marzo -, non potranno dare esami del primo anno”. La prova, a risposta multipla, verterà su Cultura generale e Comprensione del testo. Non è ancora stata fissata la data di svolgimento.  Senza dubbio, un filtro in ingresso che testa la motivazione dello studente. “Sì. Ogni anno si iscrivono a Sociologia circa 800 nuove matricole, troppe rispetto alla consistenza del nostro corpo docente, nel quale, ovviamente, includo i ricercatori che, tra l’altro, non si sono resi disponibili alla docenza per il prossimo anno”. C’è poi l’annosa questione degli spazi. “L’aula più grande è il cinema Astra, in via Mezzocannone, con 200 posti. Ma fare lezione in un cinema mi sembra ridicolo. Non voglio più elemosinare aule in altre Facoltà”. I corsi avranno inizio a metà ottobre. A parte il primo anno, che come dice il Preside “è simile a quello di tutte le altre Facoltà di Sociologia d’Italia”, al secondo anno “si studiano i settori specifici della Sociologia per poi prepararsi alla scelta degli indirizzi: quello socio-antropologico e della comunicazione, il più gettonato, e  quello economico e del lavoro”. 
Le materie del primo anno sono Antropologia, Psicologia, Sociologia, Statistica, Metodologia della ricerca sociale. “E’ una formazione eterogenea che aiuta, poi, nell’ingresso nel mercato del lavoro. Sociologia è una Facoltà che mi sento di consigliare ai neo-diplomati, purché gli anni di studio vengano vissuti con interesse e motivazione”.
Attenzione: 
non deve dispiacere
la matematica
Chi è il sociologo e che cosa fa? “E’ un professionista che lavora, nello specifico, in tre ambiti: comunicazione, antropologico e ricerche di mercato – spiega la prof.ssa Amalia Caputo, delegata all’orientamento -. Chi si laurea qui, spesso, ha la sensazione di non aver imparato nulla, vista anche la formazione eterogenea, ma dopo un anno la gran parte dei laureati lavora, grazie anche al loro grande spirito di adattabilità”. C’è uno studente più portato per questo tipo di studi? “I ragazzi che decidono di iscriversi a Sociologia devono mostrare attenzione e interesse per ciò che accade all’esterno, nella società, in politica e, vorrei sottolinearlo, devono anche avere amore per la Matematica, visto che al primo anno si troveranno ad affrontare l’esame di Statistica, fondamentale nella loro preparazione”.
Ad un anno dalla laurea (titolo triennale), il 50% dei sociologi sceglie di continuare a studiare, il 26% è ancora alla ricerca di occupazione, mentre il 24% lavora (dati del sondaggio Stella relativo ai laureati del 2008). “Al Sud, c’è un’altissima propensione a continuare gli studi – commenta il prof. Giancarlo Ragozini, docente di Statistica – e, in effetti, per Sociologia, è bene che i ragazzi continuino con un Corso di Laurea Magistrale”. Un consiglio spassionato: “Fatta male, nessuna laurea serve! Quindi seguite i corsi, esercitatevi, metteteci impegno ma anche passione in ciò che fate!”.
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