“Il mio obiettivo è far parte della squadra italiana che parteciperà alle Olimpiadi del 2016”: è ambiziosa, tenace e risoluta la medaglia d’argento ai CNU di Messina Francesca Amato. Per la studentessa di Scienze Motorie, 22 anni, pugile da quando ne aveva 13, aver conquistato il secondo posto in una classifica tutta al femminile è un traguardo importante. Il primo dopo essere stata lontana dal ring per 5 anni, “ho ricominciato poco dopo l’inserimento del pugilato femminile nel programma olimpico”. Un motivo in più per riprendere i guantoni. “Quando sono sul ring – racconta Francesca – l’adrenalina e la voglia di vincere sono così forti che il ‘dolore’ del cazzotto passa in secondo piano. Dopo, qualche doloretto o livido può restare… ma poi passa!”. Francesca si allena tutti i giorni per un paio d’ore, alternando gli allenamenti di potenziamento, caratterizzati da esercizi con bilancieri, manubri o attrezzi eseguiti in modo ‘esplosivo’ con ripetizioni piramidali, a quelli di pugilato. “Quando devo preparami per i match, vado anche a correre a Mergellina o al bosco di Capodimonte la mattina presto”, sottolinea. Ma è tra le mura della Fulgor, palestra storica del pugilato napoletano in via Goethe, che mette alla prova il suo talento. Lì, grazie ai consigli del suo tecnico, Gerardo Esposito, si è allenata intensamente per la finale tenutasi il 20 maggio a Messina, dove ha sfidato Federica Monacelli del CUS Milano che, con un punteggio di 25 a 21 nella categoria al limite dei 69 kg, si è aggiudicata il podio. Francesca si dice ugualmente soddisfatta: “E’ stata una bella esperienza, mi ha aiutato a crescere non solo dal punto di vista atletico”. Tuttavia quella universitaria non è la prima gara a livello nazionale a cui partecipa: “La prima è stata a Carrara, dove ho vinto il titolo italiano junior all’età di 16 anni, ma nella vita bisogna sempre migliorare”.
E’ stata la sua passione per lo sport ad orientarla nella scelta universitaria. Al primo anno fuori corso di Scienze Motorie, Francesca ammette di aver trascurato lo studio in quest’ultimo periodo. Difficilmente segue i corsi perché non è sempre agevole arrivare a via Posillipo. In più, nel primo pomeriggio ci sono gli allenamenti a cui non può rinunciare. “Da quando ho ripreso il pugilato, ho rallentato gli studi”. Il suo sogno è affermarsi come pugile “ma non mi dispiacerebbe dopo la laurea aprire una palestra”. Non ha dubbi sulla scelta di voler rimanere a Napoli: “Morirei lontano da qui e poi in Campania il pugilato è uno sport molto seguito”.
Francesca è arrivata al pugilato per caso: “da piccola, per tenermi in forma, volevo seguire una sana attività sportiva. Inizialmente pensavo di dedicarmi all’aerobica. Poi mi sono iscritta in una palestra di pugilato di un amico di famiglia e da allora lo seguo a livelli agonistici”. Un impegno che spesso implica diverse rinunce: “La vita dell’atleta è differente da quella di altri coetanei perché comporta sacrifici: seguire una dieta equilibrata evitando i grassi; non poter fare tardi la sera perché spesso ci si allena anche due volte al giorno. Ma non mi lamento affatto”. Occorre grande fermezza: “ci sono giorni in cui sei sottotono, ma basta pensare ai risultati finali per tirarsi su. Prima di ogni prestazione ci metto tutto l’impegno necessario, è un’emozione che coinvolge così come quando si affronta un esame”. Il suo punto di forza? “Ad ogni pugno preso non faccio mai un passo indietro ed ho una resistenza tale da riuscire a pressare l’avversaria in modo continuo e persistente”. La “scarsa esperienza” il suo tallone d’Achille.
Prossimi impegni: le gare regionali del 17/18 giugno ed i campionati assoluti di settembre quando rappresenterà la Campania per la categoria dei 69 kg.
(Fi. Di Na.)
E’ stata la sua passione per lo sport ad orientarla nella scelta universitaria. Al primo anno fuori corso di Scienze Motorie, Francesca ammette di aver trascurato lo studio in quest’ultimo periodo. Difficilmente segue i corsi perché non è sempre agevole arrivare a via Posillipo. In più, nel primo pomeriggio ci sono gli allenamenti a cui non può rinunciare. “Da quando ho ripreso il pugilato, ho rallentato gli studi”. Il suo sogno è affermarsi come pugile “ma non mi dispiacerebbe dopo la laurea aprire una palestra”. Non ha dubbi sulla scelta di voler rimanere a Napoli: “Morirei lontano da qui e poi in Campania il pugilato è uno sport molto seguito”.
Francesca è arrivata al pugilato per caso: “da piccola, per tenermi in forma, volevo seguire una sana attività sportiva. Inizialmente pensavo di dedicarmi all’aerobica. Poi mi sono iscritta in una palestra di pugilato di un amico di famiglia e da allora lo seguo a livelli agonistici”. Un impegno che spesso implica diverse rinunce: “La vita dell’atleta è differente da quella di altri coetanei perché comporta sacrifici: seguire una dieta equilibrata evitando i grassi; non poter fare tardi la sera perché spesso ci si allena anche due volte al giorno. Ma non mi lamento affatto”. Occorre grande fermezza: “ci sono giorni in cui sei sottotono, ma basta pensare ai risultati finali per tirarsi su. Prima di ogni prestazione ci metto tutto l’impegno necessario, è un’emozione che coinvolge così come quando si affronta un esame”. Il suo punto di forza? “Ad ogni pugno preso non faccio mai un passo indietro ed ho una resistenza tale da riuscire a pressare l’avversaria in modo continuo e persistente”. La “scarsa esperienza” il suo tallone d’Achille.
Prossimi impegni: le gare regionali del 17/18 giugno ed i campionati assoluti di settembre quando rappresenterà la Campania per la categoria dei 69 kg.
(Fi. Di Na.)